Pallotta’s revenge

Simone Indovino – Chissà come sono state queste ultime mattine in casa Pallotta. Lì, dall’altro lato del pianeta, non abbiamo dubbi che abbia iniziato le giornate con un sorrisone dei suoi stampato in faccia. Il motivo è semplice e deducibile: la sua Roma si è finalmente presa le luci della ribalta. Una giornata impossibile da dimenticare per il Presidente questo recentissimo 5 dicembre. Non è in discussione che siano state le 24 ore più eccitanti da quando ricopre la carica massima nell’organigramma societario, da quel 27 agosto 2012 che appare davvero lontanissimo. Più delusioni (maturate soprattutto a causa della mancata vittoria di qualche trofeo) che gioie e tante, spesso ingiuriose, critiche. Il popolo capitolino ha talvolta rimproverato al tycoon di aver acquisito la Roma per interessi personali. A dire la verità, considerando come James Pallotta si stia battendo per rendere grande questa società, non è una constatazione troppo veritiera.

STADIO – Procedendo in ordine cronologico, il primo ghigno del Presidente è certamente dovuto al definitivo “Sì” arrivato dalla Conferenza dei Servizi. Un sì sudato, voluto, ricercato, contro tutto e tutti. I diversi temi affrontati nella seduta erano in sospeso da troppo tempo, e a causa del prolungamento di questi tempi Pallotta stava iniziando a perdere la pazienza. Problemi per fortuna mai emersi e rientrati una volta per tutte, grazie al parere positivo di tutti gli enti (Stato, Regione, Città Metropolitana e Roma Capitale). L’esborso economico che l’americano dovrà mettere in atto non è indifferente, ma si tratterà di un investimento programmato per dare una vera casa ai propri caldi sostenitori che la bramano da ormai troppi anni.

OTTAVI&PRIMATO – Poche ore dopo e la tensione non accenna a diminuire, perché è in programma l’ultima gara del girone di Champions LeaguePallotta è un ottimista per natura, abbiamo imparato a conoscerlo, ma è probabile che lui stesso avesse dei dubbi sul passaggio del turno dopo il sorteggio estivo nonostante la fiducia che ripone nella Roma. E invece il signore di nome Diego Perotti ha regalato qualificazione agli ottavi, primato nel girone e un gruzzoletto economico che al Presidente non può certo dispiacere. Soddisfazioni non indifferenti per Pallotta che non ha mai smesso di credere nella crescita generale del proprio club. La crescita prettamente sportiva porta in gran parte la firma di Eusebio Di Francesco, tecnico su cui l’imprenditore, in coabitazione col neo d.s. Monchi, ha deciso di puntare con quella punta di coraggio che non basta mai.

PROGETTI FUTURI – L’obiettivo di far diventare ancora più grande la Roma non può di certo fermarsi qua. L’intesa con Monchi e Di Francesco (facendo tutti gli scongiuri del caso) sembra davvero serrata, e questo non può che far bene a tutto l’ambiente giallorosso. Prossima fermata, o come preferirebbe dire Pallotta “next stop”, il Chievo Verona. Non vincere vorrebbe dire ridimensionare quanto di buono fatto ultimamente e questo andrebbe contro tendenza rispetto al ruolino di marcia portato avanti dall’allenatore. Per adesso il Presidente ha ancora qualche giorno per continuare a godersi questo 5 dicembre “unforgettable”. E, in attesa del via per i lavori riguardo lo Stadio, non può che ricordarlo sempre con enorme piacere e soddisfazione. Magari, all’interno di casa Pallotta, lì dall’altro lato del pianeta, è presente un bel calendario in cui questa data è stata cerchiata di rosso. Anzi, di giallorosso.

Simone Indovino

Importante non festeggiare troppo

Lavinia Colasanto – Archiviata la Champions League, con la qualificazione agli ottavi di finale, la Roma deve mantenere alta la concentrazione visto che domenica, alle 12.30, farà visita al Chievo Verona al Bentegodi, uno dei campi più insidiosi della Serie A. La squadra di Maran viaggia tranquilla a metà classifica, a quota 20 punti, mentre i giallorossi sono in piena corsa per lo Scudetto.

Di Francesco, che dovrà rinunciare ancora a De Rossi per squalifica, affiderà le chiavi della Roma a Gonalons che sarà supportato da Nainggolan ed uno tra Strootman e Pellegrini, col romano in vantaggio per le fatiche di coppa dell’olandese, in netta crescita rispetto all’ultimo periodo. Nessuna novità in difesa con Alisson in porta, Florenzi, ancora favorito su Peres, a destra, Manolas e Fazio al centro e Kolarov a sinistra. Emerson, invece, con ogni probabilità dovrà aspettare la Coppa Italia per esordire dal primo minuto. Dove ci saranno sorprese è in attacco perché Perotti, fresco di rinnovo fino al 2021, non vedrà il suo partner Dzeko che avrà un meritato turno di riposo dopo aver giocato tutte le partite. A fare da punto di riferimento probabilmente sarà Patrik Schick, all’esordio da titolare. Col ceco e l’argentino occhio a Gerson anche se El Shaarawy mantiene qualche punto di vantaggio. Più defilato Under.

Maran, che ha conquistato 11 punti in casa sui 20 fatti dal Chievo, dovrà fare a meno di Castro, mentre sono in dubbio Hetemaj e Pucciarelli. I gialloblù saranno guidati dalla sapiente mente di Birsa che si appoggerà ad Inglese. L’attaccante ha già segnato alla Roma e quest’anno è a quota 6 gol, che gli sono valsi il trasferimento anticipato al Napoli a gennaio. Da decidere il partner d’attacco con Meggiorni che si gioca una maglia da titolare con Pellissier. A centrocampo, con Birsa, ci saranno Cacciatore, Radovanovic, Bastien e Depaoli mentre la difesa a tre sarà composta da Gamberini, Tomovic, e Gobbi.

Roma e Chievo si sono affrontate 32 volte col bilancio nettamente a favore dei giallorossi, 17 vittorie a 3. L’ultimo successo dei clivensi è datato 7 maggio 2013 quando all’Olimpico decise Thereau allo scadere. Capitolini padroni anche al Bentegodi essendo in vantaggio negli scontri diretti per 6 a 1. Più equilibrata la sfida tra Di Francesco e Maran che si sono incontrati 11 volte, con 3 successi a testa e 5 pareggi.

Per la Roma è una partita da non sbagliare perché la giornata di Serie A propone anche Juventus-Inter, sabato alle 20.45, e Napoli-Fiorentina, domenica alle 15.

Il girone d’andata volge al termine e la lotta al vertice è sempre più intensa ed ogni minimo dettaglio può fare la differenza tra il sogno e l’incubo.

Lavinia Colasanto