Parola chiave: ripartire

Lavinia Colasanto – Ripartire. E’ questa la parola d’ordine usata con maggior frequenza durante gli allenamenti della Roma. Ripartire dopo il brutto pareggio contro il Genoa e farlo immediatamente nella sfida casalinga che vedrà contrapporre la Roma alla neopromossa Spal. La squadra di Semplici, nonostante si trovi al terzultimo posto in compagnia proprio del Grifone, sta facendo un percorso di tutto rispetto avendo vinto 2 partite e pareggiandone 4 nelle 14 giocate.

Di Francesco dovrà rinunciare a più di un giocatore. In difesa Karsdorp, a centrocampo De Rossi, che sconterà la prima delle due giornate di squalifica, e Nainggolan, non convocato,  in attacco Defrel, brutta botta alla rotula nell’ultimo assalto della Roma contro il Genoa. Spazio dunque all’ennesimo turnover perché davanti ad Alisson tornerà Manolas che farà coppia con Fazio. Florenzi e Kolarov sulle fasce anche se è atteso l’esordio in campionato di Emerson Palmieri, ma soltanto a partita in corso. Senza il Capitano e senza Nainggolan, il centrocampo sarà composto da Gonalons, Strootman e Pellegrini. In attacco i tifosi della Roma possono leccarsi i baffi vista la quantità di talento di cui dispone Di Francesco. Difficilmente uscirà Dzeko dal trio, mentre è ancora in dubbio la presenza dal primo minuto di Schick. Il ceco se la dovrà vedere con Under che ha voglia di stupire. L’ultimo posto sarà preda di El Shaarawy, soltanto panchina per Gerson.

Contro il 4-3-3 della Roma la Spal si presenterà col suo 3-5-2 con due punti fermi su tutti: gli ex Viviani e Borriello che possono far male da calcio piazzato ed in mischia. Ad accompagnare il bomber ci sarà Paloschi che alla Roma ha segnato un gol, quando militava nel Genoa. Col centrocampista, invece, spazio a Schiattarella, Lazzari, Grassi e Mattiello. A proteggere Gomis, ancora infortunato Meret, ci saranno Vaisanen, Vicari e Felipe.

Quella tra Roma e Spal sarà la 32esima sfida col bilancio clamorosamente in equilibrio viste le 12 vittorie dei capitolini contro le 10 dei ferraresi, 9 sono i pareggi. All’Olimpico non c’è storia, 8 a 1 per i padroni di casa. L’ultimo incontro risale al 18 agosto del 1982 quando i giallorossi vinsero in Coppa Italia per 1-0. Invece sarà la prima volta che Di Francesco e Semplici si troveranno uno contro l’altro.

Occasione da non fallire per la Roma visto che pochi minuti dopo il fischio finale scenderanno in campo Napoli e Juventus al San Paolo. Occhi sempre ben aperti però, perché la Spal non regala niente e ha dimostrato di giocare un buon calcio, lo sanno bene i partenopei che hanno tremato in quel di Ferrara vincendo soltanto all’ultimo istante. Concentrazione massima quindi perché la Roma, davanti al suo pubblico, non può e non deve sbagliare.

Lavinia Colasanto

Inter-Roma 1-1: le pagelle. La paura nel finale vanifica la rete di El Sha. Un punto a testa per la corsa Champions

Simone Indovino – Non si va oltre il pareggio nella serata di San Siro. Una rete a testa per Inter e Roma che si dividono la posta in gioco ed entrambe non tornano al successo dopo le ultime uscite piene di difficoltà. Gara tatticamente giusta quella disputata dai giallorossi che puniscono i ragazzi di Spalletti con El Shaarawy, bravo e feroce nel riuscire ad approfittare dell’errore di Santon. Nella ripresa aumenta la pressione nerazzurra e i capitolini sono colpevoli di essersi abbassati troppo. Il forcing finale porta al pareggio di Vecino a cinque minuti dallo scadere, nel momento di maggior difficoltà per gli uomini di Di Francesco, costretto a inserire Bruno Peres e Juan Jesus a causa della stanchezza accusata dai positivi Gerson ed El Shaarawy.

ROMA

Alisson 7.5 – Un paio di centimetri in più sul colpo di testa di Vecino e sarebbe stato eletto eroe della serata. Tuttavia non gli si può accusare nulla, perché il brasiliano si rende protagonista di una serie di interventi di altissima qualità. Fornisce con una sventagliata clamorosa il pallone che El Shaarawy trasforma.

Florenzi 7 – Ha di fronte una delle ali più abili d’Europa come Perisic, ma nonostante la stazza fisica il romano si comporta in maniera eccellente, riuscendo a sopperire alla mancanza di altezza con velocità e posizionamenti corretti. Non a caso l’intensità giallorossa inizia a scendere col suo avanzamento a centrocampo, e la rete del pari arriva proprio dalla sua fascia di competenza.

Manolas 6.5 – Nulla da appuntare ai 95 minuti del greco, che lotta come un leone con Icardi avendo spesso la meglio sopratutto in velocità.

Fazio 6 – Buonissima guarda per 80 minuti, grinta da vendere e atteggiamento da leader. Peccato che, assieme a Juan Jesus, si faccia sorprendere alle spalle da Vecino che salta indisturbato all’interno dell’area di rigore.

Kolarov 6.5 – Nel primo tempo è tra i protagonisti delle avanzate giallorosse. I compagni si fidano di lui e gli relegano spesso i compiti più ardui, che il serbo adempie al meglio. Accusa la stanchezza nel finale di partita, in cui sono troppi i palloni che non riesce a gestire.

Strootman 7 – La partita dell’olandese ci ha fatto tornare indietro nel tempo, a quando arava il campo con grosse falcate e spezzava tutte le possibili azioni offensive degli avversari; preziosissimi alcuni suoi ripiegamenti nella propria area di rigore. C’è solo da sperare che non sia un fuoco di paglia ma un piacevole ritorno.

Pellegrini 5.5 – Non la gara più brillante dell’ex Sassuolo. Vero che corre tantissimo, ragion per cui la lucidità non può essere sempre eccelsa, ma ci si sarebbe potuto aspettare di più in determinati frangenti col pallone tra i piedi.

Gerson 6 – Dopo diverse apparizioni da ala destra torna nella sua posizione naturale di mezzala, sfornando un’ottima prestazione impreziosita da tanta corsa e un possesso palla pregevole. Si batte con grinta e manovra la sfera con intelligenza sfruttando il suo dolce piede sinistro.

Nainggolan 6.5 – Ormai è chiaro, il suo ruolo rispetto l’anno scorso è mutato. Il Ninja non si presenta più con costanza in area di rigore ma si limita al ruolo di interditore contribuendo alle ripartenze grazie ai suoi strappi.

El Shaarawy 6.5 – Primo tempo anonimo fino al momento in cui non raccoglie l’assist di Alisson e l’imprecisione di Santon e realizza con freddezza con un “cucchiaino”. La marcatura gli conferisce fiducia e le sue giocate aumentano di qualità fino al momento in cui Di Francesco non decide di richiamarlo in panchina.

Dzeko 5 – Ancora una volta, pochi i palloni che il bosniaco può tramutare in rete. Si limita a partecipare alla manovra generale, non solo offensiva, della sua squadra. A metà secondo tempo scompare dal terreno di gioco poiché i suoi compagni di squadra si abbassano troppo non riuscendo più a ripartire.

Bruno Peres 5 – Entra in campo e iniziano le difficoltà per la Roma. Subito intimorito da Perisic, costringe Di Francesco a schierare la difesa a 5 creando apprensione tra i suoi giocatori. Regala un pallone folle a Icardi nei pressi dell’ultimo minuto che per fortuna l’argentino non sfrutta.

Juan Jesus 5.5 – In campo per cercare di contrastare le avanzate finali, ma il brasiliano non brilla per concentrazione e insieme a Fazio sbaglia il posizionamento in occasione del pari avversario.

Schick s.v. – Sostituisce Dzeko a pochi secondi dalla rete dell’Inter. Non è di certo colpa sua, ma nel finale sono pochissimi i palloni che riesce a gestire per far salire i suoi.

Di Francesco 6 – La sua squadra è andata ad appena 5 minuti da un successo che sembrava improbabile per l’aria che si respira nella Capitale. Gestione della gara eccellente, fino a quando i problemi di Gerson ed El Shaarawy non lo costringono ad alcuni cambi che fanno arretrare troppo la Roma, concedendo di conseguenza una sostanziosa fetta di campo all’Inter.

Simone Indovino

Inter-Roma, intervista a Riccardo Ferri

Gianluca Notari – Riccardo Ferri, ex difensore di Inter e Sampdoria e attuale opinionista di Premium Sport, è stato intervistato dai microfoni della nostra redazione. Naturalmente, argomento principe dell’intervista è stata la gara di San Siro tra Inter e Roma. Le sue parole:

La partita tra Inter e Roma di questa sera è stata dipinta da molti come uno spareggio per la Champions League. Sei d’accordo?
E’ una partita che probabilmente non rappresenta il bivio finale, ma è certo che conti molto, specialmente per queste due squadre che prima della sosta avevamo lasciato l’impressione di aver perso un po’ le proprie caratteristiche, chi per convinzione, per fisicità o per velocità di manovra. E’ chiaro che questa partita può riaccendere un po’ di consapevolezza in entrambe. Detto questo, Inter-Roma è sempre stata una partita molto combattuta, dove le due squadre vorranno imporsi. La Roma è una squadra aggressiva, che ti attacca molto alta e che vuole sempre fare la partita, mentre l’Inter è molto brava a rispondere con delle ripartenze in velocità. Ricordando la partita d’andata, immagino che la Roma vorrà rifarsi, dopo una gara che l’ha vista un po’ delegittimata: colpì tre pali e fu certamente molto più protagonista dell’Inter. C’è curiosità di capire in che modo sarà affrontata la partita, sia dal punto di vista tattico che nell’atteggiamento.

Hai una tua idea riguardo alla flessione che entrambe le squadre hanno avuto?
Credo sia abbastanza fisiologico, anche se in maniera differente. La Roma arrivava da una stagione da protagonista, dove ha chiuso il campionato al secondo posto e, anche se eliminata ai preliminari in Champions League, ha portato al termine una stagione importante nonostante le diverse problematiche: il caso Totti, ad esempio, o altri piccoli problemi che dovevano essere gestiti all’interno dello spogliatoio. Dall’altra parte c’è un Inter neonata, con un progetto nuovo nato quest’estate. E’ cambiato l’allenatore, sono cambiati diversi giocatori, mentre quelli che c’erano lo scorso anno non avevano reso come invece stanno rendendo oggi: questo è senza dubbio merito di Spalletti. Inoltre, la partenza è stata davvero inaspettata da tutti: nessuno pensava che l’Inter potesse avere un tale approccio. Poi c’è stato un calo fisiologico probabilmente dettato dal fatto che la rosa è molto corta. Gli interpreti dall’inizio dell’anno sono quasi sempre gli stessi, specialmente sulle fasce che sono quelle che forniscono i palloni per Icardi, che se non fornito bene rimane isolato.

Credo che non ci siano dubbi sul fatto che il filo conduttore di questa partita è rappresentato da Luciano Spalletti…
Assolutamente. L’impressione che ho avuto su di lui fino ad oggi è estremamente positiva, ma lo era già lo scorso anno quando allenava la Roma. Lì vedevo un allenatore lasciato alla deriva, e che combatteva contro tutto e tutti portando avanti le proprie convinzioni. Partendo dall’inizio, quando Dzeko era spesso individuato come un problema, Spalletti lo ha sempre difeso fino all’ultimo, e Dzeko ha risposto con la cattiveria e la personalità che l’allenatore gli chiedeva. E poi il caso Totti, non facile da gestire. Per questo ho apprezzato molto Spalletti, perché nonostante le difficoltà è riuscito a non perdere di vista l’obiettivo finale che era quello della squadra, e non dei singoli. Non era facile, anche perché ho spesso avuto l’impressione che fosse lasciato solo dalla società che non aveva naturalmente intenzione di schierarsi contro Totti. La piazza per questo lo vedeva spesso come un nemico, ma lui ha portato a casa la stagione centrando l’obiettivo del secondo posto. Quest’anno  arrivato all’Inter, e come ho detto prima è stato determinante nel riportare alcuni giocatori su dei livelli altissimi: Perisic, Candreva, Handanovic, Icardi, Miranda. E poi gli acquisti, scelti in comune accordo con la società: Skriniar, Borja Valero, Vecino, tutti giocatori importanti. Questo mi sembra la dica lunga sulla qualità di questo allenatore.

Corsa scudetto: è ormai una questione tra Juventus e Napoli o pensi che Inter e Roma possano ambire al titolo fino all’ultimo?
Credo che il nostro sia un campionato 11 contro 9: 11 squadre che lottano per il titolo e per i posti per l’Europa e le altre 9 che lottano per non retrocedere. Al di là di questo, penso che fino alla fine Juve, Napoli, Inter, Roma e Lazio lotteranno per i primi 4 posti. Certo, al momento mi viene da pensare che Juventus e Napoli lotteranno per il titolo con le altre tre a scontrarsi per il terzo ed il quarto posto, a meno di clamorose sorprese. Mi auguro che a calare non siano Roma ed Inter: in quel caso la Lazio, vincendo il recupero, potrebbe lottare in maniera importante per un posto Champions.

Classifica finale per le prime quattro posizioni?
Vedo Napoli, Juventus, Inter e Roma. Ma la Lazio mi spaventa molto, specialmente dal punto di vista fisico, quindi vedo una Lazio equivalente a Roma e Inter: saranno queste tre a giocarsi gli ultimi due posti valevoli per la Champions fino a fine campionato. Fondamentali, in questo senso, saranno gli scontri diretti, come sono sempre stati. Già la partita di oggi potrebbe dire tanto: se l’Inter vincesse andrebbe a 45 punti, e toglierebbe inoltre un po’ di convinzione a questa Roma che è squadra davvero molto forte.

Gianluca Notari

A San Siro va in scena “La morte del Cigno”

Gianluca Notari – Un ultimo ballo. Dopodiché, il volo del Cigno di Sarajevo, in Italia, si interromperà per sempre. Anche se lui, le ali, le spalancherà nuovamente, per fare ritorno nella terra che lo ha visto affermarsi come uno dei più grandi attaccanti in circolazione, l’Inghilterra. Di Edin Dzeko a Roma si è sempre parlato: tanto, quando ha fatto bene, troppo, quando ha fatto male. A volte è stata colpa sua: sono stati molti, infatti, i gol sciupati da parte sua che magari avrebbero portato punti preziosi, o magari solamente entusiasmo e numeri più elevati. Il più clamoroso di tutti fu in quel Roma-Palermo 5-0, dove Dzeko riuscì con il sinistro a mandare fuori un pallone già in porta. Eppure, tante volte, il bosniaco è stato in grado di zittire tutti, collezionando gol sensazionali e giocate da applausi. Proprio in quell’occasione, infatti, siglò una doppietta fantastica, dimostrando che Edin Dzeko è un giocatore umorale e spesso dal rendimento alterno, questo sì, ma che è pure molto bravo nel giocare al gioco del calcio.

I detrattori non sono mai mancati: “fa gol solo con le piccole“, si diceva; “non è mai decisivo“, ancora; “nei momenti importanti sparisce“, confermavano altri. Anche quando, facendosi beffe delle critiche, sotto la sapiente guida di Luciano Spalletti, nella stagione 2016-2017 mette a segno 39 gol stagionali: capocannoniere della Serie A e capocannoniere dell’Euopa League, nonostante la Roma fosse poi uscita in modo scellerato agli ottavi di finale, dopo il doppio confronto con il Lione. Corsi e ricorsi storici: sarà probabilmente ancora lui, Luciano Spalletti, a rappresentare per Dzeko un altro spartiacque nella sua vita professionistica. Perché, se con il tecnico toscano il 9 giallorosso ha giocato la migliore stagione in carriera, questa volta Spalletti sarà probabilmente l’ultimo mister che incontrerà Dzeko nel suo cammino in Italia.

L’accelerata del Chelsea per assicurarsi il bosniaco è arrivata pochi giorni fa, subito dopo l’affondo per Emerson Palmieri, altro partente in direzione Londra. Il possibile blocco del mercato dei Blues – per tesseramento irregolare di giocatori minorenni – ha fatto scattare l’allarme a Cobham: Conte è rimasto notoriamente insoddisfatto dal mercato estivo e, con la probabile impossibilità di fare acquisti nella prossima finestra, gli investimenti in questa sessione dovranno essere molti e di sicuro affidamento. Ecco dunque spiegato il perché puntare su Edin: nonostante ormai gli anni siano quasi 32, Dzeko ha davanti a sé ancora un paio d’anni di calcio a ottimi livelli. Inoltre, l’alternanza con Morata gli garantirà il lusso di poter rifiatare spesso, senza esser costretto agli straordinari così come lo era a Roma. E poi Dzeko conosce già molto bene il campionato, dato che ha vestito la maglia del Manchester City per due stagioni e mezzo.

Insomma, chi trova Dzeko trova un tesoro, su questo non ci piove. Pioverà invece a Londra, dove piove sempre, dove il Cigno è diretto e dove ha avuto il suo ultimo vero acuto: due gol siglati a Stamford Bridge, di cui uno bellissimo, una meraviglia degna di un’opera di Čajkovskij.”La morte del Cigno“, ad esempio. Un ultimo ballo, per poi volare via.

Gianluca Notari

Dzeko-Emerson al Chelsea, affare in chiusura per oltre 50 milioni: da limare la distanza di 5 milioni sui bonus

Gianluca Notari – Che vendere fosse necessario era cosa nota, magari non ci si aspettava che le cessioni fossero due. Ma tant’è: il trasferimento di Emerson Palmieri ed Edin Dzeko al Chelsea è in fase di chiusura. I due club hanno trovato l’accordo per entrambi i giocatori sulla base di 50 milioni di euro: a questo punto c’è solamente da limare la distanza di 5 milioni tra domanda e offerta riferita ai bonus, con i giallorossi che vorrebbero circa 60 milioni in totale.

Ma con due pedine in uscita, la Roma dovrà pensare anche agli acquisti: per la fascia sinistra le ipotesi più accreditate portano il nome di Barreca del Torino, Horn del Colonia e Darmian del Manchester United. Tre profili diversi tra loro, ma ugualmente in grado di fare rifiatare Kolarov, onnipresente nel’undici giallorosso.
Per quanto riguarda il ruolo di attaccante centrale, invece, si parla del possibile prestito di Michy Batshuayi: la punta belga, oltre ai giallorossi, è stata offerta a diversi club europei, su tutti Borussia Dortmund e Siviglia. Un altro nome accostato alla Roma per sostituire Dzeko è quello di Olivier Giroud, che in uno strano incrocio di mercato libererebbe il posto al Chelsea per il bosniaco per poi prenderne quello a Roma.

Squadra e dirigenti sono ora concentrati sulla partita contro l’Inter, ma gli agenti sono a lavoro per chiudere l’affare. Da tutte le parti coinvolte filtra comunque un diffuso ottimismo: c’è ancora distanza, ma la volontà è quella di voler chiudere l’affare. L’accelerata finale ci sarà probabilmente all’inizio della prossima settimana, dopo la gara di San Siro.

Gianluca Notari

Perotti: “Solo dando il massimo per il mio club potrò guadagnarmi la Nazionale”

Margherita Bellecca – Dopo Patrick Schick anche Diego Perotti è stato vittima di una traduzione non corretta, di una sua intervista rilasciata ai media argentini. In questa pausa di gennaio, tutti i calciatori o comunque la maggioranza, sono partiti. C’è chi è andato in vacanza e chi invece ha deciso di trascorrere le vacanze in famiglia nella terra natia e Diego Perotti è uno di questi. Per l’attaccante non c’è stato nemmeno il tempo di arrivare in Argentina, che è stato intercettato dai media locali che tra le varie domande gli hanno chiesto come procede la sua corsa ai Mondiali, Domanda più che lecita visto che l’argentino manca di convocazione in Nazionale da 7 anni.

Secondo la Stampa argentina, Diego avrebbe detto: “Arriva il momento in cui uno pensa solo al mondiale, mi gioco tutto per avere questa chance. Darò tutto per essere in Russia.” Una frase che non è stata molto gradita dai tifosi giallorossi, infatti in serata, tramite il suo profilo Instagram, il calciatore ha voluto far chiarezza sulle sue dichiarazioni. Queste le sue parole: “Non ho mai detto che il mio unico pensiero è l’Argentina. Solo dando sempre il massimo per il mio club potrò guadagnarmi la Nazionale”.

Speriamo che questo servi a far tornare Diego l’attaccante che è stato ad inizio stagione, 5 gol in 22 partite e nonostante i 2 rigori sbagliati dall’argentino, la Roma è riuscita comunque a vincere contro l’Udinese e il Cagliari. Ricordiamo anche che il suo gol contro il Qarabag, ha regalato alla squadra giallorossa il primo posto nel girone di Champions League, che gli ha portato il rinnovo del contratto fino al 2021. Come lui tutta la squadra sta passando un momento di crisi, e chissà se queste vacanze per lui e per i suoi compagni, chi in famiglia e chi nelle mete esotiche, non portino una nuova positività.

Margherita Bellecca

 

 

2005, Inter-Roma 2-3. Totti diventa architetto, storia di un arco perfetto

Luca Fantoni – Riuscireste a mandare il pallone in uno spazio di poco più di 20 centimetri? Questa era la distanza tra la mano di Julio Cesar e la traversa. Impossibile, almeno per gli umani. In quella sera di ottobre di 13 anni fa però,Francesco Totti trascese il semplice essere calciatore, trasformandosi in un architetto capace di disegnare un arco perfetto. Solo 8 mesi dopo scoppierà il caso “Calciopoli” e questo Inter-Roma fu l’antipasto di un duello che divenne poi la sfida per eccellenza negli anni seguenti. Da una parte i campioni, dall’altra il bel gioco. A trionfare furono quasi sempre i nerazzurri ma i capitolini, a Milano, qualche soddisfazione sono riusciti a togliersela. Sulla panchina della Roma sedeva Luciano Spalletti, al suo primo anno in giallorosso. Il consueto 4-2-3-1 era formato da Doni in porta. Al centro della difesa c’erano Chivu e Kuffour (in una delle sue poche partite degne di essere chiamate tali), con Panucci e Cufrè come terzini. In mediana agivano De Rossi e Perrotta, ancora non reinventato trequartista, mentre dietro Montella giocavano Mancini, Totti e Taddei. La squadra di Roberto Mancini rispondeva con Julio Cesar tra i pali. La difesa a 4 era formata da Cordoba, Materazzi, il grande ex Samuel e Favalli. Sulle fasce giocavano Figoe Ze Maria con Veron e Cambiasso in mezzo. Dietro a Cruz c’era la fantasia di Recoba.

LA PARTITA – Erano 11 anni che la Roma non vinceva a Milano, ma fin dai primi minuti si capisce che quella poteva essere la serata giusta per invertire questa tendenza. Dopo 12 minuti gli ospiti sono già in vantaggio. De Rossi inventa una splendida verticalizzazione per Taddei che mette in mezzo per Montella che appoggia facilmente in porta. La partita è frizzante e le due squadre prendono un palo per parte con Mancini e con “El Jardinero” Cruz. Al 30° il calcio si trasforma in arte. Totti prende palla a centrocampo, salta Cambiasso, resiste all’attacco di Veron, punta Materazzi, il movimento a portar via l’uomo di Mancini riesce a fargli avere quel minimo di spazio in più per provare l’impensabile e il pallonetto del capitano conclude la sua dolce traiettoria in fondo alla rete, è 2-0. Con ancora negli occhi la prodezza del numero 10, la ripresa si apre con un calcio di rigore (generoso) su Montella. Totti dagli undici metri non sbaglia. A quel punto, in pieno stile Roma, arriva il momento di soffrire. Il primo gol di Adriano è altrettanto bello. La punizione del brasiliano sbatte sul palo ed entra in rete. A 13 minuti dalla fine Doni esce in presa alta ma cadendo perde il pallonepermettendo all’Imperatore di segnare il definitivo 2-3. Nel finale scintille tra Veron e Totti che vengono espulsi.

Da un arco all’altro. Quello che sta percorrendo la Roma in questo momento volge pericolosamente verso il basso. Da quella festa sotto la Curva Sud per il passaggio del girone di Champions League, la squadra di Di Francesco sembra non essere più quella di prima. La speranza dei tifosi giallorossi è che la sconfitta con l’Atalanta sia il punto più basso dell’arco, e che ora si possa solo risalire. Le voci di mercato sicuramente non aiutano i giocatori a ritrovare la tranquillità. Prima Emerson, poi Nainggolan, poi Dzeko e poi ancora Emerson. È chiaro che se uno di questi giocatori dovesse andare via la rosa si indebolirebbe ma i capitolini hanno retto a cessioni ben più dolorose. In questo momento la mancanza di fiducia verso Monchi e soci è totale. Del resto quando i risultati non arrivano è facile criticare tutto e tutti. L’atteggiamento deve essere diverso perché, come cantava Dolores O’Riordan dei Cranberries, in uno dei suoi ultimi brani, “Tomorrow could be great, if only you had some faith”. Bisogna avere fede nella squadra, è arrivata l’ora di reagire.

Terminata la sosta invernale la Roma è pronta a ripartire

Margherita Bellecca – Terminata la sosta invernale torna il campionato. Per la Roma subito partita ad alto rischio visto che i giallorossi, domenica sera alle 20.45, faranno visita all’Inter dell’ex Spalletti a San Siro. Entrambe le squadre stanno vivendo un periodo difficile perché i capitolini non vincono da tre partite mentre i nerazzurri non trionfano dal 3 dicembre quando rifilarono 5 reti al Chievo.

Come sottolineato da Federico Fazio la pausa è servita alla Roma: “Le vacanze sono arrivate nel momento giusto”. Il comandante sarà al centro della difesa con Manolas mentre sulle fasce agiranno Peres, al ritorno da titolare dopo la partita contro il Chievo Verona, e Kolarov. Chi sarà sicuramente in campo è Radja Nainggolan pronto a dare grinta e qualità alla squadra dopo lo stop imposto dalla società, per i fatti di Capodanno, contro l’Atalanta. In bilico per un posto dal primo minuto De Rossi, per un fastidio al polpaccio, e Strootman. I due potrebbero far spazio a Gonalons e Pellegrini. Novità in attacco perché Di Francesco alzerà Florenzi, per dare equilibrio alla squadra, e per via dell’assenza di Perotti che ha accusato un affaticamento muscolare alla ripresa degli allenamenti. A completare il reparto El Shaarawy e Dzeko che non segna in trasferta dalla partita contro il Milan e spera che San Siro gli porti ancora fortuna. Poche possibilità per Schick, che si auspica di entrare durante la partita, e per Gerson, caduto nel dimenticatoio dopo il match di Coppa Italia contro il Torino.

Spalletti recupera Miranda che farà coppia con Skriniar. A proteggere Handanovic ci saranno anche Cancelo, a destra, ed uno tra Santon e Nagatomo, a sinistra, con l’italiano in vantaggio. A centrocampo la qualità e le geometrie di Borja Valero che sarà accompagnato dagli inserimenti di Vecino e Gagliardini. Davanti lo spauracchio Icardi, che ha timbrato il cartellino per due volte durante la partita d’andata. L’argentino comporrà il reparto offensivo con Perisic e Candreva che possono rendersi pericolosi con le loro discese sulla fascia.

Sarà la 195esima volta che Roma ed Inter si affronteranno con i nerazzurri in vantaggio per 87 a 57. Il bilancio viene completato da 50 pareggi. A San Siro non c’è storia perché i padroni di casa comandano per 56 vittorie a 17 anche se negli ultimi anni i giallorossi hanno saputo competere in casa interista. Sotto nei confronti diretti anche Di Francesco con Spalletti. Il tecnico di Certaldo è avanti per 4-0. Il match di agosto dovrà essere un monito per la Roma che dominò la partita per 70 minuti e, penalizzata dal VAR e da 3 pali, uscì dall’Olimpico sconfitta per 3-1. Concentrazione massima, quindi, per i ragazzi di Eusebio Di Francesco perché il treno che porta alla Champions League non aspetta e i giallorossi lo devono cogliere al volo.

Margherita Bellecca

 

La Roma ha in mano Ante Coric per l’estate. A febbraio le firme: alla Dinamo Zagabria andranno 12 milioni di euro

David Moresco – La Roma ha in mano Ante Coric. Il talento croato, soprannominato il ‘nuovo Modric‘ in patria, è ad un passo dal trasferimento nella Capitale. Il pressing di Monchi degli ultimi mesi ha avuto l’effetto sperato: nella sessione di mercato estiva il trequartista sarà un nuovo giocatore della Roma. Prima i contatti, poi gli incontri. Poco prima di Natale, l’ultimo, quello decisivo, tra la famiglia del giocatore ed il Direttore Sportivo, accompagnato da Federico Balzaretti.

PERCHE’ NON PRIMA – Il ds della Roma non vuole perdere Coric, ma per esigenze di bilancio il giocatore non può essere acquistato in questa sessione di mercato. L’affare, dunque, è soltanto rimandato di qualche mese. La famiglia e l’entourage del croato, guidato da Pietro Leonardi, della Corner Sport Management, saranno, nuovamente, nella Capitale nel mese di febbraio, per mettere nero su bianco gli accordi presi verbalmente in questi ultimi mesi, per poi ufficializzare il trasferimento a luglio.

IL PREZZO – L’accordo è sulla base di 12 milioni di euro totali, compresi di bonus, e 5 anni di contratto. Il classe 1997 non è felice alla Dinamo Zagabria ed ha voglia di cambiare aria e trasferirsi nel calcio che conta. In passato diversi club sono stati ad un passo dall’acquistarlo: Manchester City e Liverpool su tutti. Lo scorso anno i Citizens avevano raggiunto l’accordo con il club croato sulla base di 9 milioni di euro più 9 di bonus, per un totale di 18, ma la trattativa è saltata a causa dell’intromissione un terzo procuratore. Con i Reds, invece, dopo l’approvazione di Klopp, mancava soltanto la firma, ma la richiesta della Doyen Sport di una commissione pari a 3,5 milioni di euro ha fatto saltare il banco ed ha fatto interrompere i rapporti tra l’agenzia di Nelio Lucas ed il giovane. Ora, nel suo futuro, Ante Coric vede la Roma.

David Moresco

Chelsea pigliatutto. Dopo il sondaggio per Emerson, i blues puntano anche Dzeko

Simone Burioni – Doppie sirene inglesi. “Chelsea su Emerson”, “Il Chelsea punta Dzeko”. Sono le due frasi che hanno fatto preoccupare i tifosi della Roma negli ultimi giorni. Il brasiliano era accostato alla Juventus, che già nella scorsa primavera si era avvicinata molto al terzino sinistro, ma improvvisamente è spuntato il Chelsea di Conte a fare la voce grossa. Senza perder tempo i blues si sono affacciati anche sulla possibile trattativa Dzeko.

MONCHI FA MURO – Riguardo al bosniaco, il ds giallorosso Monchi non vuole privare Di Francesco di uno dei suoi trascinatori e sembra non voler intavolare per nessun motivo una trattativa con il club inglese. Possibile pressing forsennato da parte dei blues nelle ultime ore del mercato invernale, ma per portare a Londra il numero 9 della Roma, che lo scorso anno ha chiuso la stagione da capocannoniere con 29 gol, servirà un’offerta irrinunciabile considerando anche che una vera alternativa a Dzeko nella rosa di Difra non esiste, se non Schick. Il ceco però deve ancora sbocciare e al momento non assicura una certezza per il tecnico giallorosso.

TENTAZION-E-MERSON – Altro discorso è quello legato al terzino classe ’94 che potrebbe essere sacrificato. Sulla stessa fascia l’imponente Kolarov ha oscurato il ritorno del brasiliano, infortunatosi nella partita d’addio di Francesco Totti il 28 maggio scorso, e la società di Trigoria potrebbe essere invogliata a lasciarlo partire se il Chelsea metterà sul piatto un’offerta ragionevole, che però non è ancora arrivata. Intanto Monchi sta pensando a dei possibili sostituti come lo svincolato Siqueira, ex Atletico Madrid. Particolare attenzione alle ultime ore del mercato di gennaio, che potrebbero essere infuocate. Il countdown sta per iniziare.

Simone Burioni