Roma-Sampdoria 0-1: le pagelle. E la tristezza pervase il popolo giallorosso. DiFra, o adesso o mai più

Simone Indovino – Non se ne esce più. Inizia a diventare una situazione logorante per tutti i tifosi della Roma che devono ingoiare un’altra amara delusione, derivata da questa sconfitta interna contro la Sampdoria. È Zapata che decide il match a circa 10 minuti dallo scadere, sfruttando una clamorosa disattenzione difensiva. Solo parole al vento quelle pronunciate dai protagonisti fino a pochi istanti dall’inizio della partita: la cattiveria e la grinta auspicata non sono state viste neanche da lontano. Il primo tempo è di scarsissima qualità e solo una partita monstre di Alisson permette ai capitolini di stare nel match. Sempre nei primi 45 minuti di gioco Under guadagna un rigore che Florenzi spara addosso a Viviano. La ripresa è di fattura certamente migliore ma come due mesi a questa parta manca la “tigna” per buttare la palla in rete. La Roma di Di Francesco si sta spegnendo lentamente.

ROMA

Alisson 7.5 – Ancora una volta, e viene da dire purtroppo, è l’unico a salvarsi della baracca. Se lo scarto è solamente di una rete il merito è tutto suo. Speriamo che questa sera i dirigenti del PSG non fossero davanti alla tv ma a gustarsi un bel piatto di escargot…

Florenzi 5 – Nervoso e poco concreto rispetto al solito già dai primi minuti di gara. Potrebbe svoltare la serata trasformando il rigore ma il suo tiro dal dischetto rispecchia il momento della Roma: non vi è alcuna personalità nel suo tiro.

Manolas 5.5 – Meglio del compagno di reparto, ma rimane insufficiente anche la sua partita.

J.Jesus 4.5 – Di Francesco concede un turno di riposo a Fazio schierando il brasiliano: mai scelta fu più avventata. Trascorre tutta la gara in balia di Zapata, che con la sua fisicità lo mette in difficoltà, compresa l’azione del gol in cui si fa sorprendere alle spalle.

Kolarov 5.5 – Salvate il soldato Aleksandar. Non ne ha palesemente più, la sua velocità di crociera si è dimezzata rispetto ai primi mesi di stagione. Anche il caldo piede sinistro sembra essersi arrugginito ma almeno la piccola attenuante di non essersi fermato un attimo da agosto.

Strootman 5 – La lentezza è la qualità in negativo che caratterizza tutta la partita dell’olandese. A Milano un piacevole fuoco di paglia per quanto riguarda il ruolo di regia, che dalla prossima gara tornerà sulle spalle di De Rossi.

Pellegrini 5.5 – Perde un po’ di smalto rispetto all’apparizione di mercoledì sera. Specie nel primo tempo, è fuori dalla manovra e lento nella costruzione del gioco, perdendo numerosi palloni. Pesano le due ghiottissime occasioni non concretizzate dal centrocampista romano nella ripresa, su cui avrebbe dovuto mostrare più determinazione.

Nainggolan 5 – Quanto manca il vero Ninja a questa Roma. Non riesce più a giocare come sa, penalizzato da uno schema di gioco (assieme a una condizione non proprio brillante) che sopprime tutte le sue enormi qualità.

El Shaarawy 5.5 – Tanta voglia ma altrettanta confusione per il numero 92. Primi 45 minuti quasi da spettatore, sale leggermente in cattedra nella ripresa mettendosi a scambiare bene con Florenzi e Pellegrini sulla corsia di destra. Non tira mai verso la porta e questo grava sulla sua prestazione.

Under 6 – Se non avesse centrato in pieno volto Viviano da pochissimi passi sarebbe stato l’eroe della serata. Con i suoi spunti si dimostra una spina nel fianco per la difesa doriana ed è anche sfortunato quando si procura il rigore. Se non ci fosse stato il tocco di mano avversario è probabile che, vedendo gli svariati replay, la palla si sarebbe depositata in porta.

Dzeko 4.5 – Il bosniaco era già in un momento non positivo prima del mercato, figuriamoci adesso che da circa 10 giorni il suo nome appare in qualsiasi giornale e telegiornale. Partita pessima, in cui tocca pochissimi palloni. Quando ha una buona occasione, si pesta i piedi da solo e produce un tiro debolissimo da posizione comoda.

Defrel 5 – Un quarto d’ora circa da corpo estraneo.

Perotti s.v. – Messo per tentare il tutto per tutto, si unisce alla pochezza dei compagni.

Antonucci s.v. – Non è che sia sempre Natale, mister.

Di Francesco 4.5 – Non esistono più giustificazioni. Gestione della partita totalmente scriteriata: i cambi non fanno altro che penalizzare la rosa giallorossa. Ha deciso di allenare, come detto da lui stesso, la Roma anche nei momenti di difficoltà, ma è proprio lui che da questa difficoltà deve far uscire i suoi ragazzi. Altrimenti stop, di tempo non ne esiste più.

Simone Indovino

Mercato Roma. Il Guangzhou acquista Gudelj, addio all’idea Nainggolan

Luca Fantoni – Oltre alle possibili cessioni di Dzeko ed Emerson Palmieri, a tenere banco in questa sessione di calciomercato è stato il possibile trasferimento di Radja Nainggolan in Cina. Dopo la smentita del General manager del Beijing però, arriva anche un’altra indicazione della permanenza del belga nella capitale. Il Guangzhou Evergrande, la seconda squadra interessata al Ninja, ha acquistato il centrocampista Nemanja Gudelj dal Tianjin Teda. Questo arrivo completa la casella degli stranieri disponibili per la registrazione. La squadra cinese ha già infatti in rosa i due brasiliani Alan, Ricardo Goulart e il sud coreano Kim Gwong che occupa il posto riservato ai giocatori asiatici (regola valida ormai solo per la Champions Leagueasiatica). C’era infatti la possibilità che Nainggolan fosse tesserato in quanto tale per le sue origini indonesiane. Il Guangzhou rispetta così le gentili “indicazioni” del governo cinese, non spende cifre spropositate per un giocatore dall’estero, e fa felici i tifosi della Roma che si potranno godere il centrocampista belga per un altro po’ di tempo.

Luca Fantoni

Edin e un finale magnifico

Lavinia Colasanto – Nell’aria si respirava tensione e tensione c’è stata. Il derby finisce per 0-0 con 27 falli fischiati da Mazzoleni, un cartellino rosso sventolato a Radu ed un accenno di rissa nei minuti finali. La stracittadina che valeva la Champions fa attestare  ufficialmente Roma e Lazio al terzo e al quarto posto della classifica in virtù degli scontri diretti.

I giallorossi, come è successo spesso quest’anno, impattano con i legni, ben cinque colpiti nelle ultime due gare, due di questi proprio contro i biancocelesti. Il primo ha visto protagonista Bruno Peres, in grande ascesa di prestazioni, dopo una palla alla Totti di Nainggolan. L’urlo del gol è strozzato nella gola dei romanisti che guardano la palla prendere il palo esterno alla destra di Strakosha. Arriva al secondo posto Edin Dzeko. Magnifico il suo finale come magnifico è stato il colpo di testa con cui ha anticipato di netto Bastos prima di vedere la sfera infrangersi sulla traversa. L’attaccante ha dato dimostrazione del suo momento di forma e di che cosa è in grado di dare alla Roma. Prima dell’incredibile sfortuna anche una bella parata del portiere che si è disteso sulla sua destra per disinnescare un’altra capocciata di Edin. Pochi minuti dopo una staffilata da fuori che ha fatto la barba al palo.

Un attacco che ha provato a pungere ed una difesa che ha corso pochi rischi. Senza parate Alisson che in pagella si è meritato un “senza voto”. Il miglior attacco della Serie A si blocca nel derby con Parolo ed Immobile spreconi davanti al brasiliano e con Marusic anticipato magistralmente da El Shaarawy in situazione di 10 contro 11.

Un punto che fa classifica per entrambe dopo una settimana pazza che ha visto la Roma distruggere il Barcellona ed andare in semifinale di Champions League, e la Lazio uscire in maniera clamorosa dall’Europa League per mano del Salisburgo. Nel derby tutto si è azzerato, anche il punteggio finale.

Lavinia Colasanto

2011, Roma-Sampdoria 3-1. L’ultima partita dell’era Sensi, Welcome to “Fabulous” America

Luca Fantoni – “Born in the Usa” direbbe “The Boss”, Bruce Springsteen. Quel 22 maggio 2011 nasce ufficiosamente la nuova Roma americana. Ad una cosa che sorge ne corrisponde però sempre una che tramonta, è un ciclo. La partita contro la Sampdoria segna la fine dell’era Sensi, prima quella di Franco e poi quella di Rosella. 18 anni che hanno segnato la storia giallorossa. Sconfitte, delusioni ma anche uno scudetto e sicuramente tanto cuore, perché prima di essere presidente, Sensi era un tifoso. Ma torniamo a quel giorno. Avete presente il famoso cartello “Welcome to Fabulous Las Vegas”? Idealmente divide l’aridità del deserto del Nevada e le mille luci della città che non dorme mai. Dopo quel match di fine stagione, i tifosi romanisti si sentivano come se avessero superato quel cartello. Le aspettative sulla nuova proprietà erano alte, forse troppo. I risultati sono stati deludenti, è un dato di fatto, ma non si può dare tutta la colpa a Pallotta e soci. Hanno preso una società sull’orlo del fallimento e stanno cercando di riportarla in alto, combattendo con l’atavica condizione di “Eterna seconda” che è propria della Roma. La vittoria sui blucerchiati permise ai capitolini di iniziare la nuova era giocando l’Europa League. In panchina sedeva Montella. In porta c’era Lobont e davanti a lui Loria e Burdisso, con Riise e Rosi sulle fasce. Il centrocampo a tre era formato da Perrotta, Taddei e Pizarro con Totti dietro a Vucinic e Borriello. I blucerchiati, già retrocessi, con Cavasin in panchina, avevano tra i loro migliori giocatori Ziegler, Palombo e Biabiany.

LA PARTITA – Quella stagione non è stata di certo esaltante, sopratutto se si pensa all’anno precedente, con Ranieri alla guida, quando proprio contro la Sampdoria, la Roma si vide sfuggire uno scudetto storico. Lo stadio è mezzo vuoto ma l’occasione resta comunque di quelle speciali. E proprio per questo i giallorossi non iniziano con il piede giusto. Al 26° infatti, Mannini raccoglie una corta respinta di Lobont e segna. Dopo 4 minuti però, è Totti a liberarsi in area e a lasciar partire un destro imparabile per Da Costa. Dopo il pareggio i capitolini si spingono in avanti, hanno molte occasioni, ma il gol del vantaggio arriva solo al 71°, con Vucinic che si libera con una finta e in spaccata mette in rete. Il sigillo del definitivo 3-1 porta la firma di Marco Borriello che con un tiro sporco ribadisce nella porta avversaria una punizione respinta di Totti. Nel finale accadono due eventi rilevanti. Fa il suo esordio in maglia giallorossa Alessandro Florenzi, un ragazzo di cui sentiremo parlare negli anni a venire e il capitano abbraccia Rosella Sensi, ponendo definitivamente la fine ad un’epoca.

Da Bruce Springsteen a James Brown, da “Born in the Usa” a “Living in America”. C’è un pezzo in quella canzone che fa “Da qualche parte durante la strada potresti trovare chi sei”. Ecco, la Roma ancora non ha trovato sé stessa. Non ha ancora capito se può diventare una grande squadra o se sarà per sempre relegata al ruolo di eterna incompiuta. Questa stagione ne è l’emblema. Si è passati dalla beatificazione dopo la partita con il Chelseaal disfattismo più totale dopo questo periodo di crisi. Vivere di pallone nella capitale significa anche questo, oscillare tra bianco e nero senza vedere mai i grigi. La società si può criticare per alcuni aspetti ma difficilmente si può ricordare una Roma con un parco giocatori così forti, sopratutto lo scorso anno. L’obiettivo da perseguire è togliere quello 0 dalla casella dei trofei vinti nell’era a stelle e strisce. Difficilmente il risultato contro la Sampdoria potrà cambiare il corso di questa stagione ma come cantavano i Morcheeba, “Rome wasn’t built in a Day”, Roma non è stata costruita in un giorno ma prima poi si deve iniziare a farlo.

Luca Fantoni

Roma, nessuna offerta per Darmian e Sansone: Monchi valuta altri profili

Simone Burioni – A sei giorni di distanza dalla chiusura della sessione di calciomercato invernale diventano sempre di più i nomi accostati alla Roma. La cessione di Emerson e, eventualmente, quella di Dzeko costringono Monchi a valutare diversi profili per rimpiazzare i giallorossi in partenza.

DARMIAN – Uno dei giocatori più in voga per la fascia sinistra è Matteo Darmian, terzino sinistro del Manchester United. Per il classe ’89 ci sono stati contatti in estate, ma alla fine la dirigenza della Roma ha puntato sull’esperienza di Aleksandar Kolarov. Ad oggi non è stata recapitata alcuna offerta ai Red Devils, è stata effettuata solamente una richiesta di informazioni per un prestito con diritto di riscatto, respinto immediatamente al mittente dalla squadra inglese. Il giocatore va via solamente a titolo definitivo.

SANSONE – L’eventuale partenza di Dzeko comporterebbe lo spostamento di Patrik Schick da esterno a punta, con Defrel prima riserva. Monchi dunque è alla ricerca di un’ala che andrebbe a sommarsi a Perotti, El Shaarawy e Under. Il nome di Nicola Sansone, giocatore del Villarreal, attualmente, non è un opzione percorribile per diversi motivi: il classe ’91 è alle prese da inizio dicembre con un infortunio al polpaccio che lo terrà fuori dal rettangolo di gioco almeno per un altro mese abbondante. Il giocatore è già stato allenato da Di Francesco per due anni al Sassuolo. Il tecnico giallorosso conosce bene il ragazzo ed apprezza le sue qualità, ma, ad oggi, non c’è stato alcun contatto.

Simone Burioni

Sampdoria-Roma 1-1: le pagelle. Il poco cinismo, la Var, Orsato e chi più ne ha più ne metta… ma Dzeko regala un punto

Simone Indovino – Il momento horror della Roma non ne vuole proprio sapere di scomparire. L’agognato recupero, su cui tanti riponevano speranze per risalire la classifica, porta appena un punto nelle casse giallorosse. A segnare la prima marcatura della gara è il redivivo Quagliarella, in infermeria fino a ieri, con un calcio di rigore assegnato, neanche a dirlo, con la Var. Poco prima un fallo negato a Strootmanaveva scatenato le ire dell’olandese; sull’azione successiva è avvenuto il dubbio contatto poi sanzionato con la tecnologia da Orsato. Il primo tempo dei capitolini non è disprezzabile dal punto di vista del gioco, ma il cinismo praticamente nullo incide ancora sul match. Di Francesco le prova tutte nella ripresa, compreso il giovane Antonucci, che serve un pallone che Dzeko manda in gol per il definitivo pareggio al 91°.

ROMA

Alisson 6.5 – Il brasiliano è l’unico che riesce a convincere in ogni partita nonostante il momento clamorosamente negativo. Legge con largo anticipo diverse situazioni pericolose, sventando il tutto. Toglie con un balzo felino una punizione di Caprari dall’incrocio dei pali e a fine gara respinge un’altra conclusione a botta sicura dell’ex.

Florenzi 6 – Nulla da imputare al terzino che si comporta in maniera sufficiente anche quest’oggi. In fase difensiva è abbastanza concreto, eccezion fatta per qualche pallone che gli passa alle spalle. Nel quarto d’ora finale è lui l’uomo più pericoloso in zona gol.

Manolas 6 – Tralasciando i piedi non proprio delicati che il greco si ritrova, è l’unico a tenere avanti la baracca difensiva, fronteggiando con risultati spesso vincenti la fisicità di Zapata.

Fazio 5 – In totale balia degli avversari, Ramirez su tutti, che lo fa impazzire fino a pochi istanti dalla fine della gara quando procura un insidiosissimo calcio di punizione dal limite. Nel primo tempo sbaglia alcuni passaggi clamorosi che danno il via a potenziali azioni da gol avversarie.

Kolarov 5 – Senza dubbio la sua peggior partita da quando è a Roma. Appare sin dall’inizio scarico sia fisicamente sia psicologicamente, non riuscendo mai né a fermare gli avversari né ad avanzare con la sua solita concretezza. In più, l’intervento dubbio, ma senz’altro scomposto e poco ordinato, che porta al rigore decisivo.

Pellegrini 6 – È l’unico dei centrocampisti a riuscire a dare un po’ di ordine alla manovra apprezzando spesso e volentieri le avanzate. Il romano ha mostrato un ottimo cambio di passo infilandosi spesso tra la difesa avversaria. Calcia più volte verso la porta non riuscendo mai ad imprimere il proprio timbro.

Strootman 5.5 – Prestazione molto lontana da quella più che positiva vista in regia contro l’Inter. L’olandese quest’oggi appare lento e con poche idee.

Nainggolan 5 – Dove sei finito, Radja? Perché manchi tanto a questa squadra. Vuoi la posizione più arretrata, vuoi il calo della squadra, ma il belga non è neanche il lontano parente di quello sempre ammirato. Un’enormità di errori in situazioni determinanti e pochissima grinta applicata alle sue giocate.

Defrel 5.5 – Tanto impegno, tanti bei buoni movimenti sulla fascia destra a creare la superiorità numerica ma pecca, ancora una volta e svariati mesi dopo la sua ultima possibilità, sotto porta. Nell’azione in cui calcia verso la porta ha almeno l’obbligo di beccare lo specchio della porta, invece il francese spara incredibilmente alto.

Under 5.5 – Ha qualità enormi, e questo è innegabile. Certe sue sgroppate con annessi dribbling da funambolo fanno impazzire la difesa doriana creando grosse situazioni di vantaggio per la Roma. L’altra faccia della medaglia è la poca concretezza: deve ancora imparare a gestire le determinate situazioni della gara ed essere lucido in determinate scelte.

Dzeko 6 – C’è tanto da raccontare nei 94 minuti del bosniaco. Parte forte, crea alcune occasioni che tuttavia non trasforma. Si innervosisce, viene ammonito, richiamato, ed entra in letargo. Per fortuna l’odore della preda lo risveglia al due minuti dal triplice fischio, quando con rabbia scarica in porta la palla del pari.

Schick 6.5 – È il ceco a rappresentare la nota più lieta della serata di oggi. Impatto sulla gara straordinario del ceco che imprime tanta qualità alle sue giocate e fa guadagnare campo alla sua squadra.

Antonucci 6.5 – Il giovane talentino della Primavera faticherà a scordare questo suo debutto. Dopo appena pochi secondi dal suo ingresso solo un malinteso con Dzeko gli nega la gioia della rete. Suo il cross decisivo che il bosniaco trasforma.

Gerson s.v. – Qualche spallata, qualche pallone buttato casualmente, e un fallo da brividi allo scadere.

Di Francesco 5.5 – Vero, la partita è determinata da episodi, il rigore assegnato dalla Var su tutti. Ma la squadra vista fino agli inizi di dicembre non esiste più, e la crisi di risultati che non accenna a diminuire è la palese testimonianza. Serve un netto cambio di rotta e, forse, anche un cambio di modulo per sfruttare determinate caratteristiche di alcuni calciatori, Nainggolan su tutti. Il belga appare troppo innocuo rispetto a come aveva abituato tutti. Per sua fortuna Dzeko gli regala almeno un punto che si spera possa essere importante nella corsa Champions.

Simone Indovino

Roma, Nura conteso da Spezia e Perugia: offrono un prestito per 18 mesi

Simone Burioni – Nonostante i tanti problemi fisici la Roma crede ancora in Abdullahi Nura e, durante questo mercato invernale, potrebbe mandarlo in qualche club al fine di aumentare i minuti sulle gambe. In lizza ce ne sono due di Serie B: lo Spezia e il Perugia. Le ipotesi sono in piedi, entrambe le squadre offrono un prestito per 18 mesi, con l’esterno che spinge per tornare in Liguria dove ha giocato, nella Primavera, nella stagione 15/16. Non è da escludere che uno dei due affari si concluda entro la fine di gennaio per permettere al terzino di spiegare finalmente le ali. Poco più di un mese fa l’ex Spezia ha parlato ai microfoni di Roma TV: “Io ora sto bene. Sono stati nove mesi difficili, ho lavorato tanto, ora sono contento. È stato importante per me, abbiamo lavorato ogni giorno a Trigoria. Mi sento tranquillo, ora sto bene, non sento dolore. Era tanto tempo che non giocavo, ora sto bene e questo è l’importante”. Un altro giovane è in partenza. Si tratta di Umar Sadiq che, dopo la poco positiva esperienza al Torino, è molto vicino al Nac Breda dove spera di trovare spazio. L’attaccante si ridurrà anche l’ingaggio e resterà in Olanda per 6 mesi.

 

Simone Burioni

Coppa Italia Primavera, Roma-Torino 1-1. Alberto De Rossi cercherà di agguantare la finale settimana prossima al Filadelfia

Simone Burioni – Qualificazione alla finale di Coppa Italia ancora totalmente in ballo. Al Tre Fontane termina 1-1 la gara tra Roma a Torino, che si affronteranno nuovamente settimana prossima nel capoluogo piemontese per contendersi l’atto finale della competizione. Butic colpisce Romagnoli dopo pochi minuti e da quel momento le reazioni giallorosse tardano ad arrivare. A metà ripresa è costretto a lasciare il campo per doppio giallo Cargnelutti; per tappare il buco lasciato in difesa De Rossi inserisce Kastrati che pochi giri d’orologio dopo firma il definitivo pareggio.

IL TABELLINO

AS ROMA (4-3-3) : Romagnoli; Bouah (56′ Keba), Ciavattini (C), Cargnelutti, Valeau; Meadows, Marcucci, Sdaigui; Riccardi, Besuijen (69′ Kastrati), Celar.
A disp.: Greco, Zamarion, Diallo Ba, Semeraro, Truşescu, Masangu, Petruccelli, Pezzella, D’Orazio, Petrungaro.
Allenatore: De Rossi.

TORINO FC (4-3-1-2) : Coppola; Gilli, Ferigra, Buongiorno, Fiordaliso; Oukhadda, Rauti, D’Alena (C); Kone (69′ Celeghin); Millico (82′ Bianchi), Butić (90′ Borello).
A disp.: Zanellati, Gemello, Bedino, Capone M., Filinsky, Samake, De Angelis, Leveque, Ruggiero, Gonella.
Allenatore: Coppitelli.

Marcatori: 12′ Butic (T), 79′ Kastrati (R)
Ammoniti: 24′ Celar (R), 25′ Cargnelutti (R), 65′ Kone (T), 68′ Cargnelutti (R), 84′ D’Alena (T), 92′ Oukhadda
Espulsi: 68′ Cargnelutti (R)

LIVE

SECONDO TEMPO

94′ – Termina la partita.

92′ – Oukhadda si becca un giallo per una trattenuta su Meadows.

90′ – Ultimo avvicendamento nei granata. Borello fa il suo ingresso in campo rilevando Butic.

89′ – PALO DEL TORINO! Oukhadda calcia, Romagnoli respinge sul legno salvando la Roma.

84′ – Giallo per D’Alena, che stende Keba.

82′ – Millico lascia il campo, al suo posto Bianchi.

79′ – GOOOOOOOOOOL DELLA ROMA!!! Sugli sviluppi di un calcio d’angolo Kastrati accoglie un pallone vacante e deposita in rete col sinistro.

71′ – Il Toro prova a sfruttare la superiorità numerica e si rende pericolosa con Millico. Per fortuna dei padroni di casa la sua conclusione termina a lato.

69′ – Nella Roma fuori Besuijen per Kastrati. Tra le file degli ospiti esce Kone, ammonito, per far spazio a Celeghin.

68′ – ESPULSO CARGNELUTTI. Secondo cartellino giallo sventolato al difensore che è colpevole di aver fermato Butic involato a rete.

66′ – Occasione clamorosa per la Roma. Meadows arriva sulla fascia e crossa, impatta Riccardi di testa ma Coppola respinge. Sulla ribattuta prova Keba a ribadire in porta ma è ancora il portiere avversario che gli nega il gol. Sul ribaltamento di fronte Romagnoli in uscita spegne tutti i pericoli.

65′ – Primo ammonito in casa Torino: arriva il giallo per Kone.

63′ – Celar da buona posizione in area dopo un flipper preferisce servire Besuijen, subito contrato, che tirare verso la porta. Serve più concretezza da parte degli uomini di De Rossi.

58′ – Millico vince un rimpallo e tenta un colpo da biliardo con il destro. Romagnoli non si fa sorprendere e respinge a mano aperta.

56′ – Primo cambio per De Rossi. Entra in campo Keba, fuori Bouah. Meadows si abbassa a va a ricoprire il ruolo di terzino destro.

54′ – Torna a farsi avanti il Torino con Rauti che tenta la via del gol ma strozza troppo il sinistro che viene agilmente raccolto da Romagnoli.

52′ – Sdaigui vicinissimo al pareggio. Il centrocampista stacca di testa sul cross di Bouah ma la sfera termina di pochissimo a lato.

49′ – Keba continua il riscaldamento: con tutta probabilità De Rossi si affiderà a lui per provare a riprendere la gara in corso d’opera.

46′ – Via alla ripresa.

PRIMO TEMPO

45′ – Millico si accentra e calcia col destro. Devia Cargnelutti che poi riesce ad allontanare definitivamente la sfera respingendo il pericolo. Su quest’azione l’arbitro fischia la fine dei primi 45 minuti.

41′ – Calcio d’angolo per la Roma che ancora una volta non crea grossi problemi alla difesa avversaria.

37′ – Celar si mangia il pareggio! Sul cross di Besuijen buca Ferigra in difesa e l’attaccante si ritrova col pallone a mezz’aria a pochi passi dal portiere avversario. Il suo tiro è strozzato e finisce innocuo tra le braccia di Coppola.

34′ – Azione personale di Besuijen sulla destra che si beve due avversari e mette in mezzo. Sulla respinta corta si fionda Marcucci che conclude ma non inquadra lo specchio della porta.

32′ – Il grande pressing messo in atto dai granata non permette ai ragazzi di De Rossi di costruire azioni da gol pericolose.

24′ – Primo giallo della gara: Celar ammonito per protesta dopo che l’arbitro gli ha fischiato un fallo contro. Appena un giro d’orologio successivo arriva un’altra sanzione, stavolta ai danni di Cargnelutti.

21′ – I giallorossi hanno accusato il gol subito in precedenza. Il Torino ne approfitta e guadagna un buon calcio di punizione dal vertice dell’area di rigore. Bravo Romagnoli in uscita volante ad allontanare il cross.

13′ – Roma che prova a reagire con Celar che richiede un rigore a causa di un contatto dubbio in area. Il direttore di gara lascia correre.

12′ – GOL DEL TORINO. Kone ruba palla a Marcucci con un intervento dubbio. Il calciatore serve successivamente Butic che a tu per tu con Romagnoli non sbaglia nonostante il tentativo in extremis di Ciavattini.

7′ – Prova a farsi vedere anche il Torino che batte una posizione dalla trequarti che non riesce a pescare nessun compagno in area di rigore spegnendosi sul fondo.

4′ – Meadows pennella un cross tagliato verso l’area di rigore che viene impattato da Sdaigui. L’azione si ferma a priori per una posizione irregolare.

3′ – Doppio calcio d’angolo per la Roma su cui i giallorossi non riescono a rendersi pericolosi.

1′ – Via alla semifinale d’andata di Coppa Italia.

Simone Burioni

La magia interrotta

Margherita Bellecca – La nuova stagione era iniziata bene per la Roma che fino al Derby la vedeva una delle possibili squadre in lotta per il vertice della classifica, ad oggi però, questo sogno sembra essere, per l’ennesima volta infranto, per la squadra stessa e per tutti i tifosi giallorossi, abituati, ormai da tanti, forse troppi anni, a vedere una Roma con un percorso altalenante.

Da quel fatidico Roma-Lazio che ha visto la squadra di Di Francesco espugnare l’Olimpico, nelle successive sette partite i giallorossi sono riusciti a portare a casa solo nove punti, per non parlare poi dell’eliminazione agli ottavi di Coppa Italia contro il Torino. Alcuni dicono che la magia si sia interrotta da quell’inaspettato schiaffo rifilato da De Rossi a Lapadula durante Roma-Genova, che è costato al Capitano la squalifica e purtroppo alla squadra un amaro pareggio. Altri ancora si stanno domandando qual è il motivo che ha portato la squadra di Di Francesco ad una tale involuzione.

In questo momento chi si sente un carico pesante sulla schiena è proprio il tecnico, che è passato da “allenatore che sta cambiando miracolosamente la Roma” ad “allenatore che gestisce male i cambi facendo troppo turnover”. Sta di fatto che ora, chi cercherà di trovare delle risposte è proprio la dirigenza, che è stata chiamata all’appello a Londra, dal Presidente Pallotta per fare un punto sulla situazione. Chissà se Monchi dopo questa riunione metterà in pratica le sue parole: “Chi non ha la mentalità vincente non può stare nella Roma”.

Margherita Bellecca

 

1988, Sampdoria-Roma 0-2. In un Marassi trasformato in cantiere, Völler e Massaro firmano la vittoria

Luca Fantoni – Siamo alla fine degli anni 80, precisamente a dicembre del 1988. In discoteca i ragazzi ballavano i Duran Duran e Michael Jackson, ad Anversa un piccolo Nainggolan compiva 8 mesi e a Roma i tifosi giallorossi vivevano uno dei tanti periodi sofferti della loro storia. I “Wild Boys” del Liedholm 3.0 sono solo un ricordo sbiadito della squadra che ha vinto il secondo scudetto. I capitolini alternano buone gare a clamorose debacle, come quella con la Dinamo Dresda in Europa. Se per la Roma quello non fu un periodo da ricordare, non si può dire lo stesso per il movimento calcistico italiano che si apprestava a vivere il suo momento di massimo splendore, iniziato con il mondiale del 90’. Proprio per quella manifestazione vennero rimodernati tutti gli stadi, compreso Marassi. La squadra di Leidholm si trova quindi a giocare in un cantiere a cielo aperto. La porta è difesa da Tancredi. La retroguardia a 5 è composta da Tempestilli, Nela, Manfredonia, Oddi e Collovati. I tre di centrocampo erano Policano, Desideri e Giannini con “il tedesco volante” Rudi Völler e Massaro in avanti. La Sampdoria di Boskov, che al contrario dei romani si apprestava a vivere gli anni migliori della sua storia, schierava negli undici i due ex Vierchwood e Cerezo ed anche i gemelli del gol Vialli e Mancini.

LA PARTITA – Con un ultimatum a Liedholm. Così si presenta la Roma a Marassi. A causa dei risultati deludenti, il presidente Dino Viola aveva dato un termine di 8 giorniall’allenatore per risollevare le sorti della squadra. L’ambiente non era quindi tra i più sereni. L’inizio del match fa presupporre che lo svedese, al panettone, non ci sarebbe mai arrivato. La Sampdoria attacca e va vicinissima al gol più volte con Mancini e Cerezo, ma un Tancredi in grande giornata e un intervento quasi sulla linea di Manfredonia, evitano lo svantaggio. Al 35° i giallorossi, a sorpresa, segnano. Il difensore Antonelli effettua un retropassaggio sciagurato per il proprio portiere Pagliuca che non è deciso nell’uscita e si fa trafiggere da Voeller, un vero rapace d’area di rigore.Nella ripresa il copione non cambia. Ci prova prima Dossena e poi Victor Muñoz ma il colpo di testa dello spagnolo si infrange sul palo. A 13 minuti dalla fine però, i capitolini colpiscono ancora in contropiede. Giannini, con uno splendido passaggio in profondità, chiude un triangolo con Massaro il quale supera Pagliuca in uscita. 2-0 e giallorossi che ottengono la loro 5° vittoria nella storia sul campo della Samp.

Forse non ci saranno ultimatum per Di Francesco ma la situazione è critica. Pareggiare a Milano con l’Inter, di per sé, non è un cattivo risultato ma in un momento come questo serviva solamente la vittoria. A Marassi non sarà facile. 30 anni fa la Roma vinse grazie ai suoi due attaccanti, ora non si sa neanche chi sarà il centravanti titolare. Dzeko sembra già con la valigia pronta per Londra, sponda Chelsea. È una perdita enorme per i capitolini, sopratutto se non dovessero riuscire a sostituirlo a dovere. Schick può rappresentare un’alternativa? Forse, ma con ancora tutta una stagione da giocare, con lo spettro del non ingresso in Champions League l’anno prossimo, vale davvero la pena di rischiare? Le risposte ce le darà il campo. Sempre oscillante tra amore e odio, Dzeko è stato “vittima sai di un bilancio sbagliato come cantava Julio Iglesias. Ora che i conti però torneranno a posto, è compito e dovere di Monchi cercare di costruire una squadra che sappia riportare un trofeo a Roma dopo 10 anni.

Luca Fantoni