Roma-Porto 2-1: le pagelle. Primo round capitolino, ma il gol subito guasta. Zaniolo brilla anche in Europa, partitona di Dzeko

Simone Indovino – Vittoria meritata ed importantissima ma tutto è da rimandare al ritorno. Successo per 2-1 della Roma sul Porto, che si aggiudica il primo round degli ottavi di finale. A firmare il successo è proprio il più giovane in campo, Nicolò Zaniolo, che non fa altro che confermarsi in palcoscenici sempre più grandi. Il giovane è assistito in entrambe le circostanze da Dzeko, autore di una partita di caratura straordinaria. Ottima la fase difensiva, che fa buona guardia fino al gol subito (in cui si è messa prepotente anche la sfortuna). Adesso c’è da riorganizzare le idee, concentrarsi sul campionato per arrivare al meglio alla sfida di ritorno.

ROMA

Mirante 6 – Puntuale in uscite, gioco con i piedi e in quelle poche occasioni in cui è chiamato in causa. Sul gol subito può fare veramente poco.

Florenzi 6 – Brahimi è uno dei clienti più scomodi del panorama europeo, e sicuramente impensierisce non poco il romano, così come le discese di Telles. Non si corrono tuttavia grossissimi pericoli da quel lato. In fase offensiva potrebbe tuttavia far di più: sono troppi gli errori anche banali in appoggio.

Manolas 6 – La doppia distrazione finale che regala la rete al Porto, alla fine dei giochi, viene pagata piuttosto in maniera cara. Si fa sorprendere dal lancio lunghissimo, direttamente dalla difesa avversaria, in maniera troppo semplice. Per i restanti minuti era stato bravissimo a lottare con fisicità e velocità con gli attaccanti avversari.

Fazio 6.5 – Piedi da rodare, ma nulla da dire su determinati posizionamenti. Si permette, ogni tanto, qualche sgroppata offensiva che buca il centrocampo avversario.

Kolarov 6.5 – Il solito stantuffo sulla corsia, abile nella fase difensiva e altrettanto pericoloso in avanti, fino all’ultimo secondo, quando “distrugge” la faccia di Casillas con un siluro.

Cristante 6 – Corre tantissimo in mezzo al campo, e la sua presenza è fondamentale. Tant’è che disputa l’ultimo quarto d’ora in totale debito d’ossigeno. Vicino alla rete nel primo tempo con una buonissima giocata.

De Rossi 6.5 – Quanto è importante DDR in mezzo al campo. Le sue geometrie sono preziosissime per la totalità del gioco nonostante la marcatura a uomo. Quando non può gestire la sfera, aiuta tantissimo i due centrali difensivi. Preziosissimo.

Pellegrini 6 – Una partita sufficiente quella del centrocampista romano, che allega tanti chilometri percorsi al suo match. È utile nella doppia fase, sia di interdizione sia di possibile ripartenza. Il suo sinistro potentissimo sembra a botta sicura, ma Casillas si distende negandogli la rete.

Zaniolo 8 – Un po’ come tutta la squadra, è più coinvolto in fase di ripiegamento che in fase offensiva per i primi 65 minuti circa. Poi, quando lui e i compagni decidono di aumentare i giri, è subito protagonista. Col destro realizza la sua prima marcatura europea, si ripete pochi minuti dopo con la porta spalancata sì, ma col pallone che pesava veramente tantissimo. Un gioiello.

El Shaarawy 6 – Mettiamola così: fa bene, ma potrebbe fare di più. Anche lui è un diretto aiutante della retroguardia giallorossa, ma in proiezione offensiva non mette mai la quinta. Entra comunque in maniera diretta nel primo gol, è lui a servire la palla a Dzeko.

Dzeko 7.5 – Partita monumentale quella del bosniaco. Nel primo tempo la squadra è bassa e lui è l’unico che prova a far cambiare le cose e colpisce anche un palo. Poi nella ripresa sale in cattedra: fornisce l’assist perfetto per Zaniolo, poi colpisce un altro legno, clamoroso, che spiana la strada per la doppietta del compagno. Anche nel finale è veramente prezioso per tenere su il pallone.

Nzonzi s.v. – Prezioso nella legna finale.

Santon s.v. – Qualche buonissima copertura negli assedi del Porto sullo scadere.

Kluivert s.v. – Solo una manciata di secondi in campo.

Di Francesco 6.5 – Il primo round va a lui. Una partita tatticamente ineccepibile, anche se la sua squadra è piuttosto intimorita all’inizio dalla velocità degli uomini offensivi del Porto. Poi nella ripresa cambia la musica, ed è aiutato da quel piccolo fenomeno che si chiama Nicolò. Peccato per quel calo di concentrazione negli ultimi 10 minuti che ha pienamente rimesso in corsa i portoghesi.

Simone Indovino

La stagione del Faraone: mai così bene alla Roma. E si pensa anche al rinnovo

(Jacopo Venturi) – Qualche mese fa, Stephan El Shaarawy era solo uno dei tanti giocatori con le valigie in mano a Trigoria, pronto a partire per far cassa e consentire alla Roma di reinvestire quanto guadagnato sul mercato. Ora, dopo più di un girone, gol e prestazioni mature e convincenti, Stephan El Shaarawy è uno dei punti di riferimento dei giallorossi. Il Faraone è arrivato nella Capitale nel gennaio del 2016, ormai tre anni fa: si era reso da subito protagonista nel tridente leggero di Spalletti, nel quale l’esterno italiano giocava al lato sinistro del falso nueve Perotti, mentre nella corsia opposta correva Salah. Dopo quell’idillio di sei mesi El Shaarawy era risultato nelle due stagioni successive sostanzialmente un giocatore utile ma troppo discontinuo, capace di accendersi ma poco efficace sotto porta. Quest’anno invece si è conquistato il ruolo di inamovibile sulla fascia sinistra, quella che predilige, a suon di gol. Sono 8 finora, per una straordinaria media di una rete ogni 148 minuti. Non è il suo record assoluto (ne aveva fatti 16 al Milan nella stagione dell’esplosione), ma è il suo migliore score da quando è nella Capitale e ha ancora tre mesi davanti per migliorare i suoi numeri. El Shaarawy sembra dunque essersi ritrovato e la Roma potrebbe dunque decidere di puntare su di lui anche per gli anni a venire, dato che il giocatore, a 27 anni, è nel pieno della sua carriera. Al momento il suo contratto scade nel 2020 ma non è da escludere che nei prossimi mesi possa essere prolungato fino al 2023.

(Jacopo Venturi)

Di Francesco e De Rossi caricano la Roma: “Contro il Porto per ritrovare sorrisi ed entusiasmo”

(K.Karimi) – La conferenza stampa prima di Roma-Porto, ottavo di finale di Champions League, con protagonisti Eusebio Di Francesco e Daniele De Rossi:

Per Di Francesco: Ritorna la sua competizione dove l’anno scorso ha tracciato insieme alla squadra un percorso importante. È l’occasione per vedere la squadra guarita?
“Il percorso è sempre lungo però è la partita giusta per ritornare entusiasmato nell’ambiente”

Per De Rossi: la difesa a Kolarov è un modo per risanare la ferita tra lui e i tifosi?
“Se si potesse sanare questa ferita nella Roma sarei contento. Alex lo considero un fratello. Quello che posso dire ai tifosi, che si sono sempre fidati di me, gli dico che è un grande professionista. Non dico che è romanista, ma è un grande professionista, dà sempre quello che deve dare, non  salta un allenamento, in condizioni anche difficili. Io preferisco gente del genere, piuttosto che quelli che baciano la maglia  o fanno dichiarazioni al miele e al primo dolorino si fermano. Comunque il tifoso va rispettato”.

Per Di Francesco: Senza Marega e Corona che Porto si troverà domani?
“Credo abbiamo degli ottimi sostituti. Ottavio e Soaves sono giocatori forti, anche se con caratteristiche differenti, con qualità importanti. Il Porto al di là dei singoli è una squadra compatta, tosta, dura. È delle squadre di Cgampions che ha vinto più duelli difensivi e questo indica che dal punto di vista di squadra stanno veramente bene. Sarà una partita che dal punto di vista fisico molto dispendiosa”.

Per De Rossi: che Champions League bisogna aspettarsi dalla Roma quest’anno? L’esperienza fatta lo scorso anno può essere un valore aggiunto?
“Ci fa arrivare a partite più pronte a partite che sono delicate. Lo abbiamo detto quando abbiamo affrontato Real Madrid, Barcellona, Liverpool che erano più abituate di noi, fermo restando che il Porto è abituata a giocare partite così da diverso tempo. Anche per noi può essere un  motivo di sicurezza con giocatori in più rispetto al passato. Si racchiude tutto nella parola ‘esperienza’ che è stata positiva. L’anno scorso poteva finire meglio perché siamo stati sfortunati però è totalmente un altro campionato e non possiamo attaccarci a quello che è stato e prepararci bene per domani”.

Per Di Francesco: Qual è la situazione degli infortunati?
“Di quelli che non ci sono stati a Verona con il Chievo sicuramente Manolas che si è allenato con la squadra, mentre Olsen è in dubbio fino a domani mattina. Abbiamo perso Schick per un infortunio muscolare. tutti gli altri infortunati rientreranno domani, ma speriamo di riaverli con il Bologna: parlo di Perotti in particolar modo”.

Per De Rossi: Cosa ti ha colpito positivamente e negativamente della Roma di questo periodo?
“Negativamente i risultati che non sono stati brillanti e a volte non hanno rispecchiato le prestazioni in campo perché secondo me abbiamo fatto delle gare molto buone e abbiamo portato a casa i punti che meritavamo come il Real Madird, con l’Inter in casa. Quelli che stanno fuori sono sempre i più bravi, si notava che quando predavamo gol in situazione già critica non riuscivamo a tirare fuori la testa, andando ancora più in difficoltà, cosa che non è avvenuta ultimamente perché, a parte Firenze, le prestazioni sono state positive”.

Per Di Francesco: Schick contro il Bologna non ci sarà? Recuperano solo Perotti e Under?
“Sinceramente sto pensando al Porto, quindi non so dire se contro il Bologna ci sarà, ma Schick difficilmente sarà disponibile”.

Per De Rossi: Sei starai bene fisicamente potrai continuare a giocare ancora per un altro anno?
“L’ho sempre detto. Se sto bene fisicamente continuerò a giocare. Per quanto riguarda quello che dicono i miei compagni e il mister, loro non si rendono conto quanto sono importanti per me. In questi ultimi due anni mi hanno fatto sentire importante più di quanto lo sia stato in carriera. Per questo devo ringraziare solo loto, poi mi accorgo che le prestazioni sono buone e sono buone quando ti senti importante e diventa più semplice”.

Per Di Francesco: Con il ritorno di De Rossi rischia il posto Nzonzi o come abbiamo visto negli ultimi minuti a Verona nel 4-3-3 c’è la possibilità di vederli insieme?
“Ho questo dubbio di poterli fare giocare insieme anche in questa partita, sto facendo delle valutazioni in base ai giocatori che ho a disposizione. Li ritengo dei titolari, sicuramente oggi Daniele farà l’allenamento con la squadra e se dovesse dare risposte positive giocherà sicuramente lui. Per il resto è tutto da vedere”.

Per De Rossi: Percepisci pure tu un rumore, un’emozione diversa dei tifosi diversa quando entri in campo?
“L’Olimpico è sempre stata casa mia e sento grande affetto ultimamente, una percentuale più alta di tifosi che mi vogliono bene. Questo è stato il percorso che ha fatto Francesco: a metà della sua carriera ha trovato qualche detrattore, poi però alla fine si sono inchinati davanti alla sua grandezza. Lo sento che la gente mi vuole bene e sono contento, però penso e devo continuare a pensare che derivi dal fatto di giocare bene a pallone, non posso pensare ad altro e che fra poco smetterò. Ci sta il rumore positivo quando fai le cose giuste e il rumore negativo quando fai le cose meno giuste: il calcio è così”

Per Di Francesco: Come giudica l’assenza di Marega e il suo ricordo di Conceiçao?
“Conceiçao sta facendo un grande lavoro, ha fatto benissimo anche a Nantes sta proseguendo il suo percorso di crescita. È un allenatore che sta dando un’identità alla squadra e ha anche dato al Porto qualcosa  dal punto di vista caratteriale, una squadra che era con più palleggiatori che andava alla ricerca della qualità. Adesso la vedo molto più concreta sotto tutti i punti di vista. Per quanto riguarda Marega è un attaccante differente rispetto a Suarez, più di fisicità, di gamba. Ovviamente quando c’è campo aperto diventa un calciatore pericoloso”.

Per Di Francesco: Zaniolo lo preferisci come esterno d’attacco o come mezzala?
“Non lo so come lo vedo. potrebbe giocare sia a destra che come centrocampista. Non è una novità perché lo ha fatto e potrebbe giocare anche lui a destra, ma non posso darvi altre indicazioni perché potrebbe essere un ruolo ricoperto anche da Kluivert e Florenzi. Ci sono tante soluzioni, dipende da me la partita che andremo a fare rispetto agli avversari che ho di fronte”.

Per De Rossi: tra l’anno scorso e quest’anno la Roma è stata sull’orlo del baratro 3-4 volte e siete riusciti a sollevare grazie anche a Di Francesco. Che cos’è che lui ha e che vi aiuta quando le cose vanno male?
“La sua idea di calcio e quella non cambia se le cose vanno male o vanno bene. Sa quello che succede in campo riconoscendo i nostri problemi. Se le cose vanno male e l’allenatore mette 10 attaccanti o 10 difensori sconvolgerebbe l’equilibrio della squadra e non si riuscirebbe a reagire e invece lui continua fare le cose normali. È ovvio che lui sia facile dopo aver vinto una partita importante: gli umori sono sempre ricchi d alti e bassi, più di quanto lo siano quelli dei calciatori, però ha sempre tenuto la barra dritta anche in una città dove con è sempre facile rimanere saldi di testa e di polso. Poi sull’orlo del baratro non ci siamo stati così tante volte, ci sono stati dei momenti negativi dove si è parlato tanto del suo futuro, ma essere sull’orlo del baratro vuol dire un’altra cosa: io ho vissuto momenti quando eravamo quintultimi in classifica e ogni competizione e mi sentivo più sotto pressione”.

Per Di Francesco: Domani è una partita più da gambe fresche o esperienza?
“È il mix giusto, però la gamba ci vuole sempre, non si po’ giocare solo con l’esperienza. Spesso scherzo con Daniele e gli dico che a fine carriera mi rendevo conto che mi si allungava la lingua e mi si accorciavano le gambe. Non possiamo pretendere che Daniele abbia una condizione ottimale perché ha già dato grande continuità, però l’esperienza, il saper vivere certe partite, a volte puoi avere grandi gambe però se ti tremano quando hai la palla poi è dura. La capacità sta anche nel preparare le gare in un certo modo perciò uniamo le due cose perché senza corsa non si va da nessuna parte”.

Per De Rossi: Hai mai pensato che fosse tutto finito?
“Cerco di essere il più realista possibile. Non ho mai pensato di smettere perché ho fatto 3 mesi da calciatore serio: mi sono allenato sempre, ho fatto tutto ciò che c’era bisogno di fare per rientrare nella maniera giusta. Se ho fatto questo tipo di sacrifici perché pensavo di poter rientrare, però il punto di domanda  che avevo, e che in parte ho ancora adesso, è quanto reggerà la mia condizione fisica, come reggerà il ginocchio perché un’operazione alla cartilagine non l’avrei sopportata a 35 anni. Se invece risponde bene come sta rispondendo, non vedo perché io debba smettere o debba farmi domande che il campo smentisce”.

Per Di Francesco: Quanto è importante ritrovare quella solidità difensiva che finora è mancata in questa stagione?
“Specialmente in queste due partite da 180 minuti, è importante nella prima gara avere grande solidità, giocando in casa dovremo fare ancor di più una grande fase difensiva per poter fare una grande fase offensiva. Sarà determinante mantenere inviolata la nostra porta. Rimanere inviolati non significa perdere l’identità di squadra:  vuol dire avere qualche accorgimento in più specialmente contro giocatori capaci di ripartire con grande velocità e con esperienza in queste gare perché, se ricordo bene, la Roma non ha mai avuto un buon rapporto con il Porto”.

Per De Rossi: Questa partita può essere il coronamento di un periodo difficile che è finito?
“Giorno dopo giorno, ogni risposta che mi dà il ginocchio sono piccoli coronamenti di un percorso che sto facendo. Io penso che biosogna pensare alla partita, il mio attaccamento alla maglia è pensare alla gara come qualsiasi altra gara, come ho sempre fatto quando ero fuori. L’importante non è se giocherò 6 mesi, un anno e mezzo o due anni e mezzo, ma è continuare a preparare bene questa partita e pensare da squadra. È logico che aggiornerò sempre il mister e il dottore sulle mie condizioni fisiche, ma non è il motivo principale per cui stiamo qui. Dobbiamo una partita da vincere e non dobbiamo fare dei test sulla mia condizione fisica”.

SERIE A Finalmente una vittoria serena: 3-0 della Roma sul Chievo (VIDEO)

(Keivan Karimi) – Finalmente la Roma vince, convince e non soffre più di tanto, riuscendo anche a chiudere senza gol subiti. I giallorossi ottengono la seconda vittoria del girone di ritorno (dopo il 3-2 al Torino) con un tris senza appello inflitto al Chievo Verona.

La gara del Bentegodi è subito senza storia: nel giro di meno di venti minuti prima El Shaarawy con un bell’inserimento da bomber vero, poi Dzeko con un sinistro chirurgico portano la Roma avanti di due reti, con i padroni di casa annichiliti e senza grinta. A fine primo tempo il Chievo di mister Di Carlo ha un monito d’orgoglio e costringe i giallorossi a traballare, ma senza ferire.

Nella ripresa il colpo del k.o. finale è di Kolarov, che fa pace con i tifosi romanisti segnando in contropiede la rete del 3-0 finale chiudendo un’azione da manuale. Il resto è solo accademia, con ben due legni colpiti da Dzeko ed El Shaarawy ed uno spezzone finale di De Rossi, pronto per la sfida al Porto. Martedì all’Olimpico infatti tornerà la Champions e la Roma dovrà rispondere presente.

https://www.youtube.com/watch?v=7qWbmg1arEw

Giallo, rosso e rosa

Alice Dionisi – La fondazione Roma Cares ha abbracciato il progetto di crescita e di sviluppo dell’AS Roma femminile. A Scuola Di Tifo e Che Talento Queste Ragazze sono le iniziative presentate dalle calciatrici giallorosse Valentina Casaroli ed Angelica Soffia nelle scuole, per raddoppiare la comunicazione con i giovani studenti e sensibilizzare l’opinione pubblica sul calcio a tinte rosa. L’iniziativa è stata immediatamente sposata dall’Istituto Artemisia, che ha aperto le proprie porte al progetto per la prima volta, ospitando le calciatrici per propagandare, attraverso il loro esempio, lo spirito del Calcio da loro giocato. L’appuntamento si è svolto in due giornate, il 31 gennaio e il 5 febbraio. Entrambi gli incontri hanno voluto sottolineare l’importanza di credere nel talento femminile e nell’uguaglianza. La supremazia per ora è tutta al maschile, ma si iniziano a contare sempre più bambine che scelgono il calcio come sport.

Anche Hyundai ci crede e annuncia la collaborazione come back sponsor per le ragazze allenate da Bavagnoli, dopo aver annunciato la sponsorship per la prima squadra già a luglio 2018. La società ha annunciato questa collaborazione con un video che vede protagoniste Serturini, Swaby, Di Criscio, Bernauer e l’allenatrice Bavagnoli, dimostrando di non fare distinzioni neanche per quanto riguarda le attività social. È stato abbracciato il mondo del calcio maschile a 360 gradi in ogni aspetto che oggi lo riguarda, compresi i media.

Le partite delle giallorosse possono essere seguite anche in diretta streaming su Twitter laddove non è possibile farlo su Roma Tv. Si gioca -di norma- il sabato alle 3 allo Stadio Tre Fontane, lo stesso dove gioca anche la Primavera. Le gradinate dell’impianto all’EUR non sono ancora piene, ma iniziano ad affollarsi… e non solo grazie a parenti e amici!

Il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha dichiarato che “Il calcio femminile è importante per tutta la generazione e per il calcio italiano, stiamo incentivando questo progetto, abbiamo previsto delle retribuzioni come per chi avvia il progetto nel calcio dilettantistico. Stiamo cercando di creare entusiasmo e supporto, non solo dobbiamo valorizzare il calcio femminile, ma anche manifestarlo con i comportamenti, è un progetto straordinario, è il futuro“. La nazionale azzurra delle donne quest’estate prenderà parte al Mondiale e sfiderà le campionesse in carica statunitensi, cercando di riscattare l’assenza maschile al Mondiale russo del 2018.

Alice Dionisi

Di Francesco: “Manolas e Olsen saltano il Chievo, da valutare De Rossi”

(Keivan Karimi) – Le parole di mister Eusebio Di Francesco nella conferenza stampa prima di Chievo-Roma:

L’impegno con il Porto di martedì influirà sulle scelte di formazione?

Ci sono giocatori che non saranno nemmeno convocati, per il riacutizzarsi di alcuni problemi, tra cui Olsen, per un problema al polpaccio. Non sarà nemmeno convocato, sperando di poterlo recuperare per martedì. E lo stesso vale per Manolas, ha un problema al pube, ha fatto tutto per esserci ma ha ancora tanto fastidio. Questi due resteranno per forza a casa, il cambiamento già c’è. Per il resto, da valutare solo De Rossi, ha fatto solo due allenamenti dal suo rientro, non è ancora nelle condizioni ottimali per impegni ravvicinati, ma sono felice di come sta. Concludo dicendo che abbiamo recuperato fortunatamente Juan Jesus: ha accorciato i tempi di recupero, oggi ha fatto il primo allenamento con la squadra. Sarà convocato domani e abbiamo avuto tutti sensazioni positive.

13 punti persi con le piccole: le insidie con il Chievo?

I punti li abbiamo persi anche da altre parti, è capitato a noi ma anche ad altre squadre, visto quanto sono ravvicinate quelle in lotta per il quarto posto. Queste partite vanno affrontate in un certo modo, noi abbiamo avuto poca continuità, le abbiamo anche dominate per lunghi tratti ma non siamo stati bravi a chiudere. Ora serve essere cinici. Serve una fase difensiva adeguata, come fatto con il Milan, difendendo in quella maniera potremmo avere la meglio.

Con il Milan è piaciuta anche la corsia di destra. Karsdorp e Schick possono essere riproposti?

Si, nel senso che Rick rispetto al passato ha avuto più continuità in fase difensiva, dove liui magari può peccare di più visto che arriva da un campionato diverso ed ha qualità più offensive. Ha lavorato davvero bene, leggendo situazioni nel modo giusto e dando equilibrio alle sue scorribande. Patrik ha messo la grinta e la verve che deve essere tipica di ogni calciatore, al di là del ruolo in cui gioca. sono soddisfatto, possono essere riproposti non solo domani ma anche in futuro.

Il rientro di De Rossi ha creato le premesse di un calcio diverso, con due incursori e uno a tenere la posizione. Può salire il livello di Nzonzi se si ritrova lì in mezzo con due mezzali di spinta

Sono giocatori diversi ma sono entrambi due equilibratori. Può giocarci, anche se ha caratteristiche diverse. Abbiamo fatto anche belle gare con il 4-2-3-1, ma ci è sempre mancata la continuità. Al di là del sistema di gioco, batto il punto sugli atteggiamenti mentali. Il 4-3-3 mi piace a priori, lo sapete, per quello che può portare in campo come soluzioni, riesce anche a dare più equilibrio nelle aggressioni. Ci sta che anche a Verona riproporremo lo stesso sistema, ma può cambiare in 4-2-3-1. Sono questi due i sistemi su cui lavoriamo con continuità

La gestione di Zaniolo: ha bisogno di riposo o gli si può chiedere un ulteriore sforzo?

Giocherà di nuovo, ora anche a livello mentale è libero. Sfruttiamo la sua gioventù, la sua voglia, la sua aggressività e la sua determinazione, deve migliorare sempre nelle scelte. E’ un paradosso ma un po’ come Pellegrini è troppo generoso, quando vuole fare troppo può cadere in certi errori. Ma ben venga l’esuberanza dei ragazzi. Giocherà anche domani poi valuteremo per la prossima

Dzeko e Schick sulla strada della forma migliore. Saranno di nuovo insieme?

Si, se possono essere riproposti Karsdorp e Schick insieme, vuol dire che il centravanti è Edin. Voglio sottolineare che non si possono avere risposte dal punto di vista fisico dopo 4 giorni, a Firenze eravamo disastrosi. I giocatori si spremono anche, non è detto che giocano sempre tanto si migliori la condizione. Quella arriva più dagli allenamenti e sono felice del lavoro fatto, anche se dico sempre che non basta. Bisogna restare in partita per 95 minuti.

Jesus torna per stare in panchina o giocherà Marcano?

Vi dò la formazione, allora… (ride, ndr).

Ma è il dubbio più importante.

Che vi ho messo adesso, prima non lo sapevate (ride, ndr) E’ difficile che parta dall’inizio, se andrà in panchina è già tanto. Ve lo assicuro, anche per il percorso che ha fatto e per gli allenamenti che ha nelle gambe. Non è proprio il caso, oggi ha ritrovato sicurezza, ricordiamoci di come si è infortunato, ha rischiato l’operazione e non ha camminato per 3 giorni. Già averlo a disposizione è un gran vantaggio

La determinazione di Schick, ha fatto un lavoro personalizzato su di lui dal punto di vista psicologico?

Si era creata una situazione particolare ma in questo senso è cresciuto, al di là del fatto che in quel ruolo ha messo più cattiveria, anche in altre partite si è confrontato con giocatori importanti e ha vinto duelli. E’ cresciuto tanto, anche in autostima ma non dipende solo dall’allenatore, anche dai compagni e dal fatto che a un certo punto della carriera bisogna crescere dal punto di vista degli atteggiamenti e della determinazione. Non esiste solo l’eleganza o la classe, ogni tanto bisogna sporcarci. E’ un messaggio che è passato, ora sefve continuità. Non possiamo accontentarci di un 1-1 con il Milan, assolutamente.

Il momento di Florenzi e la crescita di Karsdorp?

Sono convinto che è uno stimolo avere competitività in tutti i ruoli. Dico sempre che è fondamentale avere 2 giocatori per ruolo, che devono avere possibilità di crescere. Florenzi arriva da un periodo in cui è stato fermo e ha un po’ subito tutto questo, ma si mette sempre a disposizione in ogni ruolo e tornerà a brillare. E’ un momento di difficolà, ora tutti siamo un po’ in sofferenza, ma le partite che verranno riporteranno i giocatori importanti al loro livello.

Il battibecco tra Kolarov e un tifoso prima di Firenze, che dopo quell’episodio è stato beccato dal pubblico e De Rossi gli ha mostrato vicinanza. Ha avuto modo di parlarne con lui e come pensa di gestirlo?

Può accedere, siamo tutti quanti uomini, si possono anche dire cose sbagliate e magari farle diventare più di quella che è. E specialmente qui si enfatizza troppo. Lui è sicuramente dispiaciuto di questo, non so cosa sia accaduto realmente, so tutto per sentito dire e non mi piace quando mi riportano le cose. Il fatto che Kolarov sia stato difeso dai compagni è per il suo attaccamento, prima di tutto al suo lavoro e a questa maglia Ha giocato un mese e mezzo con un piede fratturato, usciva da Trigoria in ciabatte, non camminava, si è fatto più infiltrazioni del dovuto senza allenarsi: si è messo a disposizione del mister, dei compagni e principalmente Roma. Poi accadono cose sulle quali si può anche mettere una pietra sopra e chiedere scusa o chiudere certe discussioni. A volte capita anche a me di sentire qualcuno che mi manca di rispetto. Faccio finta di non sentire e vado da un’altra parte, ma bisogna anche mettersi nei panni di chi magari reagisce. Credo che sia un giocatore importante per la Roma. torniamo a sostenerlo, abbiamo bisogno di lui. E ha sempre dato il massimo.

Ha parlato prima di Olsen: come sta Mirante? La sua opinione su Fuzato, che non abbiamo mai visto?

Fuzato, grazie al gran lavoro di Savorani, è cresciuto tantissimo. Ha grandissime potenzialità. Gli manca esperienza nella partita, è normale, ma domani giocherà Mirante, per esperienza, abitudine e conoscenze. Si è allenato bene, ha superato il suo problema al polpaccio. Vi posso assicurare che Fuzato è un portiere di ottima prospettiva.

Il problema di Pastore: manca la condizione o c’è una scarsa abitudine ai suoi schemi?

Non penso sia scarsa abitudine, con il 4-2-3-1 si facilita il trequaetista. Sono tante le componenti che non lo fanno rendere al meglio. Anche per colpa mia non gioca con continuità, vi assicuro che si allena sempre bene ma in partita il campo cambia e ci sono tante situazioni che non lo avvantaggiano. Javier deve continuare a lavorare al meglio, davanti ha Zaniolo in questo momento, che sta facendo benissimo. Mi auguro che duri alla lunga, ma abbiamo bisogno di tutti, anche di Pastore. Spero torni ad essere il giocatore che tutti conosciamo.

Il ritorno di De Rossi: dall’infermeria al campo in cento giorni, ecco il faro della Roma

(Jacopo Venturi) – Daniele De Rossi è tornato. Dopo quasi cento giorni di assenza dal campo (98 per la precisione), il capitano della Roma si è ripreso la sua squadra, riprendendo da dove aveva lasciato: cuore e sostanza. Il numero 16 è stato senza ombra di dubbio l’assenza più pesante della stagione finora per Di Francesco. La sua mancanza ha inciso in diversi ambiti: la leadership, la capacità difensiva ma anche quella costruttiva, la cattiveria agonistica. Qualità che a centrocampo in tanti aspirano ad avere ma in pochi realmente hanno; De Rossi è uno di quelli. Contro il Milan ha dimostrato che nonostante i 35 anni è ancora un insostituibile per questa squadra. Ciò, a rigor di logica, dovrebbe significare che quando è disponibile dovrebbe giocare, ma c’è da fare i conti con la carta d’identità e con la cronologia dei suoi infortuni. De Rossi non potrà garantire la sua presenza costante da qui alla fine della stagione, ma dovrà invece essere gestito, per averlo al meglio nei più importanti appuntamenti della stagione. Ora è dunque prevedibile che verrà fatto riposare contro il Chievo, per averlo al meglio contro il Porto in Champions League. Perché come si è visto, averlo o meno fa ancora la differenza.

(Jacopo Venturi)

Roma-Milan 1-1: le pagelle. Le squadre si feriscono ma non si uccidono. Zaniolo la riprende, positivo Karsdorp. Anche la Dea Bendata non sorride

Simone Indovino – Spesso si dice che è meglio avere due feriti che un morto, è così è stato. La Roma e il Milan si dividono la posta in palio in uno stadio Olimpico votato alla contestazione per i giocatori dopo la disfatta di Firenze. L’approccio è anche positivo, poiché i ragazzi di Di Francesco provano in tutti i modi a portarsi avanti nel punteggio ma una distrazione fatale di Pellegrini e Fazio regala il vantaggio a Piatek (particolarmente a suo agio contro i capitolini). Zaniolo ci mette appena 40 secondi a siglare il pari nella ripresa e la squadra riacquista fiducia, seppur non attaccando con costanza. Donnarumma in stato di grazia nega la rete a Dzeko e, quando invece viene battuto, non fa altro che osservare inerme il colpo di testa di Pellegrini spegnersi sul palo. Non gira neanche benissimo.

ROMA

Olsen 6 – Nel gol subito non ha certo i riflessi dell’uomo ragno, anche se la colpa non può essere etichettata come sua. Non è tanto chiamato in causa successivamente, fino a quando è decisivo nel respingere il tiro di Laxalt allo scadere.

Karsdorp 6.5 – Uno dei protagonisti più positivi di questa sera. Mostra una condizione fisica non indifferente, e anche in fase propositiva è sempre attivo. Pregevoli i cross che mette al centro, tra cui quello che porta al gol del pari. Vince tanti duelli individuali che consentono alla Roma di ripartire.

Manolas 6.5 – Partita nella partita con Piatek, col polacco che realizza nell’unico momento in cui non era il greco a marcarlo. Poi lottano fianco a fianco per tutta la gara, col greco che lo sovrasta praticamente sempre in velocità.

Fazio 5.5 – Troppo di poco conto la marcatura sul neo attaccante del Milan, che è abile nello sfruttare l’indecisione dell’argentino. Non sono altre le sbavature nella sua gara, ma quella è piuttosto decisiva ai fini del risultato.

Kolarov 6 – Non si tira indietro nonostante le tante critiche ricevute nel pre gara. Fa sempre su e giù per la corsia di sinistra tenendo a bada le avanzate di Suso, che in questo modo non è mai troppo pericoloso.

De Rossi 6.5 – Tangibile come il centrocampo giallorosso giri nettamente meglio con la sua presenza, seppur ancora a giri non troppo alti dopo tre mesi di assenza dai campi.

Pellegrini 5.5 – Sembra accusare particolarmente il momento generale, in quanto scende in campo piuttosto nervoso e questo si riflette nelle sue giocate, specie in quella in cui perde il pallone decisivo per il vantaggio avversario. Non è troppo lucido, ma cresce col passare dei minuti fino a rischiare di erigersi a man of the match: un suo splendido colpo di testa si stampa malamente sul palo.

Schick 6 – Schierato da ala destra, è costretto in quest’ambito a dare una grossa mano in difesa. È la cosa che fa al meglio in questa serata: positivo vederlo battersi contro gli avversari, che spesso sono costretti ad arrendersi ai suoi tackle. Vicinissimo al gol con un colpo di testa nel primo tempo, situazione in cui soltanto Donnarumma gli nega la gioia.

Zaniolo 6.5 – Sin dall’inizio si vede che il suo spirito è totalmente diverso. Prevale sui diretti avversari sia dal punto di vista tecnico sia da quello fisico, e vederlo urlare, spronare gli altri e battersi in mezzo al campo è davvero un piacere. Si fa trovare pronto quando c’è da ribadire con rabbia il pallone in porta.

Florenzi 5.5 – Si dimostra ancora una volta un totale jolly, poiché schierato in un’ulteriore inedita posizione. Potrebbe far meglio, in quanto in determinate situazioni non è precisissimo anche in banali appoggi verso i compagni. Utile tuttavia in fase di ripiegamento.

Dzeko 6 – Ci prova tanto, anche venendo a prendersi il pallone in posizione molto molto arretrata. Donnarumma si rivela decisivo contro di lui in almeno un’occasione per tempo.

El Shaarawy 6 – Messo dentro per tentare il tutto per tutto, il Faraone dà vivacità offensiva rispetto Florenzi ma non riesce ad incidere.

Kluivert s.v. – Poco tempo per cambiare qualcosa.

Santon s.v. – Appena qualche giro d’orologio, in cui tuttavia non mancano le paure dal suo lato.

Di Francesco 6 – Un’ulteriore esperimento di formazione che si tramuta in un pari senza caduti in guerra. Buono l’approccio della sua squadra in avvio, ma il gol subito in maniera piuttosto ingenua destabilizza un po’ la sua squadra, che per fortuna torna viva dallo spogliatoio e sigla il pari. Poi è come se non si volesse rischiare di perdere, poiché sembra che i ragazzi tirano il freno a mano (palo di Pellegrini a parte). Ma in un momento del genere, forse, va bene anche così.

Simone Indovino

Crisi giallorossa: i 15 errori di staff e società che hanno rovinato la Roma

(Keivan Karimi) – Dall’impresa mitologica contro il Barcellona alla batosta senza precedenti di Firenze. Nove mesi in cui la Roma è stata smontata, ridimensionata, è crollata passando dal sogno al peggiore degli incubi. I tifosi dell’Olimpico hanno assistito una squadra coraggiosa ed equilibrata sfiorare una pazzesca finale di Champions League, per poi dover tornare a nutrirsi di rabbia e delusione per una stagione, quella attuale, davvero sotto le aspettative.

Tanti, troppi errori sono stati commessi in questi mesi; ecco una lista di quelli più gravi e palesi secondo la redazione di Gazzetta Serie A:

Rinnovare il contratto a Di Francesco, con ingaggio raddoppiato. Per carità, il mister dopo la scorsa stagione meritava un premio. Ma la storia della Roma insegna: mai esagerare con rinnovi e compensi in fatto di allenatori. Non a caso ora la società non si può permettere un esonero in corso d’opera.

La preparazione estiva tra Trigoria e States. Va bene che il centro sportivo è all’avanguardia e che la tournée americana frutta denaro. Ma viva i bei ritiri nell’aria fresca di montagna, che portano anche bene. Tutta la vita.

Il mercato ‘lampo’ di giugno. Monchi ha voluto esagerare con ben 11 colpi dopo neanche 30 giorni di mercato. Tanto, forse troppo. Una rivoluzione studiata solo in parte e tanti acquisti frettolosi. Un vero d.s. lavora più lentamente, ma meglio.

-Sostituire Alisson con Olsen. Difficile, quasi impossibile rifiutare 72 milioni per un portiere, anche se fortissimo. Ma Olsen è stata la scelta sbagliata, alla base. Buon estremo difensore, ma completamente diverso per qualità e caratteristiche. Non si vuole sparare a zero sullo svedese (costato solo 8,5 milioni) ma non era il giocatore adatto per guidare una difesa così.

-Sottovalutare il bisogno di un’ala. Ovvero sottovalutare i chiari di luna di El Shaarawy, le condizioni fisiche precarie di Perotti, l’estrema immaturità di Under e Kluivert. Serviva un esterno d’attacco vero, rapido, con senso del gol e dell’assist. In pratica la Roma in due anni non ha ancora sostituito Salah.

-Sopravvalutare i ‘veterani’. La voglia di rivoluzione di Monchi non ha messo in conto diverse situazioni limite: gli ultratrentenni della Roma sono tutti in recessione. De Rossi a 35 anni non garantisce più fisiologicamente un apporto totale. Kolarov ha dimenticato la fase difensiva. Dzeko fa fatica a guidare il reparto. Fazio e Perotti sembrano lontani parenti dei leader visti in passato. Impensabile non creare delle alternative.

-Pastore. Basta il nome e qualche numero: 24 milioni di cartellino, 4 milioni netti di ingaggio fino al 2023, quando l’argentino avrà 34 anni. E già oggi, a neanche 30 di età, fatica a resistere ad un contrasto. Per qualità/prezzo/utilità il peggior acquisto degli ultimi trent’anni di Roma.

-Strapagare Kluivert e gettarlo nella mischia. La Roma ha pagato l’olandesino 17,5 milioni di euro più bonus. Ok, ottimo acquisto di prospettiva. Ma una grande società parla con l’agente amico (Raiola), lascia Kluivert a maturare all’Ajax per un anno e lo prende a costo zero nel giugno 2019 invece di caricarlo di responsabilità a neanche vent’anni. La Juventus insegna.

-Sostituire Strootman con Nzonzi. Dobbiamo essere chiari: Strootman sta tutt’altro che impressionando a Marsiglia e gli infortuni al ginocchio si fanno sentire. Ma prendere Nzonzi (costo 26 milioni) per farlo giocare da mezzala prima e da mediano nel 4-2-3-1 poi è un errore grossolano. A quel punto sarebbe stato più giusto tenere l’olandese che ha dato il suo meglio ai tempi di Spalletti con questo sistema di gioco.

-Cambiare troppi schemi in corsa. L’economia di gioco e di equilibri di una buona squadra dipende da due fattori: i grandi giocatori e degli schemi ben precisi. Di Francesco ne ha cambiati troppi, soprattutto nelle prime giornate. Dal suo classico 4-3-3 è passato ad un 3-4-1-2 lunghissimo allargandosi poi al 3-5-2 e infine al 4-2-3-1 attualmente consolidato. Colpe anche del mercato, che non ha donato al mister i giocatori ideali per il suo credo tattico.

Ritiro sì, ritiro no. Gestione scellerata del ritiro punitivo. Utilizzato post Bologna-Roma, scomparso dopo Madrid, riconsiderato dopo il pari deludente di Cagliari e terminato pur dopo la sconfitta senz’appello di Plzen. Poca chiarezza, segnali intermittenti ed una dirigenza incapace di farsi sentire.

Roma senza gioco. Di Francesco non ha imparato dagli errori: non si può chiedere alla squadra di pressare sempre alto, di difendere sulla linea di centrocampo, di attaccare solo sugli errori altrui. Servono schemi, capacità nel giro-palla, sovrapposizioni e soprattutto meno dipendenza da giocatori come Kolarov o De Rossi. I giallorossi, fondamentalmente, non hanno un gioco.

Il ruolo di Cristante. Mediano, mezzala, trequartista, esterno. La vera posizione dell’ex Atalanta nessuno la conosce. Fatto sta che in nerazzurro giocava vicino alla porta e ha segnato 9 reti nell’ultima stagione, come una seconda punta di inserimento letale. A Roma è costretto a fare il centrale davanti alla difesa, pur non avendo nelle corde la fase di non possesso. Talento sprecato.

La preparazione atletica e gli infortuni. Quasi 40 infortuni diversi da agosto a gennaio. La Roma ha il record di stop muscolari e traumi di tutto il campionato. Tanti, troppi, dovuti ad una preparazione evidentemente sbagliata ed a terapie non così all’avanguardia come si sperava. Da Olsen a Schick, da Karsdorp a Perotti, i giallorossi non hanno mai affrontato una gara al completo.

Il mercato nullo di gennaio. Non entriamo nei meriti societari, visto che la Roma di Pallotta non ha mai navigato nell’oro, ma qualcosa si doveva e poteva fare per mettere delle pezze a metà stagione. Serviva un centrocampista di qualità ed un centrale affidabile. Da un d.s. navigato come Monchi ci si aspettava qualche manovra, almeno low-cost, per completare la rosa. Invece il nulla più totale che lascia Di Francesco ancor più solo con i suoi problemi ed i suoi incubi.