2009, Roma-Lazio 1-0. Dalla delusione all’estasi. La notte indimenticabile di Marco Cassetti

Luca Fantoni – Spesso si parla di cos’è il destino, se esista o meno. I tifosi della Roma, in quel derby di inizio dicembre, ne hanno avuto la prova evidente. Cassetti era in panchina, non doveva entrare, eppure Mexes si è infortunato. All’epoca il terzino aveva 32 anni, aveva fatto la sua buona carriera in maglia giallorossa ma difficilmente sarebbe rimasto impresso per molto tempo nella memoria dei tifosi. Eppure, il destino, quel giorno, l’ha fatto entrare in campo e gli ha fatto decidere uno dei derby più belli degli ultimi anni. Dietro ad una grande sostituzione c’è sempre però un grande allenatore. In panchina sedeva Claudio Ranieri, in una delle sue prime partite, nella stagione dello scudetto sfiorato. In porta c’era Julio Sergio, protagonista anche lui. In difesa Burdisso e Riise giocavano sulle fasce con Juan e Mexes al centro. Il centrocampo a tre era formato da De Rossi, Pizarro e Perrotta mentre davanti agivano Menez, Vucinic e capitan Totti. La Lazio di Ballardini si schierava invece con un difensivo 5-3-2 con Muslera tra i pali, la difesa era formata da Lichsteiner, Diakitè, Stendardo, Radu e l’ormai romanista Kolarov. Brocchi, Baronio e Matuzalem giocavano alle spalle del duo d’attacco Mauri-Zarate.

LA PARTITA – Il derby è una partita calda per definizione. Quella del 2009 lo è stata forse troppo. Dopo le prime azioni di Juan e Zarate infatti, al 12° l’arbitro Rizzoli è costretto ad interrompere il match per sei minuti per il lancio di petardi in campo. Quando si riprende a vedere il calcio giocato, il primo pericolo è della Lazio. Julio Sergio è bravo a smanacciare un tiro-cross di Matuzalem. Al 43° il destino effettua il suo corso. Mexes accusa un leggero problema al ginocchio e chiede la sostituzione. Fa il suo ingresso in campo Marco Cassetti. Al 60° entra in scena il secondo protagonista di quella fredda ma dolcissima notte. Zarate anticipa Burdisso, rientra sul destro e calcia in porta prendendo il palo. Sulla respinta Mauri tira a botta sicura ma Julio Sergio decide di chiudere la saracinesca ed effettua un intervento degno della “parata del secolo” di Gordon Banks ai mondiali del ’70. Dopo quella prodezza i giallorossi si scuotono. Prima Perrotta impegna Muslera di testa poi, al 79°, Cassetti blocca Kolarov e riparte. Dopo una serie di passaggi la palla arriva a Vucinic che la mette in mezzo e trova lo stinco di quel terzino che da quel giorno diventerà uno dei beniamini della Curva sud. Nel finale viene espulso Pizarro ma alla Roma importa poco, il derby è giallorosso.

Sono passati 8 anni ed ora si parla di una sfida di alta classifica. Di Francesco, come Ranieri al tempo, è al primo derby da allenatore. Roma è una piazza particolare e, se dovesse arrivare un risultato negativo, potrebbe cancellare quanto di buono fatto fino ad ora da Dzeko e compagni. Il mister non deve essere intimorito. Questa è una di quelle partite che si vincono prima con la testa e poi con le gambe. Il destino ci ha già dimostrato che se qualcosa deve andare in un certo modo ci andrà, e tra i giocatori dei giallorossi ce ne sarebbero parecchi che meriterebbero un riscatto. Che sia Defrel, Schick o Bruno Peres, uno di loro deve entrare in campo e dimostrare perché gioca nella Roma. È finito il momento delle scuse, è arrivata l’ora di rimboccarsi le maniche e tirare le somme.

Luca Fantoni

Dopo l’Italia torna il sole, ecco la Roma

Margherita Bellecca – Archiviato con amarezza il playoff dell’Italia, e con lui tutti gli strascichi di una tremenda delusione, si torna a parlare di campionato. La Roma è attesa dalla partita più delicata e difficile da preparare: il derby, sabato alle 18. Le due squadre occupano le posizioni nobili della classifica e si presentano allo scontro nel migliore dei modi. Di Francesco ha trionfato contro la Fiorentina per 4-2 mentre Inzaghi, prima del rinvio contro l’Udinese, aveva battuto per 5-1 il Benevento.

Questa pausa per le nazionali ha messo in difficoltà il tecnico della Roma che è alle prese con l’infortunio di Nainggolan, rimediato durante il ritiro del Belgio. Il centrocampista soffre di una piccola lesione all’inguine e la sua presenza nella stracittadina è a forte rischio. Soltanto a ridosso della partita si saprà se il Ninja ci sarà o meno, ma qualora non ce la dovesse fare è pronto Pellegrini, al suo primo derby. Il romano è rimasto a Trigoria durante la sosta e potrebbe comporre il reparto con De Rossi e Strootman. Anche Dzeko è rimasto nella Capitale ed ha ricaricato le batterie con degli allenamenti specifici per recuperare brillantezza e freddezza sotto porta, visto che in campionato non segna da 5 partite. Completeranno l’attacco Perotti, felicissimo per il suo ritorno tra i convocati dell’Argentina, ed El Shaarawy, entrato bene durante gli ultimi attacchi disperati dell’Italia contro la Svezia. Si rivedrà nella lista dei convocati Schick che però non dovrebbe scendere in campo. In difesa, il reparto che ha dato le maggiori soddisfazioni a Di Francesco, ci saranno Florenzi, Manolas, uno tra Fazio e Jesus, e Kolarov. In porta Alisson.

Inzaghi potrà contare su quasi tutti i suoi effettivi, fatta eccezione di Caicedo e Di Gennaro, fermati da problemi muscolari. A condurre la Lazio, come sempre, ci sarà Immobile, in cerca di riscatto dopo le due brutte partite con la Nazionale. Alle sue spalle Milinkovic-Savic comanderà il folto centrocampo che il tecnico piacentino schiererà. Col serbo giocheranno Parolo, Lulic, Luis Alberto e Marusic. In difesa agiranno Bastos, De Vrij e Radu che difenderanno Strakosha, recuperato da un leggero guaio muscolare avuto con l’Albania.

I precedenti parlano chiaro: a Roma comanda la Roma con 58 vittorie su 156 incontri. Sono 41 quelle dei cugini. Sarà il terzo match tra Inzaghi e Di Francesco col tecnico laziale avanti per 2-0. L’abruzzese è sotto anche nei duelli contro la Lazio, su 7 partite giocate, da quando allena, ne ha vinte soltanto due, mentre sarà all’esordio assoluto in un derby, cosa che non si può dire del suo collega, alla quinta stracittadina sulla panchina biancoceleste. Il bilancio è in parità: 2 vittorie e 2 sconfitte.

Di fronte al pubblico delle grandi occasioni, attesi quasi 60 mila spettatori, Roma e Lazio sono pronte a dar vita a quello che potrebbe essere uno scontro diretto per lo scudetto. La tensione, come in ogni derby, si taglierà col coltello, ma un risultato positivo può consentire alla Roma di sognare ancora, perché tanto non costa nulla.

Margherita Bellecca