2008, Roma-Chelsea 3-1. La partita perfetta, vinta dai gregari

Luca Fantoni – Tre partite e due sconfitte. La prima, inaspettata, in casa contro il Cluj, l’altra a Londra. Un risultato negativo all’Olimpico contro il Chelseaavrebbe complicato molto il discorso qualificazione. Quella sera però, la Roma, in piena crisi di risultati anche in campionato, si riscoprì grande. Tornò ad essere la corazzata che l’anno prima vinse Coppa Italia, Supercoppa e che in Champions venne eliminata solo da un grande Manchester. Un Davide contro Golia calcistico, una partita in cui i blues ricevettero una lezione di calcio dai capitolini. Sulla panchina sedeva Spalletti che, per l’occasione, aveva optato per un nuovo modulo. Una sorta di 4-3-1-2 con Doni in porta, Cicinho e Panucci sulle fasce e Juan e Mexes al centro. I tre di centrocampo erano De Rossi, Pizarro e Brighi. Perrotta agiva dietro Vucinic e Totti, in campo nonostante non fosse al meglio della condizione. Il Chelsea di Scolari invece, poteva contare su nomi molto importanti. In porta c’era Cech, la colonna difensiva era il capitano John Terry. Davanti i blues avevano un talento infinito con Deco, Lampard, Joe Cole, Malouda e Anelka.

LA PARTITA – Su un campo non perfetto, dopo il nubifragio caduto sulla capitale qualche ora prima, l’arbitro Medina Cantalejo dà il via alla partita. Nelle fasi iniziali il Chelsea fa possesso palla mentre la Roma prova a ripartire in contropiede. Deco e Lampard scaldano subito i guantoni di Doni, mentre dall’altra parte è Vucinic a rendersi pericoloso con un tiro alto di poco. Al 34° i giallorossi passano in vantaggio. Pizarro apre per Cicinho che crossa in mezzo per Panucci. Il terzino italiano anticipa tutti e mette alle spalle di Cech. Il primo tempo si chiude senza ulteriori emozioni, sul 1-0. L’approccio nella ripresa di Totti e compagni è perfetto. Dopo soli tre minuti infatti, Brighi scambia con il capitano e appoggia poi per Vucinic che di destro fulmina il portiere avversario, è 2-0. Il tris arriva al 58° con il montenegrino che ruba palla a Mikel a centrocampo, si invola verso la porta e firma la doppietta. Nel finale c’è il tempo per il gol della bandiera di Terry che non rovina, però, una serata magica che resterà impressa per molto tempo nella testa dei tifosi romanisti.

Fu la vittoria dei gregari. Brighi e Perrotta giocarono, forse, la loro partita più bella in maglia giallorossa. Nella squadra di Di Francesco però, di questo tipo di giocatori ce ne sono pochi. Sono tutti protagonisti. C’è chi ha reso di più, come Kolarov e Dzeko, e chi un po’ di meno come Perotti. Proprio il numero otto è uno che può risultare determinante contro il Chelsea. Poi si sa, le Falkland-Malvinas e la “mano de dios” di Maradona insegnano, agli inglesi, gli argentini non sono mai andati a genio. Che sia Perotti, o che siano altri, qualcuno deve prendersi la squadra sulle spalle. A Londra i lupi hanno solo assaggiato la loro preda, adesso è arrivato il momento di azzannarla.

Luca Fantoni