Maledette vacanze

Alice Dionisi – Il 2019 della Roma si era concluso con la vittoria per 4-1 ai danni della Fiorentina, con il poker calato da Dzeko, Kolarov, Pellegrini e Zaniolo. Ma il 2020 dei giallorossi si apre con uno scenario differente: l’anno solare comincia con una sconfitta per 0-2 contro il Torino, con la doppia firma di Belotti. Una striscia di cinque risultati utili consecutivi per gli uomini di Fonseca, interrotta dalla sosta natalizia e dai granata. Nell’ultima partita del girone di andata la Roma ha poi incontrato la Juventus, incassando però un’altra sconfitta: 1-2 per i bianconeri che sbloccano il match dopo appena 3 minuti di gioco. Contro il Genoa un sospiro di sollievo: i giallorossi ritrovano la vittoria, conquistando i 3 punti al Marassi grazie alle reti di Under e Dzeko. L’entusiasmo però dura poco, perché gli uomini di Fonseca sono di nuovo chiamati ad affrontare la Juventus per disputare i quarti di finale di Coppa Italia, ma vengono eliminati dai bianconeri che vincono 3-1 allo Juventus Stadium. In campionato arriva una grande prestazione contro la Lazio nel derby capitolino, ma la Roma non riesce ad andare oltre l’1-1. Il turno successivo conferma l’incubo giallorosso, con la sconfitta per 4-2 in casa del Sassuolo, incassando tre gol nei primi 26′. Sei partite disputate, quattro sconfitte, un pareggio e una vittoria. In tutte le partite giocate prima della sosta natalizia erano arrivate soltanto tre sconfitte: contro Atalanta, Parma e Borussia Monchengladbach. Nel 2020 i giallorossi hanno collezionato soltanto quattro punti: clamoroso crollo fisico e mentale degli uomini di Fonseca, che spazzano via le certezze di inizio stagione. Adesso il quarto posto è a rischio, in attesa dell’Atalanta.

Alice Dionisi

 

 

 

 

Viaggiando nella Hall Of Fame: Giuliano Taccola, il “figlio di Roma” ricordato dai tifosi

Pagine Romaniste (F. Belli) – Si dice che la vita sia un sogno da cui ci sveglia la morte. Tutti i tifosi della Roma si sono svegliati quel maledetto 16 marzo del 1969, il giorno della morte di Giuliano Taccola. Si è svegliato anche un ragazzo, ora un po’ più anzianotto, di nome Claudio. Per capire questa storia occorre tornare alla vigilia di Spal-Roma della scorsa stagione, quando i capitolini erano alla disperata ricerca di punti a poche settimane dalla sconfitta col Porto e successivo fine ciclo di Di FrancescoAl termine della conferenza stampa del prepartita, in quella che sembra una normale vigilia di campionato, Ranieri annuncia che i suoi scenderanno in campo con una patch con scritto “Giuliano“, quasi commosso. Non è un giorno qualsiasi, sono passati 50 anni da quel pomeriggio tragico, vissuto in prima persona dallo stesso Ranieri che era entrato da poco nella Primavera giallorossa appena diciassettenne. Un ragazzo, appunto. Si era appena conclusa Cagliari-Roma, e Giuliano Taccola era morto per un arresto cardiaco. Da mesi ormai soffriva di frequenti attacchi febbrili, svenimenti improvvisi, cali di pressione. Aveva subito anche un intervento per l’esportazione delle tonsille, ma i problemi erano continuati. Sono tanti i dolori che affliggono quella giovane promessa, e la necessità di vederlo in campo il prima possibile complica la situazione: è una pedina fondamentale e la Roma non può privarsene. Sono tanti, troppi, i malori avvertiti dopo allenamenti e partitelle, ma continua a giocare e a stare male.

Il processo a Herrera e Taccola “figlio di Roma”

Senza girarci troppo intorno, uno dei principali sotto processo è l’allenatore Herrera. L’accusa proviene da un compagno di squadra, Cordova, intervistato di recente da Rete Sport“All’aeroporto, quando è arrivata la notizia della sua morte Herrera voleva andare via per giocare la Coppa Italia. Ci disse di tornare a Roma e io gli risposi: «Vattene o ti mettiamo le mani addosso». Alla fine io, D’Amato e Sirena rimanemmo a Cagliari dopo la morte di Taccola. Tra l’altro sulla morte di Giuliano non fu detta tutta la verità. Avrebbe dovuto riposarsi in montagna, il presidente Marchini era d’accordo, ma Herrera lo faceva allenare, e così a lui tornava la febbre…”. C’è stata un’inchiesta, ma è stata archiviata. Una ferita aperta per tutti coloro che l’hanno vissuta: dalla moglie che non ha mai dimenticato quell’amore finito troppo presto ai figli rimasti orfani, ai familiari, ai tifosi come quel diciassettenne che magari vedeva in Taccola un modello da seguire. Una storia che finisce nel dimenticatoio insieme a tutte quelle storie che vanno dimenticate, come se così facessero meno male. Improvvisamente però la ferita si riapre, torna a sanguinare: la Curva Sud include Giuliano Taccola tra i 16 “Figli di Roma” nella coreografia del derby dell’11 gennaio 2015. Ed è giusto ricordare, perché come diceva Wang Shu perdere il passato significa perdere il futuro. Pagine Romaniste (F. Belli)

Il mercato invernale della Roma: acquisti per il futuro, ma qualche dubbio sul presente

(Jacopo Venturi) – La Roma ha iniziato il calciomercato di gennaio con buone certezze, sapendo che avrebbe dovuto mettere in rosa un paio di innesti intelligenti per proseguire una stagione, fino a quel momento, di buon livello. Un mese dopo, a mercato chiuso, la situazione sembra essere distante da quella di partenza: sconfitte pesanti e l’eliminazione dalla Coppa Italia hanno un po’ frenato una squadra che sembrava in ascesa. Questo però non ha cambiato le strategie giallorosse in sede di campagna acquisti. La Roma ha fatto tre acquisti, uno per reparto (escludendo la porta), guardando al futuro. Sono arrivati Ibanez dall’Atalanta, Villar dall’Elche e Carles Perez dal Barcellona. Tre acquisti diversi ma con una logica comune, quella di prendere giocatori buoni oggi per fare le seconde linee e forse un domani per essere qualcosa in più. Questo può piacere o meno, ma è comunque un piano di azione che ha pienamente senso. Sul fronte cessioni l’unica di rilievo è quella, pesante, di Florenzi. Il peso della cessione del terzino, e capitano, della Roma non deriva dal suo ruolo all’interno della squadra (e pure se ne potrebbe discutere), ma dal fatto che a prendere il suo posto sia un Bruno Peres di ritorno da due anni di poco calcio e sicuramente poche soddisfazioni. Ora, il brasiliano potrà anche ritrovarsi nella Capitale, ma la differenza di livello tra i due giocatori è evidente. Se invece si immagina una Roma con Spinazzola a destra, allora la coperta diventa corta a sinistra, dove l’unico giocatore di primo livello disponibile per Fonseca è Kolarov. Santon non sembra un’alternativa così affidabile.

(Jacopo Venturi)