Ranieri: “Dobbiamo essere determinati. La Roma mi ha chiamato ed io sono venuto”

Simone Burioni – Claudio Ranieri, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla due giorni dalla partita contro la Juventus. Queste le sue parole:

 

Come si batte la Juventus? 
È un bel quesito. Innanzitutto bisogna essere determinati e concentrati, sappiamo benissimo che abbiamo perso una buona chance a Genova. Importante far vedere la reazione di orgoglio che dobbiamo avere. Sono arrivato che era difficile entrare in Champions, però siamo lì e non dobbiamo lasciare nulla di intentato. Ci sono tre partite a disposizione, la cosa importante è non avere rammarichi. Diamo il massimo e poi tiriamo le somme.

Come mai tutti i tifosi italiani sembrano scontenti? 
Non lo so, forse perché le aspettative erano diverse. A un certo punto si vuole vincere tutti quanti ma alla fine vince solo uno, e complimenti alla Juventus.

Un suo giudizio su Dzeko? Lo vede in flessione o nel pieno della carriera?
Lo vedo come giocatore forte e determinato, si allena sempre bene. Ci sta, l’ho detto all’inizio, un anno dove non riesce magari a far gol che in altre annate faceva. La sua voglia mi ha sempre fatto scegliere lui perché è un giocatore importante per la Roma, e anche se non sta facendo i gol che tutti si aspettavano sta facendo un gioco importante per i compagni.

Quale pensiero ha avuto a caldo sulle quattro squadre inglesi nelle finali europee? 
Un pochino mi ha sorpreso, anni fa feci proprio questo discorso, il fatto che loro non abbiano mai una pausa invernale. Facevo notare che non si arriva in fondo al campionato con tutte le energie proprio perché non c’è la pausa per far recuperare, e questo va a discapito della fase finale delle coppe e anche della nazionale. Evidentemente gli allenatori hanno cambiato qualcosa e c’è stato quel quid bellissimo che è il calcio.

Il momento di Zaniolo? Con la Juve può essere importante Kluivert? 
Di Zaniolo l’abbiamo detto, lui è una mezzala a tutto campo. In questo momento per me è stato importante sia come trequartista che come esterno alto, che non sono i suoi ruoli. Ma ha una prestanza fisica così alta e grandi strappi, che può ricoprire questi ruoli. Logico che non possa essere un ragazzo che debutta al primo anno di Serie A, ed è al centro dell’attenzione, e non possa stare al massimo. Negli ultimi allenamenti lo sto vedendo rinfrancato, determinato e voglioso e per me è importante.

Conte non è arrivato. C’è possibilità che lei resti?
Sono venuto qui a Roma perché Roma mi ha chiamato, ed essendo tifoso della Roma sono venuto con tutto l’entusiasmo e la buona volontà. Finito questo, finisce il mio lavoro.

Il rientro di De Rossi può favorire un cambio di modulo? 
Potrebbe, ho ancora questi due giorni per decidere la formazione da opporre alla Juventus, e vedremo. Deciderò per il meglio della squadra, per quello che mi può dare nei 90 minuti tutta la rosa che ho a disposizione.

Cosa le piace di Under e dove può migliorare? 
Questo ragazzo vede la porta come pochi, ha un gran tiro. L’infortunio gli ha fatto perdere determinate qualità e caratteristiche. Durante gli allenamenti vedo che tirando in porta si avvicina sempre di più alla porta, quello che deve migliorare per me è quando giochiamo col 4-2-3-1, gli esterni devono rientrare. Non può restare lì davanti ma deve chiudere la squadra. So che non è un recuperatore di pallone, ma un finalizzatore, però se non copre quella zona il terzino dietro è sempre preso in un due contro uno. Deve migliorare l’aspetto di perdita di palla, su quello che deve fare.

Dopo le parole di Pallotta. Si è perso di vista il campionato?
Sì, anche da dentro. Il bailamme c’è in ogni squadra, fa parte del calcio in generale. Noi dovevamo essere più pratici e concentrati e non permettere di subire il gol su calcio piazzato. Le chiacchiere sono chiacchiere, ma quando si va in campo dobbiamo essere concentrati. Spero che il punto guadagnato ci possa essere utile. Credo che questa sia la cosa più importante: restare concentrati nel nostro. E’ giusto parlare di tutto, ma noi addetti ai lavori dobbiamo essere concentrati sulla partita che andiamo a giocare.

Lei esclude di poter rimanere alla Roma? Si sente di promuovere la Roma? 
Ci sono le condizioni per un progetto vincente? Una volta firmato avevo già deciso, che ero venuto qui in un momento di bisogno della mia squadra del cuore. Finisce il campionato e finisce il mio lavoro. La Roma mi sento di promuoverla, è un bene inestimabile ed è logico che mi sento di promuovere la mia squadra del cuore.

Manca molto per arrivare al modello Juve? 
Nelle top squadra la Juventus è un grosso punto di riferimento. Essendolo, io credo che per la Roma sia vitale avere lo stadio di proprietà. Dopo di che potrà cominciare una rincorsa alla Juventus, senza lo stadio ci saranno grandi difficoltà.

Alla squadra è mancata un po’ di cattiveria. Questo dipende dall’allenatore o dai dirigenti? 
La determinazione e le caratteristiche di una squadra vengono marcate dal carattere e dalla qualità dei giocatori. Ci può essere un allenatore che non dia grosso carattere alla propria squadra ma abbia giocatori con grosso carattere. Ecco che allora all’allenatore basta dire due parole, ma ha una squadra con carattere e personalità ed ecco che tira fuori il meglio. Il bello è quando si riesce a costruire una squadra a somiglianza dell’allenatore. Questa è la cosa più importante. Klopp sta facendo un lavoro stupendo perché è riuscito a prendere giocatori che sposano al cento per cento la sua filosofia. Ecco che si vede un Liverpool dare tutto, sono contento che sia riuscito a far vedere alla fine del campionato quello che c’era all’Inizio. A Liverpool riscontravo alti e bassi, non riusciva a tenere quell’intensità di gioco e pressione per tutto il campionato, riusciva a farlo in casa ma non fuori casa. Ora ci riesce. Questo è segno che c’è una grossa unione tra società, allenatore, giocatori e l’allenatore è riuscito ancora di più a capire l’ambiente.

Come ha visto Javier Pastore in settimana? E’ possibile vederlo sulla trequarti?
L’ho visto bene, non ha accusato il colpo dell’esclusione e questo è importante. Ci sono giocatori sensibili e pensano che l’allenatore non abbiano fiducia in loro. Ha capito, si è allenato bene ed ha la possibilità di essere scelto.

Come stanno Karsdorp e Santon? 
Si sono allenati tutta la settimana, stanno bene, ma non hanno i 90 minuti.

Florenzi può giocare più alto? 
E’ un jolly che può giocare alto o basso, per cui abbiamo sempre la possibilità di poterlo utilizzare nei due ruoli.

Simone Burioni

Conte: “Oggi le condizioni non ci sono ma un giorno allenerò la Roma”

Margherita Bellecca – “Oggi le condizioni non ci sono ma penso che un giorno, prima o poi, andrò ad allenare la Roma”. Con queste parole Antonio Conte ringrazia e respinge al mittente in maniera elegante le avances della Roma, almeno per il momento. Oltre un mese di voci e spifferi sul futuro dell’allenatore vengono messe a tacere da un’intervista alla Gazzetta dello Sport dal diretto interessato. Che però non chiude definitivamente le porte a un futuro giallorosso. Parole che se da una parte lasciano sperare, dall’altra fanno immediatamente scattare nella testa dei tifosi della Roma un meccanismo quasi proustiano, che rimandano direttamente alle dichiarazioni di un altro grande allenatore che più volte è stato accostato ai colori giallorossi senza mai concretizzare il suo arrivo nella capitale.

Ricordate Ancelotti? Tante volte l’ex rossonero ha dichiarato di voler allenare Francesco Totti, metonimia per la Roma. E poi? Ha preferito, nell’ordine, Chelsea, Paris Saint Germain, Real Madrid, Bayern Monaco e Napoli. Stesso scenario che potrebbe ripresentarsi con Conte. L’entusiasmo alimentato dalla tifoseria su un suo possibile ingaggio è scoppiato come una bolla di sapone, aprendo il varco allo sconforto, un altro tipo di eccesso in cui si indugia spesso nell’altalenante ambiente di queste parti. Un grigiore che al momento offusca le menti e forse non permette di vedere che la Roma, con o senza Conte, continuerà ad esistere e strano ma vero giocherà anche il prossimo campionato.

Ora, come inevitabile, si riapre il totonomi legato al prossimo allenatore: dalla conferma di Ranieri, alle ipotesi a basso costo Gasperini e Giampaolo, fino al suggestivo ritorno in Italia di Maurizio Sarri. Conte si è comportato come la ragazza più bella della scuola, che dopo mesi di flirt, carinerie e corteggiamenti, mostrando il tuo lato migliore, decide ugualmente di mettersi con quello più bello di te, magari meno intelligente, e questo basta. Quello che si è perso lo capirà. Se non oggi, domani.

 

Margherita Bellecca

Roma, Conte dice no: l’enigma della panchina giallorossa

(Keivan Karimi) – Fino ad una settimana fa c’era gente pronta a scommettere che la carriera di Antonio Conte sarebbe proseguita a Roma dopo l’anno sabbatico concessosi post-esperienza al Chelsea. Segnali, rumors, abboccamenti, tutte questioni cancellate repentinamente dalle dichiarazioni di ieri dell’ex c.t. azzurro, il quale alla Gazzetta dello Sport ha chiaramente allontanato l’ipotesi Roma: “Piazza straordinaria, un giorno la allenerò. Ma oggi non ci sono le condizioni“.

Parole che possono avere mille significati, da un probabile accordo già trovato con un club più prestigioso (Juventus? PSG?) fino all’ipotesi che i tifosi romanisti gradirebbero meno, ovvero che James Pallotta ed il suo entourage non sono riusciti a convincere Conte a legarsi ai giallorossi per via di offerte e progettualità tutt’altro che allettanti.

E ora? Chi siederà sulla panchina romanista del futuro? Difficile dirlo quando mancano ancora tre turni alla fine del campionato e la Roma spera ancora in una rimonta per il quarto posto Champions. Ovvio che i giallorossi si stanno già muovendo per trovare il piano B, l’alternativa al tanto agognato Conte. Diversi i nomi in ballo anche se per il momento di certezze se ne hanno poche.

Roma, le alternative a Conte non mancano

Nessuno si demoralizzi: la Roma avrà un nuovo allenatore da giugno prossimo con cui provare a costruire un progetto lungo e convincente. Le caratteristiche del neo tecnico dovranno essere le seguenti: capacità di lavorare con i giovani, qualità nell’impostazione del gioco e gestione ideale di uno spogliatoio spesso soggetto a chiari di luna devastanti.

Il primo nome che i giornali sembrano accostare alla Roma è quello di Gian Piero Gasperini, eroe dell’Atalanta che rischia di vincere la Coppa Italia e strappare una storica qualificazione in Champions League. E’ il tecnico italiano del momento, bravo nel plasmare una squadra giovane e ricca di calciatori pronti al rilancio ed a farla diventare più forte di tante altre rivali ben più quotate. Carattere tutt’altro che simpatico (come Conte d’altronde) ma tanta voglia di vincere. Difficile però che l’Atalanta lo liberi in caso di quarto posto finale in classifica.

Altra ipotesi difficile ma possibile porta è legata a Maurizio Sarri. Il tosto allenatore toscano del Chelsea è vicino alla riconferma, vista la qualificazione Champions già aritmetica e la possibile vittoria dell’Europa League. Ma i rapporti con Abramovich sono tutt’altro che solidi e il patron russo non esclude l’ipotesi di licenziare Sarri per lasciare spazio ad un tecnico più in linea con il suo progetto vincente. A quel punto l’ex Napoli, che ha già avuto diversi contatti con Franco Baldini a Londra, potrebbe essere la prima scelta di una Roma che avrebbe bisogno di un condottiero estroso e severo, con una forte idea di calcio in testa.

Restando in Italia non sono da escludere possibili approcci per due tecnici che amano il bel gioco e hanno fatto una gavetta importante: Marco Giampaolo e Roberto De Zerbi hanno dimostrato di avere idee interessanti, ma per allenare una piazza come Roma serve carattere e continuità. Qualità che sia il tecnico della Sampdoria che il giovane condottiero del Sassuolo ancora non hanno dimostrato.

E ancora occhio a Gennaro Gattuso: difficilmente l’ex centrocampista resterà al Milan dopo la stagione altalenante attuale. Inoltre il rossonero ha rapporti eccellenti con Francesco Totti che potrebbe puntare fortemente su di lui per cercare di dare carattere e spinta emotiva ad una Roma ultimamente troppo ‘morbida’.

Diverse pure le piste estere, con la Roma che potrebbe puntare sull’effetto Garcia del 2013-14, quando si puntò su un tecnico straniero capace con freddezza e tanto lavoro di inserirsi nell’ambiente e riportare subito l’entusiasmo necessario. Se dovesse riaffacciarsi l’ipotesi di affidare a Luis Campos l’area tecnico-sportiva del club allora tornerebbero di moda i portoghesi Leonardo Jardim e Paulo Fonseca, allenatori già vincenti all’estero. Così come Nuno Espirito Santo, possibilità meno concreta e soltanto accennata. Così come quella dello spagnolo Julen Lopetegui, pronto a rilanciarsi dopo il flop a Madrid.

Potrebbe essere pronto a rifarsi anche Thomas Tuchel, tecnico tedesco del PSG e considerato uno dei più bravi ad amalgamare giovani talenti e campioni già affermati. Ma la sua annata poco brillante a Parigi potrebbe costargli la panchina: la Roma può diventare una chance per l’ex Borussia. E sempre in tema parigino non è da escludere un ritorno di fiamma per Laurent Blanc, vecchia volpe delle panchine internazionali che conosce bene l’Italia visti i precedenti da calciatore a Napoli e Inter.

Infine José Mourinho: una pista complicatissima, esosa, quasi eterea. La Roma ha smentito i contatti con Jorge Mendes per arrivare allo ‘Special One’, ma nel calcio non si sa mai…Se Pallotta dovesse decidere di investire con forza sull’allenatore potrebbero aumentare vistosamente le percentuali dell’ex interista.

Anche Florenzi si ferma: la Roma verso i 50 infortuni stagionali

(Jacopo Venturi) – Anche Florenzi si ferma. Il fastidio alla coscia destra patito dal numero 24 giallorosso non è un semplice infortunio: è il numero 49 di questa stagione per la Roma. Un numero enorme, all’interno del quale ci sono problemi di lieve entità e problemi cronici, infortuni muscolari e infortuni traumatici. Proprio la varietà è uno dei fattori più preoccupanti, perché non permette di scovare un’unica ratio alla base di tutti questi infortuni. Il minimo comun denominatore però potrebbe esserci: quello mentale. I giocatori della Roma sono entrati nell’ottica nella quale l’infortunio potrebbe essere sempre dietro l’angolo e questo, alla stessa guisa di una profezia che si autoavvera, aumenta le possibilità stesse di uno stop. Un calciatore che scende in campo con questa disposizione mentale infatti è più facile che sia maggiormente contratto muscolarmente per la tensione e che faccia movimenti innaturali per evitare l’infortunio, ottenendo invece un risultato opposto. Ci sono poi da considerare altri fattori come il campo dell’Olimpico e di Trigoria, i metodi di allenamento e di preparazione fisica e via dicendo. Ma la Roma ha provato a mettere le mani su tutti questi aspetti negli anni e il numero degli infortuni è rimasto costantemente alto. Il problema è ben radicato e si unisce a una buona dose di sfortuna: la soluzione dunque non sembra essere così semplice da trovare.

(Jacopo Venturi)

Genoa-Roma 1-1: le pagelle. Bravi a resistere e colpire con El Shaarawy, poi la concentrazione scende. Pari che può pesare

Simone Indovino – Che sarebbe stata una partita maschia e fisica era stato ampiamente previsto dalla grande totalità dei protagonisti in campo. La Roma non è scesa in campo con l’atteggiamento che ci si aspettava. Il Genoa ha il sangue agli occhi e i giallorossi soffrono il pressing e la corsa asfissiante dei rossoblù. I ragazzi di Ranieri sono tuttavia bravi a rimanere in gara a lungo, fino a trovare la stoccata vincente con El Shaarawy. Poi, quando sul cronometro mancherebbero pochi minuti, un black out totale che porta al pareggio del Genoa e al rigore per i padroni di casa, fortunatamente respinto da Mirante. La corsa al quarto posto, adesso, è sempre più tosta.

ROMA

Mirante 6.5 – Croce e delizia. La difesa commette un errore nel gol subito, ma la sua uscita piuttosto avventata non aiuta per niente. Poi stende Sanabria e concede il rigore, per fortuna è concentrato nel respingerlo, facilitato da una conclusione debole dell’avversario.

Florenzi 6 – Potrebbe offendere di più, ma i suoi compagni non sono per niente bravi a servirlo specialmente sulla corsa. In retroguardia, soffre spesso la fisicità di giocatori più prorompenti di lui come Kouamè.

Manolas 5 – Giornata no per il greco che si intravede sin dalle prime battute. È deconcentrato e spesso si fa superare dai cross avversari ma anche dal diretto marcatore, ovvero Lapadula. Un po’ meglio nella ripresa, ma i 90 e passa minuti sottotono rimangono.

Fazio 5.5 – Meglio del compagno di reparto: le sue chiusure sono più puntuali e precise. Peccato per la distrazione nel corner finale dove permette (in concomitanza di colpe con altri compagni) a Romero di prendere il pallone di testa e pareggiare.

Kolarov 6 – Offende bene, difesa ordinata. I maggiori pericoli non provengono dal suo lato.

Nzonzi 5.5 – Un buonissimo schermo davanti la difesa, negativo in fase di regia. Troppi gli errori anche banali da lui commessi. Fa valere il fisico: vince praticamente tutti i duelli aerei ma manca quello più importante in occasione del corner in cui il Genoa pareggia.

Cristante 5 – Manovra lenta quella portata avanti dal centrocampista italiano che soffre tanto il forte pressing dei rossoblù.

Zaniolo 5 – Tutti continuano a dire che sia una mezzala, eppure ce lo ritroviamo sempre nella corsia di destra in cui riesce a incidere poco e niente. Anche oggi è ben ingabbiato dai difensori avversari e la sua partita rimane anonima.

Pellegrini 5.5 – Pesa tantissimo l’occasione divorata nel primo tempo, che avrebbe potuto indirizzare la partita. Con più lucidità avrebbe fatto decisamente meglio. Meno brillante di altre occasioni.

El Shaarawy 6.5 – Lui c’è sempre. A prescindere da come andrà la stagione di squadra, il suo rendimento personale sarà soltanto da incorniciare. L’unico a illuminare in avanti, è freddo quando ha sul sinistro la palla gol.

Dzeko 6 – Fa quel che può, ed è obiettivamente difficile fare di più. Si trova sempre a lottare in mezzo a tanti avversari.

Schick s.v. – Buttato nella mischia, conclude poco.

Kluivert 5.5 – In campo giusto per rimediare un giallo e mettere in mezzo il cross da cui nasce il gol giallorosso.

Karsdorp 5 – Sanabria subisce fallo da rigore nella zona che dovrebbe essere coperta in quel momento da lui. Spaesato in difesa.

Ranieri 5.5 – Per motivazioni degli avversari era una partita decisamente diversa da quelle delle ultime settimane. La sua Roma ha la colpa di non entrare in campo col piglio giusto e di venire sovrastata dal Genoa in troppi fattori. Quando poi il match sembrava in discesa, una distrazione difensiva come non si vedevano da tempo ha fatto sì che i ragazzi di Prandelli pareggiassero.

Simone Indovino

Ranieri: “È più importante la Roma, non il proprio ego. Dobbiamo vincere”

Simone Burioni – Claudio Ranieri, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa in vista della partita contro il Genoa. Queste le sue parole:

 

Il Genoa ha sei punti di vantaggio sulla terzultima ma arriva da un momento negativo. Che partita si aspetta? 
Mi aspetto una partita difficile. Difficile perché è una squadra che ha battuto Lazio, Atalanta e Juventus. Mi aspetto una gara molto difficile e dobbiamo essere super concentrati.

Negli ultimi giorni ha svolto allenamento differenziato. Come sta Dzeko? E’ pronto per giocare? 
Ha ancora due allenamenti per decidere, spero stia bene. Ha avuto una distorsione alla caviglia, spero che oggi possa allenarsi regolarmente e anche domani.

Zaniolo si sta allenando regolarmente. E’ pronto per prendersi un posto da titolare domenica? 
Il ragazzo è pronto, è un generoso, ma non è che al primo anno possa avere sempre quella facilità di corsa, ma la sua forza interiore e il suo fisico lo aiutano molto. E’ sempre pronto e disponibile.

Pastore può essere una chiave per il Genoa? Pelllegrini può tornare a fare il trequartista? 
E’ importante, sono tutte partite molto difficili e particolari. Ho bisogno di tutti i miei calciatori al 100%, quando sono al 100% ho più facilità di scelta. Chi non viene utilizzato all’inizio non deve sentirsi declassato o messo da parte da me, adesso quello che è più importante è la Roma, non il proprio ego. Faccio appello all’intelligenza dei miei calciatori perché riuscire ad arrivare in Champions League è una vittoria di tutta la Roma, di tutto il gruppo, di tutti i tifosi e di tutta la società al di là di chi giocherà queste quattro partite. Però saranno tutti importantissimi.

Con la squalifica di Cristante Pellegrini è arretrato in mediana. Pellegrini lo vede meglio dietro o sulla trequarti? 
E’ un giocatore che si sta formando, è giovane, è molto dinamico, ha facilità di corsa e di calcio notevole. Più gioca e più acquista consapevolezza in un ruolo delicato come quello di centrocampista. E’ un’ottima mezzala e quindi mi dà la possibilità di avere più soluzioni.

All’inizio ha speso parole molto forti per Schick. Perché non riesce a sbocciare definitivamente e sembra un po’ in secondo piano? 
Non è in secondo piano. Lo ripeto, per me è molto forte. Ho letto oggi le dichiarazioni del suo agente e le condivido. Io scommetto su questo ragazzo, c’è chi matura subito e chi ha bisogno di più tempo, ma questo è un ragazzo veramente valido.

Dopo la partita di Ferrara ha parlato di ridimensionamento in caso di non conquista della Champions. E’ cambiato qualcosa in queste settimane, in questi mesi? C’è un progetto in questa società che sta cambiando? 
Sono venuto qua proprio per cercare, con l’aiuto dei tifosi, di aiutare la squadra. Questo è il mio obiettivo. Io sono uomo di campo, tutto il resto non conta. Cerco di fare il massimo di quello che mi è stato chiesto. Io ho chiesto aiuto ai tifosi e l’aiuto ce lo stanno dando. Spero che sarà così fino in fondo, poi non è più compito mio.

I tifosi le hanno dedicato uno bel pensiero… 
L’ho letto e li ringrazio. Bellissimo.

9 anni fa un “Oh noo” veniva esposto allo stadio Olimpico. Adesso ci sarà Lazio-Atalanta, possiamo rivedere uno scansarsi come con l’Inter? 
Così è stato, così fu. A me non interessa. A queste cose ci deve pensare la Lega. Io penso a giocare, ad allenare, sono sempre stato una persona leale e questo per me è importante.
E’ possibile un ritorno al 4-3-3? Karsdorp è pronto a rientrare dal primo minuto da terzino destro?
E’ logico che io possa pensare sempre al 4-3-3 perché ho una squadra che è stata costruita per questo, ma anche con il trequartista dietro la punta. Sto studiando bene l’avversario, ma vediamo tirando le somme di tutti gli allenamenti svolti, e cercherò di tirare fuori la migliore formazione possibile.
Karsdorp? 
Ogni partita è importante. Il Genoa è importantissimo, non devo pensare al dopo Genoa chi c’è. Io devo pensare al Genoa e a cercare di vincere la partita.
Chiude Ranieri: “Voglio fare un grosso in bocca al lupo a Casillas per quello che è successo, spero che possa tornare sui campi, ma se anche non dovesse tornare voglio fargli un grandissimo in bocca al lupo per il futuro”.
Simone Burioni

Vietato non rischiare

Gianluca Notari – Da bambini, il mondo delle favole ha contribuito ad alimentare i nostri sogni e le nostre speranze. Le favole, nella maggior parte dei casi, seguono un intreccio lineare, definiscono da subito il buono e il cattivo e solitamente hanno un finale positivo che va incontro alle aspettative di chi legge o ascolta. Tuttavia, non sempre sono semplici come sembrano: sono frutto di un lavoro, quindi tempo e fatica. Ma quando è terminata, la favola assume caratteri magici in cui tutti, in un modo o nell’altro, riusciamo ad identificarci.
Applicando questo concetto al mondo del calcio, abbiamo vissuto tutti la gioia di prendere il pallone sotto braccio e correre al parco insieme agli amici, ammucchiare le felpe per delimitare la porta e sognare per un momento di vestire i panni del nostro idolo. È una gioia comune, semplice, condivisa da tutti gli appassionati di questo sport. Per questo, a molti è venuto naturale identificarsi nell’Ajax di Erik ten Hag: un gruppo di amici che come unico obiettivo ha quello di giocare a calcio, come facevamo noi quando eravamo bambini. Solo che noi ad un certo punto abbiamo smesso, loro no: qualsiasi sia il terreno di gioco, dal cortile di casa al Santiago Bernabéu, l’obiettivo è sempre quello di correre e divertirsi, proprio come quando eravamo piccoli noi. Ma come per le migliori favole, questa attitudine non nasce da un giorno all’altro: ha radici lontane, profonde, scolpite nel tempo.

Ciclicamente, quando una squadra raggiungere obiettivi importanti, in Italia si cerca di scimmiottarne il modello. Prima il Barcellona, poi la Spagna e la Germania campioni del Mondo, oggi l’Ajax: si riempiono pagine di giornali, si parla di tattica, di tecnica, ci si chiede se sia meglio puntare sui campioni o sul collettivo, senza mai rendersi conto che queste squadre, come le favole, sono costruite con lavoro, tempo e fatica.

Il campo centrale del centro sportivo De Toekomst

Loro si basano su tre pilastri: aspirazioniconoscenzacondivisione. Io condivido con te e tu condividi con me, in modo tale da crescere tutti insieme, come collettivo“. A parlare è Andrea Bracaglia, preparatore atletico delle selezioni giovanili della Lazio, che nello scorso mese ha avuto la fortuna di vivere per una settimana intera al De Toekomst (Il Futuro, in olandese), la cittadella d’allenamento dell’Ajax. “Condivisione non significa solo all’interno del club, ma con tutte le squadre affiliate al movimento Ajax. Così si spiega la loro presenza capillare sul territorio: l’obiettivo è quello di creare un sogno“.
Il racconto di Bracaglia comincia proprio dal territorio: “I club affiliati all’Ajax sono 49: nove di prima fascia, che vuol dire che si trovano ad Amsterdam o lì vicino; 17 di seconda fascia, quelli presenti in Olanda; 23 di terza fascia, sparsi in tutto il mondo. Naturalmente l’occupazione territoriale ha un motivo: l’attività di scouting passa anche e soprattutto da qui, anche se esiste all’interno del club una missione sociale ben visibile: i tecnici dell’Ajax vanno spesso nelle scuole, nei quartieri degradati e nei parchi pubblici per promuovere l’attività motoria e i valori dello sport. Tutto gratuito“.
Dietro a tutto questo, c’è un progetto tecnico enorme: “Lo scouting è alla base: vengono organizzate sistematicamente delle giornate all’interno del De Toekomst per visionare i bambini. I più bravi entrano a far parte della Soccer School, una sorta di pre-academy che si svolge ogni domenica all’interno del centro sportivo che serve a prepararli per quando entreranno nell’Academy vera e propria. Una volta entrati a far parte del club, i nuovi giocatori vengono divisi per fasce d’età: la fascia 8-12 anni è la fase più importante, dove i ragazzi vengono iniziati al credo del club. Questa fase è chiamata I & the ball: l’obiettivo è quello di creare giocatori che sappiano dominare il pallone. Si lavora sulla tecnica di base, sulla visione periferica, sulla percezione spazio-tempo e sul problem solving, incentrando il lavoro su esercizi di 1 vs 1, 1 vs 2, 3 vs 2 e così via, in modo che l’attaccante sia in grado di saltare l’uomo e il difendente in grado di fermarlo. Questo si nota anche nelle partite della prima squadra: ten Hag sceglie spesso di lasciare tutti i suoi giocatori in 1 contro 1, sapendo che saranno i suoi ad avere la meglio. In questa fase, ogni giocatore dovrà migliorare le skills in cui è più bravo: se un calciatore è bravo nel dribbling, si cerca di spingerlo a provarlo sempre. Ai tecnici dell’Ajax è vietato dire cose come ‘non rischiare’ o ‘gioca semplice’“.

Tra questi bambini potrebbe nascondersi un giovanissimo De Ligt

Il processo di crescita è dunque un percorso che comincia da piccolissimi e oltre a curare la dimensione collettiva si cerca di tirare fuori il meglio da ogni componente del gruppo: “Nelle categorie Under 8 e Under 9 i bambini hanno dei piccoli compiti da svolgere a casa, come palleggi o passaggi al muro. I genitori dei ragazzi li filmano e mandano il video al coach, il quale premia i migliori. Dall’Under 10 in poi, invece, sono liberi di decidere se fare i compiti o meno, anche se sono spesso spinti a farli dallo spirito di competizione che si crea con i compagni di squadra“. 
Ci sono poi altri metodi per motivare i ragazzi a lavorare: “In ogni spogliatoio c’è una postazione fissa per ciascun giocatore e su ogni postazione c’è attaccata la figurina di chi la occupa con su scritti i punti forti e i punti deboli. Questo li stimola ad allenarsi e a migliorare le proprie carenze. Inoltre, c’è una bacheca con i compiti del mese: ad ogni esercizio corrisponde un punteggio. Il ragazzo che a fine mese avrà totalizzato più punti si esibirà alla Cruyff Arena prima di una partita della prima squadra, in modo da abituarlo da subito alla pressione dello stadio“.

Dopo questa prima fase, nella fascia d’età 13-16 si accede alla fase agonistica detta Youth Development: qui i valori e le competenze apprese vengono portate ad un livello e ad un ritmo più alti, sedimentando gli insegnamenti ricevuti nella fase precedente.
Infine, si arriva alla fase del Professional Development, l’equivalente della nostra Primavera. Ma la crescita non passa solo per il calcio: per tutto il percorso che va dall’Academy fino al professionismo, l’Ajax si occupa dei propri tesserati a tutto tondo: “I giocatori sono supportati dal centro clinico di ricerca e dalla scuola presente all’interno del De Toekomst per tutta la trafila delle giovanili. L’insegnamento è visto come centrale nell’arco della crescita dei calciatori: se il rendimento scolastico è scarso rischi di essere fatto fuori“.

La scuola all’interno del De Toekomst

Ma non è l’unico aspetto laterale su cui si lavora: “Cruyff diceva di aver imparato a giocare per strada, non su un campo di calcio. Adesso la situazione è opposta: i bambini toccano il pallone solo sui campi da gioco, nel resto del tempo non giocano a calcio. La ‘Cruyff Revolution‘ parte proprio da qui: quando lui era all’Ajax impose giornate di allenamento nei contesti più disparati. All’interno del De Toekomst ci sono diversi ambienti e almeno due volte a settimana viene cambiato l’ambiente in cui si allenano i giocatori: asfalto, sabbia, fango, bosco, campo in erba, sintetico ecc. Ogni terreno ha caratteristiche diverse: sull’asfalto farai di tutto per non cadere a terra, quindi svilupperai la forza e l’equilibrio; oppure, allenandoti in mezzo al bosco, la palla rimbalzerà sempre in maniera diversa, migliorando così il controllo del pallone. Ma non solo: a volte si allenano con le ciabatte infradito, oppure giocano partite a tre o quattro squadre contemporaneamente in campo“.

C’è anche un altro aspetto su cui Bracaglia si sofferma, la multilateralità: “Gli allievi dell’Ajax – dice ironicamente – sono più bravi nel judo che nel calcio. Lo fanno da quando sono bambini: serve a migliorare l’equilibrio, la forza e la mira nel calciare in porta, ma soprattutto toglie la paura di farsi male nei contrasti“. Ma il judo non è l’unico sport che i Lancieri praticano oltre al calcio: “Pallavolo, tennis, nuoto, baseball – dove i portieri lanciano con le mani e gli altri usano i piedi al posto delle mazze -, climbing, ginnastica ritmica, ping pong, squash con i piedi: ognuno di questi sport porta benefici alla crescita fisica e mentale del ragazzo“.
Questi sport a volte funzionano anche come fucina di idee: “C’è una cosa che fanno che non avevo mai visto: usano l’ordine delle cinture del karate applicato ai piedi. Mi spiego: ad ogni piede è assegnato un colore in base alle capacità. Se un ragazzo è bravo con il destro e scarso con il sinistro, sullo stinco destro avrà il salvapelle di colore nero, su quello sinistro sarà arancione. In questo modo, tutti i calciatori vogliono arrivare al nero su entrambi i piedi e si impegnano per migliorare. Ma non solo: ogni giocatore tenderà a servire il compagno sul piede forte per metterlo nelle migliori condizioni. C’è un livello di attenzione incredibile“.
Sempre riguardo ai tipi di allenamento paralleli al campo, ce n’è uno davvero particolare: “Negli ultimi anni stanno sperimentando la Virtual Reality. Pensano che osservando un’azione fatta bene si attivino le stesse mappe neuronali di quando la si esegue. In pratica si allenano stando fermi“.

Il soffitto del campo indoor è pieno di sensori GPS per mappare gli allenamenti. Costo: 5 milioni di euro

Visto che parliamo da oltre mezz’ora, chiedo a Bracaglia di scegliere un ultimo argomento da trattare. Mi risponde: “La tattica“. Io gli faccio notare che su quello noi italiani siamo imbattibili, ma lui mi dice che: “I principi sono diversi da quelli su cui si lavora in Italia: ci si concentra molto sul recupero palla nel minor tempo possibile, sulla superiorità in zona palla in entrambe le fasi, sulla densità in mezzo al campo, sul dribbling, sull’anticipo e sull’inizio dell’azione dalla difesa. Se vedi l’Ajax giocare te ne accorgi, i principi sono gli stessi: lo fanno da quando hanno 8 anni“.

Se pensavate che le favole fossero un gioco da ragazzi, sbagliavate di grosso. O forse no.

Gianluca Notari

Primavera, Fiorentina-Roma 2-2: doppiette per Cangiano e Vlahovic. Manca un’espulsione ai toscani

Luca Fantoni – Poteva essere una vittoria importantissima e invece è arrivato un pareggio. La Roma Primavera esce con un 2-2 dal campo della Fiorentina. I ragazzi di De Rossi si sono portati subito sul doppio vantaggio nel primo tempo grazie alla doppietta di Cangiano. L’espulsione dubbia di Cargnelutti ha però indirizzato il resto della partita con i viola che hanno raggiunto il pareggio con due gol di Vlahovic. Nella ripresa il protagonista è ancora l’arbitro che non espelle il già ammonito Latki per una manata in faccia a Semeraro.

IL TABELLINO

ACF FIORENTINA (4-4-2): Ghidotti; Ferrarini, Gilekens, Antzoulas, Simonti; Hanuljak (Dal 74′ Pierozzi), Latki, Meli, Simic (Dal 62′ Ponsi); Koffi, Vlahovic.
A disposizione: Chiorra, Dutu, Gelli, Nannelli, E. Pierozzi, Longo, Fiorini, Gorgos, Kukovec, Bocchio.
Allenatore: Emiliano Bigica.
Indisponibili: Montiel, Beloko, Vlahovic.

AS ROMA (4-3-3): Fuzato, Parodi, Trasciani, Cargnelutti, Semeraro; Pezzella, Riccardi (Dal 84′ Buttaro), F. Greco (Dal 84′ Bove); Besuijen (Dal 27′ Bianda), Celar (Dal 68′ Estrella), Cangiano (Dal 84′ Tripi).
A disposizione: Cardinali, Santese, Silipo, Bucri, Darboe, Cancellieri, Milanese.
Allenatore: Alberto De Rossi.
Indisponibili: Chierico, Sdaigui, Simonetti, Riccardi.

Arbitro: Matteo Gariglio.
Assistenti: Giulio Fantino e Michele Pizzi.
Ammoniti: 7′ Cargnelutti (ROM), 36′ Latki (FIO), 72′ Trasciani (ROM).
Espulsi: 25′ Cargnelutti (ROM).
Marcatori: 4′ Cangiano (ROM), 19′ Cangiano (ROM), 34′ Vlahovic (FIO), 40′ Vlahovic (FIO).

LIVE

SECONDO TEMPO

94′ – Termina la partita senza ulteriori emozioni. Roma e Fiorentina pareggiano per 2-2

84′ – Triplo cambio per la Roma. Entrano Buttaro, Tripi e Bove, ed escono Riccardi, Cangiano e Greco.

83′ – Due errori consecutivi in disimpegno di Bianda. Il francese sembra totalmente fuori dalla partita.

74′ – Nei viola esce Hanuljak ed entra Pierozzi.

74′ – Occasionissima della Roma con Estrella che se ne va in profondità ma il suo sinistro sfiora solamente la traversa.

72′ – Ammonito Trasciani per un fallo tattico.

68′ – Nella Roma esce Celar ed entra Estrella.

64′ – Altro episodio dubbio in area della Fiorentina. Celar va giu ma l’arbitro lascia correre.

62′ – Cambio nella Fiorentina: esce Simic ed entra Ponsi.

57′ – Lakti della Fiorentina dà una manata a Cangiano ma non viene espulso. Errore dell’arbitro Gariglio.

50′ – Si rende pericoloso Koffi con un tiro a giro che finisce fuori.

46′ – Inizia la ripresa.

PRIMO TEMPO

47′ – Dopo due minuti di recupero termina il primo tempo.

40′ – La Fiorentina pareggia! Vlahovic firma la sua doppietta personale e riporta il punteggio in parità.

36′ – Ammonito Latki nella Fiorentina.

34′ – La Fiorentina riapre la partita. Traversone dalla destra di Ferrarini e di testa Vlahovic fa 1-2.

30′ – Cade in area Semeraro dopo un contatto con il giocatore viola. Il terzino giallorosso sanguina dalla testa ed è costretto a farsi applicare una fasciatura.

27′ – Esce Besuijen ed entra in campo Bianda.

25′ – Seconda ammonizione per Cargnelutti che viene espulso.

19′ – RADDOPPIO DELLA ROMA! Ancora Cangiano che si inserisce bene su un cross dalla destra di Riccardi.

7′ – Ammonito Cargnelutti nella Roma per un fallo a centrocampo.

4′ – LA ROMA IN VANTAGGIO! Lancio splendido di Pezzella e Cangiano di testa supera il portiere avversario.

1′ – Inizia la partita. La Roma dà il calcio di inizio.

Luca Fantoni