Il ritorno di Florenzi

ST LOUIS, MO – AUGUST 01: Alessandro Florenzi #24 of AS Roma passes against Liverpool FC during a friendly match at Busch Stadium on August 1, 2016 in St Louis, Missouri. AC Roma won 2-1. (Photo by Jeff Curry/Getty Images) *** Local Caption *** Alessandro Florenzi

Gabriele Conflitti – All’Olimpico tornano le stelle della Champions League. Dopo l’eliminazione nei preliminari dello scorso anno, questa volta la Roma parte dalla fase a gironi. Qarabag, Chelsea e Atletico Madrid sono le tre concorrenti dei giallorossi nel gruppo C. Proprio gli spagnoli saranno i primi avversari della squadra di Eusebio Di Francesco.

Tutt’altro che belli ma letali e spietati, i Colchoneros vengono da sei anni al vertice del calcio europeo. I dirimpettai in camisa blanca del Real Madrid sono stati gli unici a separarli, per ben due volte, dalla conquista del trofeo continentale per club più ambito. Simeone però non vuole darsi per vinto e ha intenzione di provarci ancora. Prima esperienza invece per il nuovo allenatore della Roma dopo la gavetta in Europa League, tra l’altro primo dei cinque trofei conquistati dai biancorossi sotto la guida del tecnico argentino.

Il Cholo torna nella capitale da allenatore avversario, dopo averlo fatto con le maglie di Inter e Lazio. Celebre il suo diverbio con Zago, terminato in maniera non certo elegante, nell’ultimo derby del secondo millennio. A Simeone non è mai mancata la grinta e ha saputo trasmettere la garra anche alle sue squadre. L’Atletico ha infatti prediletto il pragmatismo all’estetica. Di Francesco conosce il collega da anni ma non ne condivide il credo tattico. Umiltà, divertimento e idea di gioco suo il diktat.

C’è solo un precedente tra le due squadre ed è a favore dei madrileni, che nel 1999 estromisero dai quarti di Coppa Uefa i capitolini allora allenati da Zeman. Per pareggiare i conti, i padroni di casa avranno a disposizione il ritrovato Alessandro Florenzi. Il tuttofare giallorosso ha segnato soltanto una rete in Champions League, proprio tra le mura amiche e proprio ad una spagnola: il Barcellona. Il numero 24 spera di ripetersi con un gol che possa regalare alla Roma una vittoria in Champions League, risultato che manca dalle parti di Trigoria dal novembre 2015. Magari questa volta non servirà nemmeno finire sul podio del premio Puskas…

Ci eravamo lasciati così

Margherita Bellecca – In questi tre mesi la Roma ha cambiato molto, dalla guida tecnica, Eusebio Di Francesco, fino ad arrivare a giocatori in ruoli importanti come Alisson, promosso titolare in porta, Karsdorp e Kolarov sulle fasce, Pellegrini a centrocampo, e Schick, il vero colpo del mercato giallorosso dopo la partenza di Momo Salah.

Un pre-campionato fatto da alti e bassi con Di Francesco che ha cercato di trovare la quadratura ottimale prima del via della stagione. La strada sembra ancora lunga perché la Roma, nelle prime due partite, ha raccolto tre punti frutto della vittoria contro l’Atalanta e la sconfitta casalinga contro l’Inter. In entrambi i match si è vista una difesa ballerina che deve ancora assimilare i movimenti del nuovo tecnico. Il più in difficoltà sembra essere quello che in questi anni si è dimostrato il più forte, Manolas, apparso fuori forma e poco concentrato.ambiamenti anche a centrocampo con Nainggolan tornato nel ruolo di mezzala con Strootman a fargli da supporto. De Rossi, invece, è rimasto il regista della squadra, come quando c’era Spalletti. Tornando al belga la differenza col tecnico di Certaldo si nota poco. Il centrocampista viaggia sempre a ritmi molto alti con Di Francesco che gli chiede dei sacrifici facendogli supportare sia l’attacco sia la difesa. Le tante occasioni avute tra i piedi, come il palo clamoroso e la doppia chance durante il secondo tempo contro l’Inter, fanno capire come Nainggolan si sia adattato al meglio a quello che chiede Di Francesco.

Comincia a macinare gioco l’attacco, guidato sempre da Edin Dzeko. Il capocannoniere della scorsa stagione si è sbloccato contro i nerazzurri e non vuole fermarsi. Stessa cosa vuole fare Perotti, al centro del progetto di Di Francesco. L’argentino è quasi un regista aggiunto, smista palloni in mezzo al campo e si rende pericoloso sotto porta, anche se dovrà aggiustare la mira se vorrà risultare decisivo. Menzione speciale per Defrel che si sacrifica molto per aiutare il terzino destro, pagando poi quando è il momento di affondare il colpo. Per l’esterno ora c’è un avversario in più, quel Patrik Schick tanto voluto dalla Roma e che potrebbe esordire contro la Sampdoria, prossimo impegno in campionato. Starà a Di Francesco trovare la giusta chimica per far girare al meglio la squadra, magari sacrificando anche quel 4-3-3 che il tecnico ritiene sacro.

Margherita Bellecca