Da Dzeko a Charles: cronistoria di una Roma… d’oro

Gianluca NotariTredici giocatori. Nella sua storia, la Roma ha avuto candidati in lizza per il Pallone d’Oro tredici calciatori, per un totale di diciotto candidature. Dopo due lustri in cui nessun giallorosso aveva raggiunto questo traguardo, quest’anno è toccato a Edin Dzeko: dopo aver vinto il titolo di capocannoniere della Serie A e quello di capocannoniere dell’Europa League, era difficile rimanere fuori dalla lista dei 30 migliori calciatori che giocano in Europa. Prima di lui però è toccato ad altri, giocatori simbolo della storia della Roma. L’ultimo fu Francesco Totti, nel 2007, l’anno in cui poi vinse la Scarpa D’Oro. Tornando ancora indietro nel tempo, nel 2004 fu inserito Traianos Dellas, fresco vincitore del più incredibile dei campionati Europei degli ultimi decenni. Nel 2003 ancora Totti, mentre nel 2002 fu la volta di Marcos Cafu, che da poco aveva sollevato nel cielo di Yokohama la quinta Coppa del Mondo della storia del Brasile. Nel 2001 toccò ancora al numero 10 insieme a Damiano Tommasi, testa e corpo della Roma tricolore, mentre nel 2000 di nuovo il Capitano, che durante l’estate si era reso autore dell’insano ‘cucchiaio’ a Van der Sar nella semifinale degli Europei, e Gabriel Omar Batistuta, appena trasferitosi in giallorosso.

Poi anni di vuoto, tornando indietro nel tempo fino al 1992, quando Thomas Hassler, in quegli anni sulla cresta dell’onda con la propria Nazionale, si piazzò al quarto posto, risultando tra tutti i romanisti quello che è arrivato più in alto. Per tre volte poi fu Rudi Voeller ad essere tra i 30 selezionati finali, nel 1987, nel 1990 e nel 1991. Poi Boniek nell’85, e Bruno Conti nell’82 e nell’83. Da qui in poi si va nella preistoria: Karl-Heinz Schnellinger nel 1963, quando era di proprietà della Roma ma giocava nel Mantova. In casacca giallorossa ci giocò la stagione successiva, quella ’64-’65, quando poi fu ceduto al Milan, di cui divenne una bandiera per ben nove anni. L’ultimo della lista, ed il primo in ordine temporale, fu John Charles: attaccante gallese classe 1931, giocò con la Roma per una sola stagione, mettendo a segno quattro reti in appena dieci presenze. Fu inserito nella lista per il Pallone d’Oro nel 1962, arrivando ottavo nella classifica finale.

Gianluca Notari

Champions League, il girone della Roma: Chelsea e Atletico le certezze, ma occhio al Qarabag

Gianluca Notari – La fortuna, si sa, non guarda in faccia a nessuno. La sfiga, invece, si dice veda benissimo. Si scherza, naturalmente, ma è più o meno questo quello che deve esser passato per la testa ai tifosi della Roma quando ieri, dall’urna di Nyon, i giallorossi sono stati sorteggiati nel gruppo C dei gironi di Champions League, ovvero quello con Chelsea, Atletico Madrid e Qarabag. E pensare che la sorte poteva dire ben altro: la Roma sarebbe potuta essere nel girone F, quello che poi è toccato al Napoli, il quale affronterà sì il Manchester City, ma che poi dovrà vedersela con due squadre di medio cabotaggio come lo Shaktar Donetsk e il Feyenoord, veramente poca roba pensando invece alle sfide che attendono la squadra di Eusebio Di Francesco.

Il Chelsea di Antonio Conte, fresco campione di Premier League, si è presentato come testa di serie a questa Champions League. Difficile ipotizzare una sua vittoria finale: il tecnico italiano nelle coppe europee ha sempre stentato, e nonostante il livello altissimo della rosa, la stagione non è iniziata nel migliore dei modi: nonostante i Blues si siano aggiudicati il primo derby di Londra della stagione, all’esordio hanno perso in casa contro il modesto Burnley. Inoltre, rimbalzano da più parti le voci di un Conte piuttosto scontento del mercato estivo, poiché nonostante i diversi acquisti – e i molti soldi spesi – la rosa è rimasta incompleta e piuttosto corta, inadatta per affrontare 4 competizioni. Inoltre, si aspetta ancora il rientro a pieno regime di Eden Hazard, la vera stella di questa squadra, il quale potrebbe dare la giusta spinta in questo momento di confusione nell’ambiente Chelsea.

Eden Hazard, l’arma in più di Antonio Conte

L’Atletico Madrid, dal canto suo, non ha bisogno di presentazioni: si è scritto, parlato e discusso in ogni dove e quando sulla filosofia di gioco di Diego Simeone, che in pochi anni ha riportato l’Atletì su livelli altissimi, raggiungendo per ben 2 volte in quattro anni la finale di Champions League, persa però entrambe le volte per mano dei rivali del Real Madrid. Una squadra solida e collaudata, che però ha avuto la finestra di mercato estiva chiusa, per scontare una pena circa alcune irregolarità riscontrate dal TAS nella compravendita di giocatori minorenni. Per questo motivo, Vitòlo – promesso sposo dei Colchoneros – si è trasferito in prestito semestrale al Las Palmas, mentre Diego Costa, in rottura con il Chelsea, si sta già allenando con i nuovi/vecchi compagni rojiblancos, ma dovrà aspettare gennaio per formalizzare il tesseramento. E pazienza, infine, se Griezmann sembra soffrire di mal di pancia: trasferimento al Manchester United rimandato anche per lui, almeno fino a gennaio.

Infine il Qarabag. La squadra azera parte decisamente per fare la figura della sparring partner degli avversari più quotati, ma chissà se non riuscirà a rubare qualche punto qua e là. Difficile calcolare la squadra di Baku come un’avversaria che possa impensierire le altre tre, ma nel calcio non si sa mai. L’allenatore, Gurban Gurbanov, da quelle parti è considerato un astro nascente del calcio: capace di vincere il titolo per 4 volte consecutive, Gurbanov ha allestito una squadra giovane e di talento, che vede in Richard e Pedro Henrique i suoi giocatori più temibili. Il Qarabag è sicuramente la squadra meno quotata del girone, ma occhio a facili sottostime.

Gianluca Notari

Mahrez e la Roma, un matrimonio che s’ha da fare

Gianluca Notari – Venduto Salah, la Roma è alla ricerca di un esterno destro – preferibilmente di piede sinistro – e, a meno di sorprese, sarà l’acquisto più costoso della campagna acquisti giallorossa. Il ds Monchi è da settimane alla ricerca dell’occasione giusta, e dopo aver sondato diverse piste, sembra che abbia messo nel mirino l’algerino Riyad Mahrez. Un nordafricano per un altro, dunque. La richiesta del Leicester, club proprietario del cartellino del giocatore, è molto alta: 40 milioni di sterline, quasi 50 milioni di euro. La Roma difficilmente potrà spingersi così in alto, ma la volontà del calciatore potrebbe fare la differenza.

LA TRATTATIVA – Come riportato dal sito specializzato nelle questioni Foxes, il leicestermercury.co.uk, Mahrez ed il suo entourage avrebbero raggiunto un accordo di massima con la dirigenza capitolina. Per il classe ’91, Pallotta e soci sarebbero pronti ad offire 30 milioni di euro, superando quindi l’offerta dell’Arsenal, che preferirebbe puntare su Lemar del Monaco. La trattativa non si preannuncia comunque facile, ma se la Roma sarà brava ad aspettare – ed il giocatore a spingere per la cessione allo stesso tempo – l’affare potrebbe andare in porto.

ALTERNATIVE – I giocatori che potrebbero rappresentare una valida alternativa all’acquisto di Mahrez non sono poi molti. Restano validi i nomi di Berardi e Schick, mentre più distanti sono Juan Mata, Forsberg e Medeiros, talentino portoghese in forza allo Sporting CP ma che, come Cengiz Under, difficilmente possono rappresentare una valida alternativa istantanea a Salah.

KOLAROV – Nel frattempo, Monchi sta per chiudere un’altra importante trattativa: Aleksandar Kolarov sta per diventare il nuovo terzino sinistro della Roma. Considerando l’infortunio subito da Emerson Palmieri nella partita dell’addio di Totti, che non permetterà all’italobrasiliano di tornare sui campi prima di ottobre, l’arrivo del serbo dal Manchester City rappresenta un’assoluta sicurezza: nonostante i 31 anni, nella scorsa Premier League ha totalizzato ben 29 partite, di cui 27 partendo dal primo minuto. Pensando anche al suo sinistro velenoso sui calci piazzati, Kolarov rappresenta certamente una freccia in più all’arco di mister Di Francesco. Con buona pace dei tifosi che si lamenteranno dei suoi trascorsi laziali.

Gianluca Notari

Totti: passato e futuro passano sempre per Trigoria

Gianluca NotariSilenzioso. Questo è l’aggettivo che più volte Francesco Totti ha utlizzato per spiegare la sua maniera di essere uomo e capitano. Ed è forse anche per questo motivo che il commovente addio del 28 maggio ha fatto così tanto rumore: tutti zitti e lui che parla, quando mai è successo? Noi non ci eravamo proprio abituati. Eppure, oltre a questa enorme e rumorosa dimostrazione di amore, il silenzio sembra ancora albergare nei dintorni di casa Totti.

Ma alla fine che fa? Smette? Continua? Che fa?” si chiede la gente. Non una parola, una frase, un indizio, niente. Niente di niente. Che poi uno si preoccupa, dice “oh, dopo tutto sto macello, ma che se fa così?“. Ma non è cattiveria, è che Roma senza il suo Capitano non ci sa stare. Si informa, chiede a qualcuno, legge il giornale. Ma ancora non si sa niente.

Eppure, proprio quando tutti si preoccupano di dove possa essere in quel momento Francesco, e che cosa starà facendo in quel momento il Capitano, lui stava lì, dove è stato per 25 anni. Sempre lì, a Trigoria. Stavolta, il campo neanche l’ha guardato. Se ne è andato dritto dritto in ufficio, per parlare di qualcosa che, finalmente, potrebbe schiarire le idee ai tanti tifosi che lo stavano cercando.
Vicepresidente“, gli hanno detto nell’ufficio.
Ma chi, io?” ha risposto lui, fra lo stupito e il sornione.
E chi se non tu?” gli hanno fatto.

Si tratta di una decisione non semplice, quasi illogica, quella di relegare un talento del genere in un ufficio. Eppure, come tutte le più belle storie d’amore, anche quella del Totti calciatore è arrivata alla conclusione. La proposta per una nuova vita, sempre all’interno di Trigoria, è arrivata forte e chiara, sorprendendo forse anche lo stesso Totti. Quello di vicepresidente sarebbe un ruolo molto importante, con ampi poteri decisionali, che metterebbe soggezione forse anche un campione con la personalità di Totti. Ma i tifosi, adesso, aspettano un nuovo inizio: quale sarà l’epilogo della storia ancora non lo sa nessuno, anche se si spera che questa decisione arrivi non troppo tardi.
Totti, intanto, si prova la cravatta davanti allo specchio e si sfila gli scarpini. Ci pensa, il Capitano.
Che tanto l’estate è lunga, avoglia se è lunga.

Gianluca Notari

L’addio di Totti, il record di punti e i gol di Dzeko: un anno da ricordare

Gianluca Notari – Rimpianto, delusione, dolore. Vista così, la stagione giallorossa sembra essere un disastro totale. Invece abbiamo visto e ammirato per tutto l’anno una squadra forte e spettacolare, che ha rovinato tutto in sole tre maledette partite giocate nell’arco di otto giorni. Ottantasette punti, record storico del club, Dzeko capocannoniere di campionato e di Europa League, Juventus distante solo quattro punti e tante, tante partite vinte in modo convincente, lasciando ai tifosi la speraranza di qualcosa che forse era insperabile.

Eppure il rimpianto c’è, eccome se c’è. Dalla sciagurata partita di ritorno con il Porto al derby di Coppa Italia perso, passando per Lione e per una manciata di partite in campionato, il sentore che qualcosa di grande questa stagione poteva esser fatto rimane. Rosa corta, scelte sbagliate, calendario infernale e forse “qualcuno che non ha remato dalla parte giusta”, parafrasando l’ormai ex tecnico Spalletti.

Forse tutte o nessuna di queste motivazioni sono quelle giuste, ma sta di fatto che, al sesto anno di presidenza americana, la Roma si trova nuovamente con nessun trofeo da alzare al cielo. Ed è questa forse la delusione più grande. Un allenatore preparato, la Juventus indebolita dalle partenze di Morata e Pogba, l’assenza di big europee in Europa League: tre fattori che a settembre promettevano bene, e che lasciavano sognare gli affezionati romanisti.

Infine, per non farci mancare proprio nulla, la beffa oltre al danno: l’addio del capitano, la più grande icona della storia giallorossa, grande forse più della stessa Roma. Le lacrime di quel 28 maggio rimarranno impresse in ogni tifoso romanista, dal più piccolo al più grande, e le parole di quella lettera scolpite nella mente e nel cuore di tutti.

Oltre all’assenza iconica del Capitano, il prossimo anno la nuova Roma sarà ancora più nuova: il nuovo ds già è ormai cosa fatta, con lo spagnolo Monchi chiamato a prendere in consegna il lavoro di Sabatini, il quale si è dimostrato sempre all’altezza di creare una rosa competitiva, ma tenendo bene in mente i conti societari. Inoltre ci sarà probabilmente un nuovo allenatore, con Spalletti sempre più in rotta di collisione con l’ambiente Roma. Infine un nuovo capitano: su questo, però, le certezze già ci sono. Se esiste un uomo in grado di fare le veci di Francesco Totti, quello è sicuramente Daniele De Rossi. È intorno a lui che la società costruirà la nuova squadra.

Una stagione da ricordare, quindi, e da celebrare, anche. Ma Roma e la Roma hanno fame di vittoria e anche quest’anno, come ogni anno, speriamo che il prossimo sia quello buono.

Gianluca Notari