PALLOTTA: “Affare con Friedkin ancora possibile? Sempre”

Il presidente della Roma James Pallotta, ha risposto con alcune battute alle dichiarazioni apparse sul sito di Sky Sport che titolava trattativa saltata con il gruppo Friedkin (articolo poi successivamente corretto, ndr).

“Che ‘cielo’ (giocando sulla traduzione di Sky, ndr) fai?”

Queste le parole del presidente in merito alle ultime indiscrezioni. Poi una battuta sulla trattativa.

Al momento, l’affare è ancora possibile?
“Sempre possibile”.

Fonte: LR24.it 

Viaggiando nella Hall Of Fame: Carlo Ancelotti, una vita da mediano. Una vita da Carletto

Pagine Romaniste (F. Belli) – “Una vita da Mediano, a recuperar palloni. Nato senza i piedi buoni, lavorare sui polmoni”, cantava LigabueUna vita da Carletto, anche se non è sempre stato un mediano. Ha iniziato giovanissimo centravanti, salvo poi spostarsi sulla trequarti quando era al Parma. E’ un suo gol alla Triestina nello spareggio di C1 che permette ai crociati di tornare in Serie B. Quel giorno, al Menti, c’era gran parte dello stato maggiore della Roma: il presidente Dino Viola, l’allenatore Niels Liedholm e il direttore sportivo Luciano Moggi (proprio lui, quello di Calciopoli). L’ingegnere vuole vincere la concorrenza dell’Inter e per farlo dà carta bianca al direttore sportivo che alla fine riesce a portarlo nella Capitale. Sarà l’inizio di una favola. Subito il barone lo arretra a mediano nella posizione in cui, nonostante le difficoltà iniziali, brillerà fino a fine carriera. Una vera e propria intuizione tattica che consente alla Roma di sfruttare al meglio le doti in interdizione e allo stesso tempo d’impostazione del “bimbo”, cosi chiamato per i tratti giovanili. S’innamora di Roma e i tifosi s’innamorano di lui, come testimoniato da quest’estratto del suo libro “Preferisco la Coppa”: “Roma città matta, Capitale del mio cuore. Di Milano non conosco niente, di Roma tutto. Lì ho imparato a vincere, anche se il mio rapporto disincantato nell’affrontare gli avvenimenti belli è strano: li ricordo poco. Nel calcio come nella vita ti restano addosso le delusioni, di cui però non ho tutta questa voglia di parlare”.

La finale col Liverpool, Roma-Lecce e la corte di Berlusconi

Perché ce ne sono state tante di delusioni, di partite che vorrebbero essere dimenticate in quegli 8 anni nella Città Eterna. Dalla batosta del primo infortunio che gli costerà il Mondiale di Spagna 82′ alla sconfitta in finale di Champions col Liverpool, dalle continue ricadute in campo a quel maledetto Roma-Lecce che vale uno scudetto perduto mentre aveva la fascia da capitano al braccio. Del resto Paulo Coelho diceva: “Impara dal contadino ad avere pazienza, a lavorare duramente e a non bestemmiare contro i temporali, perché sarebbe soltanto una perdita di tempo”. Ed è con questo spirito bucolico che Ancelotti affronta le difficoltà, proprio lui che è cresciuto contadino nelle campagne emiliano-romagnole. Alla fine se ne va al Milan perché a Roma più o meno tutti sono convinti che il meglio sia alle spalle, facendo scoppiare di gioia Sacchi e Berlusconi. Ma questa è un’altra storia. Dopo il ritiro ha promesso più volte di tornare a Roma, questa volta da allenatore, e i tifosi lo aspettano con fiducia. Non vedono l’ora di vederlo di nuovo da Pierluigi, a piazza De’ Ricci, com’era solito fare in quelle belle serate lontane, a mangiare un bel carpaccio di gamberi rossi o una tartare di tonno, specialità della casa. – Pagine Romaniste (F. Belli).

Calciomercato Roma, dalla Spagna: idea Diego Costa

Torna di moda in ottica Roma il profilo diDiego Costa dell’Atletico Madrid.Stando alle indiscrezioni riportate dal quotidiano sportivo spagnolo, il club giallorosso sarebbe alla ricerca di un attaccante di primo livello per la prossima stagione e proprio il classe 1988 dei Colchoneros sarebbe il primo nome sulla lista del ds Petrachi. Kalinic, infatti, non ha convinto e tornerà all’Atletico Madrid.

Fonte: Mundodeportivo.com

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Campionato da concludere, Lotito trova alleati importanti

 

Da una parte c’è chi come Lotito e De Laurentiis vogliono a tutti costi cercare di portare a termine questa stagione, dall’altra c’è chi come Marotta che propende verso la sospensione definitiva del campionato. Mercoledì, nella riunione in Lega, c’è stato anche uno scontro riguardo al differente comportamento assunto dai club sui giocatori stranieri: Napoli e Lazio li hanno trattenuti in Italia, pronti a tornare in campo per allenarsi non appena sarà possibile, Juventus  e Inter invece li hanno lasciati tornare in patria, senza pensare però che al loro ritorno dovranno osservare un periodo di quarantena di 14 giorni. Intanto il presidente biancoceleste sta trovando alleati lungo la strada come la Figc e l’Uefa, disposti a far giocare oltre il 30 giugno.

Come concludere il campionato? E chi andrà in Champions? Tra le tante ipotesi paventate c’è quella di congelare la classifica attuale, oppure mandare nell’Europa che conta le stesse squadre che hanno partecipato a quella attuale (Juve, Napoli, Atalanta e Inter), o ancora in base al ranking Uefa: in tal caso si qualificherebbero Juventus, Roma, Napoli e Lazio.

Fonte: Corsera

Le imprese della Roma in Europa: le goleade giallorosse. Dal 6-0 all’Hibernian al 7-1 al Kosice

Alice Dionisi – Per la maggior parte di noi, i ricordi calcistici più belli che abbiamo sono legati ad una vittoria considerata impossibile, un gol strabiliante o una trasferta con gli amici. Tra le cose che vorremmo scordare invece, una sconfitta pesante, un rigore sbagliato. Le partite terminate “tanto a poco” spesso -e purtroppo- rientrano nella seconda categoria. Le vittorie larghe, però, nella storia della Roma esistono. Partendo a ritroso dalle prime apparizioni europee, fino a le sfide più recenti, abbiamo ricordato alcune delle valanghe di gol giallorossi.

Anni ‘60

Di Roma-Hibernian ne avevamo già parlato qui. Nel maggio del 1961 i giallorossi affrontano gli scozzesi per lo spareggio della semifinale di Coppa delle Fiere, dopo aver rimediato due pareggi nelle gare di andata e ritorno (2-2 nel Regno Unito e 3-3 in casa). La terza volta è quella giusta, la squadra allenata da Alfredo Foni si presenta allo Stadio Olimpico la carica necessaria per strapazzare l’avversario. Pedro Manfredini impiega un solo minuto per finire sul tabellino dei marcatori, replica al 10’ e poi ancora al 35’ e al 57’. La partita finisce 6-0, a quelli del “Piedone” si aggiungono i gol di Menichelli e Selmosson, regalando a Roma la finale contro il Birmingham e, più avanti, la vittoria del trofeo. Due stagioni più tardi, i giallorossi devono affrontare i turchi dell’Altay nella gara di ritorno dei sedicesimi di finale della medesima competizione, dopo la vittoria per 3-2 in trasferta a Smirne. Sulla panchina torna a sedere Foni, subentrato dopo l’esonero di Carniglia. È record, la partita finisce 10-1. Sui giornali si legge “Grandinata romana”, è uno show a tinte giallorosse. Manfredini firma 4 gol, andando a segno ancora una volta dopo solo 60 secondi, l’argentino recita le parole “Apriti sesamo” e la porta avversaria si spalanca davanti alla formazione di casa. Altre 3 reti sono di Lojacono, ma si aggiungono alla festa anche Jonsson (con una doppietta) e Angelillo. I turchi escono travolti dal Flaminio, un risultato che, insieme al 9-0 alla Cremonese in campionato, ha il primato nel club per la maggior differenza reti.

Anni ‘90

Ottavi di finale di Coppa Uefa, anche di questa partita abbiamo già parlato, raccontando il cammino della Roma nella competizione durante la stagione 1990/91. I giallorossi, con Ottavio Bianchi al timone, affrontano i francesi del Bordeaux nella gara di andata. Rudi Völler, capocannoniere del torneo europeo, firma una tripletta in 40 minuti, accompagnata dalla doppietta di Gerolin per il 5-0 finale. 9 anni dopo, il 16 settembre 1999, sempre in Coppa Uefa, i giallorossi affrontano il Vitoria Setubal nella gara di andata del primo turno. L’allenatore questa volta è Fabio Capello e la Roma passeggia in tutta tranquillità allo Stadio Olimpico. Francesco Totti è squalificato, ma ci pensano i compagni di squadra a finire tra i marcatori al suo posto. Nell’arco di 4 minuti arrivano i primi 3 gol: al 12’ segna Aldair, al 14’ Montella e Aleničev al 16’. Il russo contro i portoghesi mette a segno 3 dei 4 gol totali segnati in maglia giallorossa in carriera. Trovano la porta anche Assunção e Delvecchio per una vera e propria “Giostra del Gol”, 7-0.

Duemila

Nell’anno del terzo scudetto, la Roma si trova ad affrontare il Nova Gorica nel ritorno del primo turno di Coppa Uefa, dopo il successo per 4-1 in Slovenia. Sul Corriere Dello Sport si leggono i complimenti: “10 e lode nel tiro a segno”. Samuel, Montella (doppietta), Delvecchio, Totti (doppietta) e Batistuta sono gli autori del 7-0 e il portiere Antonioli esce dal campo “senza voto”, spettatore non pagante. Nella gara di ritorno dei play-off di Europa League nel 2009 contro il Kosice, la Roma replica le 7 reti ai danni di una formazione slovena. Apre le danze Totti al primo minuto, raddoppia al 5’ e mette a segno la tripletta grazie ad un gol all’87’. Si uniscono a lui anche Guberti, Cerci, Menez e Riise. Concludiamo il nostro viaggio dei ricordi con il più recente 5-0 nella fase a gironi Champions League il 2 ottobre 2018 contro il Viktoria Plzen. La “manita” è opera di Edin Dzeko (tripletta), Under e Kluivert, per il suo primo gol nella massima competizione europea. Una vittoria travolgente, diretta da Eusebio Di Francesco.

Alice Dionisi

Che fine hanno fatto? Roma Primavera 2010/11

(S. Valdarchi) – Torna l’appuntamento con la rubrica: “Che fine hanno fatto?”. Prosegue il nostro viaggio nel tempo durante il quale analizziamo le annate della Roma Primavera, andando a scoprire il presente dei calciatori che hanno indossato la maglia giallorossa nelle giovanili. Analizziamo oggi il destino ed i percorsi dei giocatori che erano a disposizione di mister Alberto De Rossi nella stagione 2010/11, annata che ha visto la squadra romanista conquistare il titolo di Campione d’Italia, vincendo la finale per 3-2 contro il Varese. Dall’elenco sono stati tolti i seguenti calciatori, dei quali abbiamo già scritto negli scorsi episodi: Francesco Proietti Gaffi, Mirko Pigliacelli, Alessandro Orchi, Fabrizio Carboni, Federico Barba, Stefano Sabelli, Federico Viviani, Valerio Verre, Gianmario Piscitella, Amato Ciciretti, Matteo Politano, Gianluca Caprari e Gianluca Leonardi.

Alexandru Pena

Con l’avvento di Pigliacelli, perde il posto da titolare nella Primavera romanista nel campionato 2010/11. Nell’estate del 2011 viene mandato in prestito in Romania, dove gioca per la seconda squadra della Dinamo Bucarest, scendendo in campo per 14 volte. Tornato in Italia, la Roma lo cede in via definitiva al Bari. Resta in Puglia per due stagioni, agendo però da secondo portiere della squadra barese, prima di liberarsi nel luglio del 2014. Rimane per qualche mese senza contratto, prima di approdare al Matera, ma anche qui non trova spazio e nell’estate del 2015 lascia definitivamente il calcio.

Luca Antei

Difensore centrale promettente, che è riuscito ad affermarsi a livelli importanti, ma costantemente tormentato da infortuni. Basti pensare che attualmente è lontano dai campi per la rottura del legamento crociato, la terza dall’inizio della sua carriera. Come detto però, è riuscito ad affermarsi, trascorrendo un anno in prestito al Grosseto, in Serie B, prima di partire per Sassuolo. In neroverde arriva la sua consacrazione, in 5 stagioni conquista la promozione in Serie A, fino ad arrivare al debutto in Europa League. Il suo rapporto con il Sassuolo termina però nel 2017, quando si trasferisce al Benevento, dove gioca ancora oggi.

Paolo Frascatore

Paolo Frascatore ha girato moltissimo nella sua carriera, cambiando 11 maglie (senza contare quella della Roma), spostandosi tra la Serie B, la Serie C e la massima divisione in Svizzera. In Lega Pro (poi tornata a denominarsi Serie C) ha giocato con: Benevento, Pistoiese, Reggiana, Sudtirol, Triestina e Padova, club con il quale è sotto contratto ancora oggi. Sassuolo, Reggina, Pescara e Carpi, invece, sono state le squadre con cui si è messo in mostra nel campionato cadetto, mentre in Svizzera ha indossato la maglia del Lausanne-Sport.

Alessandro Florenzi

Uno dei calciatori che più si è messo in luce tra quelli raccontati fin qui in questa rassegna. Dopo aver vinto il campionato Primavera con la fascia di capitano al braccio, Florenzi gioca per un anno a Crotone, rendendosi protagonista in Serie B. Ricomprato in estate dalla Roma, il tuttofare di Vitinia entra nelle rotazioni dei titolari con Zeman in panchina. Passano gli anni, cambiano i suoi ruoli sul terreno di gioco, ma Florenzi continua ad essere ritenuto un prezioso jolly da tutti gli allenatori che passano per Trigoria. Nell’ultima stagione però, Paulo Fonseca gli concede poco spazio ed a gennaio parte in prestito, destinazione Valencia. A giugno tornerà a Roma e si definirà il suo futuro. Restano comunque i numeri di una bella esperienza, che lo ha portato a diventare il capitano della squadra capitolina: 280 presenze e 28 reti. Il numero 24 si è affermato anche in Nazionale, con 35 apparizioni e 2 gol in Azzurro.

Sebastian Mladen

Giocatore polivalente, in grado di giocare come mediano, difensore centrale e terzino destro, nato in Romania nel 1991. Trascorre tre stagioni nella Roma Primavera, giocando come riserva, ma raccogliendo in totale 57 presenze e vincendo il titolo nel campionato 2010/11. La sua carriera, dopo l’esperienza romana, è maturata e si è sviluppata in patria, dove gioca ancora oggi con il Viitorul. Per il resto, ci sono da registrare un paio di parentesi al di fuori dei confini romeni, una in Italia con il Sudtirol ed una in Portogallo con la maglia dell’Olhanense.

Francesco Caratelli

Il terzino destro classe ’93 cresciuto alla Roma, non è riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista nel mondo del calcio. Una volta lasciata Trigoria, nell’agosto del 2011, approda al Vicenza, dove gioca per una stagione nella Primavera dei biancorossi. Dopo l’anno in Veneto, tenta la fortuna a Pescara, dove però non fa mai l’esordio con la Prima Squadra. A quel punto torna vicino casa, al Pomezia e gioca lì fino al 2016. Una volta terminato il contratto con i rossoblù, rimane nel giro del calcio dilettantistico del Lazio.

Gianmarco Falasca

Approdato alla Roma molto giovane, il centrocampista ha concluso il suo percorso nelle giovanili altrove, con le squadre Primavera di Inter e Lazio. È rimasto sotto contratto con i biancocelesti fino al settembre del 2014, senza mai però trovare l’esordio in Prima Squadra. Di spazio, nel calcio dei grandi, l’ha trovato soltanto in Serie C e Serie D, con le seguenti squadre: Olbia Calcio, Racing Club Roma, Nuorese Calcio, Albalonga, Monterosi ed Atletico Terme Fiuggi.

Bongoura Thiam

Passiamo all’attaccante classe ’93 italo-guineano, nato a Roma. Nella stagione che porta allo Scudetto romanista, gioca 9 gare, segnando 4 gol. Prosegue il suo cammino nelle giovanili con il Tor di Quinto, prima d’essere notato e comprato dal Parma. In Emilia però non riesce mai ad esordire con la Prima Squadra, pur rimanendo sotto contratto fino all’agosto del 2015. Tante esperienze in prestito nelle categorie minori, con le maglie di Bellaria, Savona e La Venere, prima di ritirarsi dal calcio giocato nel luglio 2016.

Louis Dième

Nato a Thiès, Senegal, nel dicembre del 1992, Dième non ha mai lasciato l’Italia, dopo esser cresciuto calcisticamente qui. Passate le annate, positive anche al livello individuale, nella Primavera della Roma, comincia la sua lunga carriera in Serie D, che dura ancora oggi. Nel campionato dilettantistico ha giocato 134 partite, vestendo le maglie di: Racing Fondi, Città di Castello, Rieti, Nocerina, Città di Gela e Sporting Club Triestina.

Mattia Montini

Né vodka, né martini, tutti ubriachi di Montini. Così affermava qualche tifoso sui social, dopo la magica serata estiva del 2011, quando la Roma in Finale Primavera contro il Varese vinceva per 3-2, ai supplementari, con una tripletta del centravanti. Passata l’ebbrezza di quella notte, la carriera di Montini non è stato poi tanto esaltante anche se è riuscito comunque a farsi strada tra il calcio professionistico. In Italia per lui non è mai arrivato l’esordio nella massima serie, mentre ha trascorso una stagione (2013/14) in Serie B con le maglie di Cittadella e Juve Stabia. Per il resto, tante gare giocate in Serie C, con diversi club, e un’esperienza positiva all’estero, in Romania. L’attaccante è sotto contratto dal novembre del 2018 con la Dinamo Bucarest ed ha già raccolto 41 presenze, segnando 17 gol.

(S. Valdarchi)

Mancini, carattere ed eleganza al servizio di Fonseca

(Jacopo Venturi) – Gianluca Mancini si è dimostrato nel corso delle partite un acquisto, in una parola, intelligente. La Roma è andata forte su di lui sin da quando c’era Monchi e con Petrachi il difensore ex Atalanta non è uscito dalla lista degli obiettivi, anzi: è stato fin da subito il primo obiettivo per la difesa, il primo tassello da aggiungere a un reparto da rifondare. La scelta di Mancini, dicevamo, è stata ben ponderata per diversi motivi, dall’età, alle caratteristiche tecniche fino a quelle caratteriali. Sulla carta si potevano avere dei dubbi su quello che sarebbe stato il suo rendimento in una grande piazza come quella di Roma, viste le precedenti esperienze di giocatori usciti da Bergamo che non sono poi riusciti a riconfermarsi. Mancini però non solo ha dimostrato di valere il suo prezzo e la sua reputazione, ma si è anche affermato come un valore assoluto di questa rosa. Il giocare in coppia con Smalling lo ha valorizzato e lo sta facendo crescere a livello di esperienza, ma oltre alla capacità di adattarsi al suo compagno di reparto, ha messo in mostra anche delle peculiarità che lo rendono un pilastro di questa Roma. Sa giocare bene la palla e farlo con autorevolezza, ha personalità, sa gestire l’uno contro uno. E pazienza se è ancora troppo irruento o prende ammonizioni ingenue, sono aspetti che in un processo di crescita si perdonano. Soprattutto se il futuro, come sembra in questo caso, promette grandi cose.

(Jacopo Venturi)

Resta o parte? Il possibile futuro degli attuali calciatori della Roma

(R.Rodio) – Un campionato più unico che raro. Dapprima combattuto su tutti i fronti, poi interrotto bruscamente per l’emergenza Coronavirus.

La Serie A 2019-2020 è ferma, non si sa attualmente se e quando riprenderanno gli incontri. E le società, in attesa di responsi generali, iniziando inevitabilmente a pensare al futuro, ai progetti tecnici che verranno in vista della stagione successiva.

La Roma è una delle squadre che dovrà risolvere molte situazioni. Tra prestiti, calciatori in partenza e conferme assolute. In primis quella di Paulo Fonseca, che sarà certamente al timone dei giallorossi anche nella prossima annata.

Andiamo con ordine per valutare quale sarà, nelle valutazioni odierne, il destino dei calciatori della rosa romanista:

Pau Lopez – La Roma ha investito, e tanto, su di lui. A parte l’errore al derby ha dimostrato ottime qualità. Certezza.

Mirante – Dovrebbe restare almeno un altro anno come secondo portiere.

Fuzato – Già a gennaio sarebbe dovuto andare a giocare in Portogallo. Andrà in prestito quasi sicuramente.

Mancini – Altro investimento importante, per la Roma è un intoccabile.

Fazio – Dovrebbe restare fino al 2021 in rosa. La Roma non si opporrebbe però ad un’eventuale partenza.

Juan Jesus – Già fuori dai piani da diversi mesi. Partirà per un’offerta da 6-7 milioni.

Smalling – Imprescindibile per Fonseca, la società è al lavoro per riscattarlo dal Manchester United. Due i problemi: l’alta valutazione del cartellino (25 milioni di sterline) e la concorrenza di Everton, Arsenal e Milan.

Cetin – Già cercato nel recente passato da club italiani e turchi. Dovrebbe partire in prestito.

Ibañez – Avrà più spazio, soprattutto in caso di partenza di Fazio e Jesus. Dovrebbe restare come alternativa in difesa.

Santon – Non ha molto mercato, destinato a restare come jolly difensivo.

Spinazzola – Uno dei dubbi maggiori: giocatore di spessore, ma un po’ troppo spesso umorale. Non è escluso che cambi aria.

Zappacosta – La Roma è al lavoro col Chelsea per rinnovare gratuitamente il prestito annuale.

Kolarov – Resterà fino al termine del contratto, nonostante le avance di Mihajlovic e del Bologna.

Bruno Peres – Ha convinto Fonseca: resterà come risorsa per la fascia destra.

Diawara – E’ il regista del presente e del futuro. Rimarrà al 100%, ma prima dovrebbe operarsi al menisco sfruttando lo stop al campionato.

Veretout – Altro tassello importante, con Fonseca che sta studiando posizioni tattiche nuove.

Cristante – Molto stimato all’interno di Trigoria, meno dai tifosi e dall’ambiente. Si valuta uno scambio alla pari con Mandragora della Juventus.

Villar – Petrachi ha scommesso sul talentino spagnolo. Sarà il vice-Diawara.

Pellegrini – Intoccabile, ma prima andrà rivisto il contratto, togliendo anche la clausola rescissoria.

Pastore – Ormai alla frutta. Si lavorerà per fargli salutare Roma in estate.

Perotti – Altro calciatore sul viale del tramonto. Lui stesso appare poco ‘contento’ di restare. Ritorno in Argentina?

Zaniolo – Talento assoluto, è il futuro della Roma. Sarà pronto per la prossima estate dopo il k.o. al ginocchio.

Ünder – Alti e bassi. Troppe incertezza. Con un’offerta adeguata partirà senza troppi rimpianti.

C. Perez – La Roma ha investito a gennaio circa 15 milioni. Si ripartirà anche dal suo estro.

Kluivert – Migliorato e più maturo, è legato alla Roma e rimarrà sicuramente.

Mkhitaryan – Difficile trattenerlo. Si farà un tentativo per riscattarlo dall’Arsenal o rinnovare il prestito.

Kalinic – Nonostante la doppietta di Cagliari è destinato a tornare all’Atletico per fine prestito. Alla Roma serve ben altro in attacco.

Dzeko – Capitano, leader, bomber. L’età avanza, ma il bosniaco resta al centro del progetto.

Un focus anche sui calciatori della Roma attualmente in prestito altrove:

Schick – Lipsia molto soddisfatto. Non è da escludere la sua permanenza in Germania. A meno che il mercato non si complichi e si verifichi un ritorno a Roma.

Florenzi – Troppo poco il suo tempo a Valencia. Si valuta un allungamento del prestito.

Defrel – Già messo in conto il riscatto definitivo dal Sassuolo.

Coric – Tornerà dall’Almeria, andrà rigirato altrove.

Sadiq – Riscatto certo da parte del Partizan Belgrado.

Karsdorp – Difficile rivederlo a Roma. Il Feyenoord è al lavoro per trattenerlo.

Nzonzi – Si va verso il rinnovo del prestito al Rennes.

Olsen – Il Cagliari lo terrà se dovesse partire Cragno. Altrimenti non mancano altre proposte (Sporting Lisbona?).

Gonalons – Discreta stagione al Granada. Dovrebbe restare in Spagna.

Che fine hanno fatto? Roma Primavera 2013/14

(S. Valdarchi) – Torna l’appuntamento con la rubrica: “Che fine hanno fatto?”. Prosegue il nostro viaggio nel tempo durante il quale analizziamo le annate della Roma Primavera, andando a scoprire il presente dei calciatori che hanno indossato la maglia giallorossa nelle giovanili. Analizziamo oggi il destino ed i percorsi dei giocatori che erano a disposizione di mister Alberto De Rossi nella stagione 2013/14. Dall’elenco sono stati tolti i seguenti calciatori, dei quali abbiamo già scritto negli scorsi episodi: Gabriele Marchegiani, Arturo Calabresi, Michele Somma, Elio Capradossi, Massimo Sammartino, Matteo Adamo, Lorenzo Pellegrini, Lorenzo Di Livio, Jacopo Ferri, Daniele Verde, Franck Cedric, Francesco Di Mariano, Tommaso Taviani, Tomas Vestenicky, Edoardo Soleri e Aimone Calì.

Francesco Proietti Gaffi

Una volta lasciata la Capitale, il portiere classe ’94 nato a Roma passa un anno e mezzo al Feralpisalò in Serie C, raccogliendo solo 6 presenze. Per gli ultimi 6 mesi della stagione 2015/16 passa all’US Città di Pontedera, senza mai esordire con la maglia del club toscano. Da lì in poi comincia a giocare in diverse squadre del Lazio, passando tra la Serie D ed il campionato d’Eccellenza. Queste le maglie indossate da Proietti Gaffi nel tempo: Flaminia, Lupa Roma, Astrea ed Eretum Monterotondo.

Lorenzo Zonfrilli

Dopo aver trovato poco spazio nella Primavera romanista, trascorre due anni da titolare in Serie C, con le maglie di Viterbese e Rieti. Nel luglio del 2016 rescinde il suo contratto con il club laziale, rimanendo senza una squadra fino al dicembre dello stesso anno, quando viene tesserato dal Valle Tevere. Dopo due stagioni passate in maglia biancoviola, passa al Boreale, dove tutt’ora gioca come titolare nel campionato d’Eccellenza.

Alessio Romagnoli

Nel 2013/14, sua ultima stagione con la maglia della Roma, gioca poco in Primavera, soltanto 4 presenze, in quanto viene messo a disposizione della Prima Squadra per la maggior parte delle gare. Raccoglie 11 presenze in Serie A, prima di passare in prestito per un anno alla Sampdoria, dove gioca da titolare, trovando anche due reti nella massima competizione. Nell’estate del 2015 viene ceduto al Milan, squadra della quale è divenuto il capitano e dove gioca ancora oggi. In maglia rossonera ha totalizzato 181 presenze, siglando 7 gol. Un rendimento che gli ha permesso di entrare ormai nel giro della Nazionale.

Tin Jedvaj

Il suo arrivo a Roma è accompagnato da grandi aspettative, che si sono dimostrate nel tempo giustificate, ma non a Roma. Il difensore croato trascorre una sola annata in giallorosso, dividendosi tra Prima Squadra e Primavera. Al termine della stagione 2013/14 passa al Bayer Leverkusen, prima in prestito, poi a titolo definitivo. Con il club tedesco colleziona oltre 100 presenze e con la Croazia raggiunge la finale dei mondiali di Russia 2018, trascorrendo però in panchina il match decisivo contro la Francia. La scorsa estate viene ceduto in prestito all’Augusta, ma a giugno è previsto il suo rientro al Bayer Leverkusen.

Mihai Balasa

Gioca una sola stagione con la Roma, diventando un titolare nella formazione di Alberto De Rossi. Il difensore romeno viene poi ceduto in prestito biennale al Crotone, dove gioca con regolarità per due anni in Serie B. Conclusa l’esperienza in Calabria, ecco un altro prestito, questa volta al Trapani. In Sicilia lo spazio per lui non è molto e così dopo soltanto sei mesi passa alla Steaua Bucarest, questa volta a titolo definitivo. In patria arrivano anche le prime presenze in Europa, tra qualificazioni per la Champions League e gare di Europa League. Dopo due anni e mezzo passati alla Steaua, approda lo scorso agosto all’Universitatea Craiova.

Deian Boldor

Il difensore centrale classe ’95 nato in Romania è un vero e proprio giramondo. 7 club in meno di 6 anni, qualche volta senza neanche esordire mai, come accaduto nei suoi due passaggi al Bologna. Per il resto molta esperienza in Serie B con le maglie di: Pescara, Virtus Lanciano, Hellas Verona e Foggia; una presenza anche in Serie A con gli scaligeri ed una parentesi nel 2017 negli Stati Uniti D’America. Nell’MLS gioca 5 gare con il Montreal Impact, prima di fare ritorno a Verona. Attualmente si trova in Albania, dove gioca per il FK Partizani. A giugno tornerà ancora una volta all’Hellas Verona.

Vlad Marin

Altro ragazzo nato nel 1995 in Romania, passato per il Fulvio Bernardini solo in prestito per 6 mesi dalla Juventus, club nel quale ha completato la sua formazione calcistica dopo aver vestito le maglie di Lazio e Manchester City. Resta di proprietà dei bianconeri fino all’estate 2016, giocando in prestito prima al Messina e poi al Rimini, in Serie C. La Juventus lo cede poi a titolo definitivo in Belgio, più precisamente al Denver, dove trascorre due stagioni. La scorsa estate è tornato in Italia, questa volta vestendo la maglia del Cuneo, sempre in terza divisione.

Luca Mazzitelli

Gioca e convince tutti in Primavera, con la fascia di capitano al braccio. La Roma però, prima di aggregarlo in Prima Squadra, preferisce fargli giocare due stagioni in prestito con Sudtirol e Brescia. Le due esperienze vanno bene e, in Serie B, Mazzitelli raccoglie 36 presenze. Attira l’attenzione del Sassuolo, che l’estate successiva lo acquista a titolo definitivo. Dal 2016 al 2018 gioca nei neroverdi, diventando un titolare nella formazione emiliana. Con l’arrivo di altri centrocampisti dal mercato, il suo ruolo da protagonista è a rischio ed il Sassuolo decide di mandarlo in prestito prima al Genoa e poi alla Virtus Entella, dove gioca attualmente. A giugno ritornerà al Sassuolo, per definire il suo futuro.

Simone Battaglia

La carriera del centrocampista centrale nato nel ’95 non è mai sbocciata definitivamente. Dal 2014 al 2017 tanti prestiti per lui, fino alla separazione al termine del contratto con la Roma, avvenuta nel luglio del 2017. Battaglia non è mai riuscito ad andare oltre alla Serie C, giocando spesso anche in Serie D ed in Eccellenza. Queste le maglie che ha vestito dal 2014 ad oggi: Vigor Lamezia, Monopoli, Ancona, Melfi, Calcio Flaminia, Pomezia e Falaschelavinio.

Alberto Tibolla

L’avventura alla Roma del centrocampista originario di Feltre è durata soltanto 6 mesi, dal gennaio al luglio 2014, in prestito dal ChievoVerona. Non è mai riuscito ad esordire con la Prima Squadra dei gialloblù, pur rimanendo a disposizione fino all’agosto del 2016. Tante le presenze raccolte in Serie D, con le seguenti squadre: Union Ripa La Fenadora, Gubbio, Eclisse Carenipievigna e Union San Giorgio Sedico, club con il quale gioca in questa stagione.

Romeo Shahinas

Nell’estate del 2014 si trasferisce al Latina, dove completa il suo percorso nelle giovanili, giocando per due anni in Primavera e facendo il suo esordio in Serie B nel 2016. Nel 2016/17 arriva l’esperienza in prestito alla Racing Roma in Serie C, dove totalizza 18 presenze, prima di trasferirsi a titolo definitivo in patria, al Partizani. In Albania però gioca soltanto due gare e rescinde il suo contratto, restando svincolato da novembre 2017 a settembre 2018. Da lì in poi, tre esperienze tra Serie D ed Eccellenza con la Rotonda Calcio, l’Arce 1932 ed il Falaschelavinio.

Federico Ricci

Battezzato come giovane promessa da Luis Enrique, fa il suo esordio con la Roma nel 2013/14, giocando 4 spezzoni di gare in Serie A. L’anno successivo passa al Crotone in prestito, dove resta per due stagioni, diventando un titolare in Serie B. Torna a Crotone qualche anno più tardi, nel gennaio del 2018, giocando 14 partite in Serie A. Nella massima competizione indossa le maglie di Sassuolo e Genoa, prima di tornare in Serie B con il Benevento l’anno scorso. Attualmente si trova allo Spezia, in prestito dal Sassuolo, dove tornerà al termine del campionato.

Valerio Trani

Completa il suo percorso nel calcio giovanile con Torino, Latina e Frosinone, giocando con regolarità e segnando in tutto 5 reti. Una volta terminati questi tre prestiti, si svincola dalla Roma alla fine del contratto e firma qualche mese dopo, nel settembre del 2016, per la Polisportiva Ciampino. Gioca ancora oggi con la maglia del Ciampino, nel campionato d’Eccellenza.

Lorenzo Musto

Passiamo a Lorenzo Musto, punta centrale nata nel ’96 a Roma. Dopo due stagioni con la Primavera giallorossa, Musto viene venduto al Perugia, dove si mette a disposizione della Primavera umbra, prima di passare alla Torres, in Serie D. Nell’agosto del 2016 arriva il passaggio al Bologna, squadra con la quale però non è mai riuscito a debuttare. Musto rimane sotto contratto con i rossoblù fino al 2018, trascorrendo i due anni in prestito in 4 squadre diverse: Gubbio, Lumezzane, Renate ed Arzachena. Nell’estate del 2018 viene ceduto al Chiasso, in Svizzera, rimanendo un anno lì prima di rescindere il suo contratto. Resta ancora oggi svincolato.

Valmir Berisha

Arriva a Roma nell’estate del 2013, con l’appellativo pesante di nuovo Ibrahimovic. Nella Capitale non riesce mai ad affermarsi, raccogliendo solo 6 presenze nel campionato Primavera 2013/14. Dopo una stagione in prestito al Panathinaikos, nella quale gioca 10 minuti in tutto, viene ceduto a titolo definitivo in Olanda al Cambuur-Leeuwarden. Dopo altre esperienze in alcuni campionati del Nord Europa (in Danimarca ed in Islanda), va in Bosnia al Velez Mostar. Attualmente gioca per il Chindia Targoviste, in Romania.

(S. Valdarchi)

Viaggiando nella Hall Of Fame: Aldair, il pluto che ha lasciato saudade

Pagine Romaniste (F. Belli) – Nella Roma migliore di tutti i tempi come centrali prendo due stranieri: quello falso, Vierchowood, e quello vero: Aldair”. Parola di un mostro sacro del calcio italiano: Nils LiedholmAldair Nascimento do Santos nasce in un piccolo paesino in provincia di Ilheus, non lontano da Rio de Janeiro. Da piccolo voleva giocare in attacco ma cambia subito idea, a suo dire, “perchè lì si prendevano troppi calci”. Non gli mancava il coraggio, era la paura che lo fregava direbbe Totò. Meglio una zona più sicura, meglio giocare difensore centrale. E’ un difensore potente, forte ma anche elegante e sopraffino, stile brasiliano insomma. Ha un difetto: è lento. Del resto, diceva Shakespeare, per scalare colline ripide serve inizialmente un passo lento. Viene notato dal Flamengo dove vince un campionato carioca nel 1986. Pochi anni dopo vola in Portogallo, al Benfica, prima di guadagnarsi l’attenzione di Dino Viola che lo acquista per la cifra monstre di 6 miliardi di lire. Per di più per dieci anni diventa il perno insostituibile della difesa giallorossa pur non vincendo praticamente niente. Entra di prepotenza nel cuore dei tifosi che lo soprannominano “Pluto”, per la somiglianza e per le movenze col personaggio della Disney, e “Alda”, in romanesco. E’ uno dei più forti difensori del mondo, se non il più forte, ma non è aiutato da una Roma che nel corso degli anni ’90 stenta ed è al limite della mediocrità. Una volta disse: “La squadra è come un buon piatto di carne. A volte basta cuocerla a fuoco lento, altre volte serve pressione o brace”. Ecco, quella Roma sembra un pezzo di carne crudo.

La fascia a Totti, lo scudetto “perso” e l’Aldair day

Diventa capitano nel ’98 e neanche un anno dopo compie il gran gesto: dare la fascia a un giovane Francesco Totti, che poi ha contraccambierà scrivendo una lettera struggente il giorno del suo addio al calcio. Ma questa è la fine. Torniamo a quel gesto: non era dovuto, semplicemente Aldair era già un passo avanti a tutti, come sempre anche in campo. A fine decennio arriva Capello, quando ormai il peso degli anni ha bussato alla porta di casa Pluto. L’anno dello scudetto, per dire, si infortuna a metà stagione perdendosi tutto il finale del campionato. Lui, che aveva condiviso con i tifosi i grandi dolori e le pochissime gioie di quegli anni, si sarebbe perso proprio il rush finale verso la gloria. Un dolore straziante che lo porterà a estraniarsi anche il giorno dello scudetto il 17 giugno. Non è difficile trovare il video di lui seduto con lo sguardo fisso verso terra in mezzo a compagni riversi in un autentico delirio. Due anni dopo l’Aldair day, il ritiro di fronte alla sua gente. Persone che lo hanno idolatrato, difeso, sostenuto, e che da quel giorno hanno anche pianto per lui. La numero “6” ritirata a furor di popolo dopo l’addio strappalacrime non basta a spiegare l’affetto che i tifosi della Roma nutrono per questo giocatore. Una “6” cosi pesante che per trovare nuova dimora ha aspettato l’arrivo di un certo Kevin StrootmanUn proverbio brasiliano dice che chi semina vento raccoglie tempesta e chi semina amore raccoglie saudade. Non esiste un corrispettivo italiano di saudade, è una sorta di atteggiamento di nostalgico rimpianto. Noi abbiamo amato Pluto, e Pluto ci ha lasciato saudade. – Pagine Romaniste (F. Belli).