Dal Torino al Torino

Margherita Bellecca –  La settimana della Roma prosegue con una delle sfide più sentite e difficili della storia: quella contro la Juventus. C’è da riscattare l’eliminazione dalla Coppa Italia e per farlo non ci poteva essere avversario peggiore. La classifica parla chiaro, quella che si giocherà sabato sera, alle 20.45, all’Allianz Stadium, è un match che vale una bella fetta di Scudetto.

Di Francesco accantonerà il turnover per far spazio alla “Roma tipo” e cambierà nove undicesimi dei giocatori visti allo Stadio Olimpico contro i granata. Verranno confermati soltanto Strootman ed El Shaarawy. In porta, nonostante le belle parate di Skorupski, tornerà Alisson mentre davanti a lui ci saranno i giganti Manolas e Fazio con Florenzi e Kolarov, a riposo contro il Torino, sulle corsie. A guidare la squadra a centrocampo Capitan De Rossi che sarà protetto da Nainggolan e dall’olandese. Scontato anche l’attacco perché col Faraone cercheranno di scalfire la difesa della Juventus Dzeko e Perotti, due giocatori vogliosi di riscatto dopo i rigori sbagliati contro Torino e Cagliari. Il bosniaco, inoltre, nelle ultime 11 partite di campionato è andato a segno soltanto una volta. Nulla da fare per Schick che, dopo tre partite consecutive da titolare, tornerà a sedersi in panchina.

Se Di Francesco ha le idee chiare, stessa cosa non si può dire per Allegri che fino all’ultimo cercherà di recuperare Mandzukic per farlo giocare dal primo minuto. Se il croato non ce la dovesse fare è pronto Dybala, tornato al gol contro il Genoa in Coppa Italia. I punti fermi dell’attacco juventino sono Higuain e Cuadrado, così come a centrocampo non si muoverà l’ex Pjanic, che giocherà con Khedira ed uno tra Matuidi e Douglas Costa. Altri dubbi in difesa per il tecnico toscano perché si batteranno per un posto Barzagli e Lichtsteiner a destra, Alex Sandro e Asamoah a sinistra, in mezzo ci saranno Chiellini e Benatia. Ancora incerta la presenza di Buffon con Szczesny che scalda i guantoni.

I precedenti sono nettamente a favore della Juventus che nella storia ha battuto la Roma per 85 volte, perdendo in 46 occasioni. A Torino le cose non cambiano con i giallorossi in striscia negativa da 7 partite, quelle giocate allo Stadium. L’ultima vittoria dei capitolini in Piemonte è datata 27 gennaio 2011 quando Vucinic e Taddei decisero il quarto di finale di Coppa Italia. Negativo anche il bilancio di Eusebio Di Francesco contro Allegri. In 8 match l’abruzzese è uscito vincitore soltanto 2 volte, contro le 5 del toscano.

Dal Torino a Torino, con un solo imperativo in testa: riacquisire la fiducia nei propri mezzi per continuare a lottare e, per come detto da Di Francesco, per dare fastidio alle squadre di vertice.

Margherita Bellecca

2010, Juventus-Roma 1-2. Un colpo di testa di Riise nel recupero firma l’ultima vittoria a Torino in Serie A

Luca Fantoni – Juventus-Roma. Alcuni la identificano come un’eterna lotta tra seguire le regole ed essere fuori dagli schemi. Altri come un scontro tra filosofie: vincere e far emozionare. Altri ancora preferiscono che non arrivi mai. Quello che è certo è che non è una partita come tutte le altre. Da quando è arrivata la proprietà americana, e da quando è stato costruito lo Juventus Stadium (ora Allianz), i risultati dei giallorossi in trasferta sono stati a dir poco negativi. Sette partite e sette sconfitte di cui 4 almeno con 3 gol di scarto. Oggi però vogliamo parlare dell’ultima affermazione ai piedi della Mole, in campionato, della squadra all’epoca allenata da Ranieri. Un 2-1 all’ultimo secondo, in rimonta, all’Olimpico di Torino… C’è altro modo per spiegare la felicità? Quella partita fu una rampa di lancio per la grande rimonta che portò quasi allo scudetto dei capitolini. In porta giocava Julio Sergio. In difesa a destra c’era Cassetti, a sinistra Riise e al centro Burdisso e Juan. Il centrocampo era formato da Taddei, De Rossi, Pizarro e Perrotta mentre Toni e Vucinic costituivano il duo d’attacco. Totti era in panchina a causa delle non perfette condizioni fisiche. La Juventus di Ferrararispondeva con Buffon tra i pali. Grygera, Chiellini, Legrottaglie e Grosso in difesa. I tre di centrocampo erano Salihamidzic, Sissoko e Marchisio con Diego che agiva alle spalle di Amauri e Del Piero.

LA PARTITA – Clima glaciale. Quella sera a Torino il termometro segna sei gradi sotto lo zero. Nel primo tempo la Roma sembra accusare questo freddo, tanto che è la Juve a dominare. Dopo 8 minuti Toni è costretto a dare forfait per infortunio e al suo posto entra Totti. Il primo a provarci è Marchisio con un tiro-cross che attraversa pericolosamente tutta l’area. Dieci minuti dopo è il turno di Amauri e Legrottaglie ma i loro colpi di testa si spengono a lato di poco. La partita si sblocca nella ripresa. Diego, sempre sugli scudi quando incontra i capitolini, dopo una percussione centrale cerca di darla in mezzo. Juan prova ad intervenire ma alza un campanile sul quale Del Piero si avvita e di sinistro al volo mette il pallone in porta. Gol da applausi. A questo punto la partita cambia. Al 67° Taddei viene trattenuto in area da Grosso, è rigore. Dal dischetto si presenta Totti che non sbaglia. 13 minuti più tardi Riise si invola da solo contro Buffon. Il portiere lo stende fuori dall’area ma viene espulso per fallo da ultimo uomo. Al 93° l’apoteosi. Pizarro mette un cross dolcissimo sul secondo palo dove Riise, di testa, batte Manninger e fa esplodere di gioia il popolo giallorosso. Fu la definitiva rinascita del “Roscio”, uno dei terzini sinistri più amati degli ultimi anni.

Sicuramente il primo approccio con la città di Torino, questa settimana, non è stato dei migliori. Ora è arrivato il momento del riscatto. Bisogna spezzare la maledizione dello “Stadium e questo, forse, è l’anno buono. Sarà difficile, nessuno lo mette in dubbio, ma i ragazzi di Di Francesco devono scendere in campo con il pensiero che non hanno nulla da perdere e giocare come sanno fare. Niente esperimenti, niente novità di formazione. Pressing alto e corsa per tutti i 90 minuti, questo è l’obiettivo. Uscire da Torino da imbattuti rappresenterebbe un grande passo in avanti per la crescita mentale della squadra e, sopratutto dopo l’eliminazione in Coppa Italia, la città e i tifosi hanno bisogno della dimostrazione che questo club può lottare per qualcosa di importante.

Luca Fantoni