Di Francesco al Festival del Calcio: “Scelsi la Roma per Franco Sensi. Vince chi sbaglia meno. Schick ha l’istinto del campione”

Simone Burioni – E’ il momento del gran finale al“Festival del Calcio” che nell’ultima settimana ha visto Firenze diventare la capitale di questo sport nella prima edizione dell’evento. Questa mattina, presso il Caffè Paszkowski in piazza della Repubblica, Paolo Condò e Giuseppe De Bellis intervistano l’allenatore della Roma Eusebio Di Francesco.

LIVE

Ore 12:10 – Di Francesco al termine dell’evento ha rilasciato una battuta ai giornalisti presenti: “Gli infortunati li valuteremo oggi“.

Ore 12:00 – Finisce la conversazione tra Di Francesco e Condò.

Ore 11:15 – Condò inizia a conversare con Di Francesco:

Cosa è cambiato dal Sassuolo alla Roma? Dopo la tua seconda esperienza a Roma ti saresti immaginato di tornarci da allenatore?
Assolutamente no perché la mia scelta all’epoca era di staccare totalmente dal calcio. Poi aver preso uno stabilimento a Pescara mi ha dato la possibilità di smettere e fare la vita dei miei genitori. Ma poi ti rendi conto che ti mancano tanti aspetti del campo e quindi ci vuoi tornare. La casualità ha voluto che io tornassi a Roma e credo sia per me una cosa unica. Lo faccio con grande voglia, ci sono pressioni differenti rispetto al Sassuolo. Le tue pressioni interne però sono identiche, perché dei risultati devi portarli da una parte e dall’altra. Gli obiettivi sono diversi ma comunque importanti.

Obiettivo della Roma lo scudetto. Per te sarebbe stato uguale se fosse arrivata una proposta simile da altri club?
Avevo alcune opportunità ma è stata una scelta di sentimento. Roma mi ha dato tanto, ci sono molto legato. Questo è uno stimolo in più. Quando scelsi la Roma da calciatore è stata la stessa cosa perché io potevo andare in altre grandi squadre italiane, anche più blasonate, ma io ho scelto per la persona che più mi ha voluto, Franco Sensi. Io a novembre avevo già un accordo con la Roma. Mi lego tanto alle persone. Sarei potuto andare da altre parti ma non è scattata la scintilla.

Come hai cambiato mentalità da giocatore ad allenatore?
Ruoli totalmente differenti perché il calciatore è più orientato a se stesso, alla propria prestazione. L’allenatore ha una società alle spalle, deve gestire uno staff completo, tantissimi giocatori dove l’aspetto psicologico è fondamentale. Valutare le scelte di campo. Io sono subentrato da allenatore in situazioni dove si giocava 4-4-2. Non essendo incosciente ho cercato di inculcare le mie idee su un sistema di gioco differente dal mio. Potrà succedere ancora, l’importante è avere una filosofia di calcio. Comunque vi assicuro che sono due ruoli differenti. Un calciatore sul campo deve tirare fuori tutto quello che ha. L’allenatore dipende dai calciatori. Anche un calciatore ormai dipende dal mister e da quello che gli viene trasmesso.

L’allenatore della Roma deve aderire al volere popolare o essere disincantato, come Capello?
Magari ci sono stati altri allenatori che sono stati disincantati e non sono riusciti a vincere. Sicuramente io sono molto staccato da certe dinamiche. Se dovessi andare dietro a certe cose sbaglierei sicuramente. Non si vince non sbagliando ma sbagliando meno. Credo che la squadra che sbagli meno alla fine vince. Per arrivare a questo devi staccarti da tante dinamiche e concentrarti solo sul tuo lavoro. Lo spogliatoio viene prima di tutto.

Come ha gestito la vicenda di Dzeko nello spogliatoio dopo la partita con l’Atletico Madrid?
Ha sbagliato perché dietro c’è un lavoro e tanti di voi non possono sapere quello che facciamo in settimana. Anche altri possono far fatica a digerire determinate cose. La cosa importante è avere i risultati che legittimino il tuo lavoro, che è difficile non solo a Roma. Perché poi sembra che uno punti il dito sempre verso giornalisti, radio, etc… Basta, cambiamo mentalità. Incontro gente che mi dice di non dare retta a nessuno poi però danno tutti retta a tutti. Predicano bene e razzolano male. Non c’è niente di male ad esprimere il proprio pensiero con educazione, rispetto a chi non lo fa. La cosa fondamentale è il tempo per trasmettere le idee di gioco. Come quando entri in azienda, servono anni per farla crescere. Sarri per esempio, ricordiamoci da dove è partito, dal sistema di gioco iniziale e le difficoltà del caso. Chi gli è stato vicino ha avuto l’intelligenza di aspettare e credere in questo allenatore. Noi siamo partiti facendo un ritiro e una tournée. Dopo 3 giorni in cui avevo tutti i giocatori abbiamo affrontato Psg, Juventus e Tottenham, senza mai perdere.

Un allenatore non ha più il potere di scegliere cosa fare durante l’estate?
Ora come ora ti direi di si, però se vieni preso a metà giugno quando tutto è programmato non è corretto. Tu entri e ti devi adattare, ma non deve essere un alibi. A scuola di solito si passa dal facile al difficile. Noi siamo partiti con tutte gare difficili e questo magari non trasmette consapevolezza e forza alla tua proposta di gioco. Poi siamo arrivati alla sfida con l’Inter, che forse meritavamo più di tutte le altre gare di vincere, e l’abbiamo persa. In quel caso il giudizio si basa sui 20 minuti finali, che fanno la differenza. Io però non mi posso basare su solo 20 minuti ma su una prestazione complessiva, quello che magari la gente non riesce a capire. La forza sta nel continuare a credere in quello che si propone. Dzeko, in una gara in cui tocca 2 palloni ma per demerito non solo degli altri ma anche suo, doveva mettersi a disposizione e la differenza è lì. Ma lui lo sa benissimo, a fine gara anche io posso dire le cose non giuste. Di solito a fine partita nello spogliatoio non entro, parlo due giorni dopo quando la lucidità ti porta a dare giudizi differenti. Come anche i giornalisti, che magari fanno i voti di getto, giustamente. Si scrivono tante cavolate, ma è anche normale.

Com’è cambiato il rapporto con i media?
Dipende dal contesto. Ora ci si avvicina meno ai giornalisti. Si parla nelle conferenze. Credo però sia normale perché tante volte si cerca più il pettegolezzo che il vero messaggio delle parole. I social hanno cambiato molto. Non dico che sia sbagliato, fa parte delle nuove generazioni. Tornando alle pagelle è il particolare che fa la differenza perché vi assicuro che i calciatori leggono le pagelle. E gli danno molto peso. Questo può influire in una stagione perché c’è chi si butta giù. Anche la mia comunicazione è importante all’interno della squadra. Un titolo di giornale può mettermi molto in difficoltà. Questo non deve accadere ed è fondamentale essere chiari. I media sono importanti all’interno di uno spogliatoio, per me un pochino meno perché la vivo in maniera differente e riesco ad accettare qualsiasi giudizio. Poi se mi chiedi il mio parere io ti rispondo, ma non verrò mai a chiederti perché hai scritto una determinata cosa.

Molti anni fa però si poteva assistere agli allenamenti…
A Sassuolo gli allenamenti erano aperti fino al giovedì, chiudevo il venerdì solamente per alzare la tensione dei giocatori. Alla Roma è differente perché abbiamo Roma TV che è una casa del Grande Fratello, nel senso positivo però (ride ndr). I giornalisti a Pinzolo potevano assistere sempre, a volte quindi se dicono che non ho mai lavorato sulla fase difensiva anche se hanno visto gli allenamenti dove dedicavamo 40 minuti solo alla linea difensiva, ti fa capire che quando uno scrive deve anche informarsi. A Sassuolo, ambiente differente ovviamente, potevano assistere tutti, ma non vedevo sempre i giornalisti perché avevano anche loro le proprie cose da fare. Roma ovviamente sarebbe differente.

Molti anni fa però arrivò al Milan un marziano come Sacchi che cambiò il modo di allenarsi…
Nulla nasce per caso, la ripetitività aiuta. Ora il calcio è tecnica e velocità. Arrigo ha cambiato il modo di pensare il calcio. Una volta si andava a 2 all’ora, era pieno di tempi morti. I giocatori tecnici di una volta nel calcio di adesso avrebbero dovuto alzare la velocità.

Nella partita della nazionale con la Macedonia hai notato la grande distanza tra difesa e centrocampo?
Sinceramente non l’ho vista, non lo dico per non dare giudizi, ma il gioco di Ventura tende a far aprire il campo. Può essere un vantaggio ma uno svantaggio nel recupero immediato. Io vorrei sempre avere una squadra corta, il difensore tende ad essere pigro quando non ha la palla e questa cosa va alimentata con una maggiore partecipazione.

Credi in una fusione totale tra possesso palla e recupero?
Chi attacca deve essere positivo, chi difende deve essere pessimista e aspettarsi sempre il peggio. Il “non me l’aspettavo” significa prendere un gol o non segnare, non essere un professionista. Le transizioni sono immediate nel calcio, roba di centesimi, lavorare su questi aspetti è determinante.

Quanto tempo dedichi all’analisi dei dati?
Nel dopo partita sono attento anche con chi vado a parlare. A me piace il giornalista che riesce a non prepararsi le domande, ma fa le domande in base alle risposte. I dati mi interessano meno. Oggi ci sono gli analisti e i tattici ma per me l’unico analista è il mister, il copia e incolla non esiste da nessuno. Si valuta insieme ad altre persone e si cerca di trasmettere. Il cambio di posizione di Nainggolan in Milan-Roma, quando l’ho messo addosso a Biglia, è stato motivato vedendo i dati dei palloni toccati. Lì è cambiata un po’ la gara. I centrocampisti si appiattivano e non si potevano fare ripartenze, in quelle situazioni bisognava andare da quella parte e basta. Lì è cambiata la partita. Si può parlare di bravura o di fortuna, ma a volte l’immediatezza nell’intrepretare certe cose fa la differenza. Sono cose che fanno parte del nostro lavoro. I dati in certe fasi sono importanti. Se andate a vedere i terzini sono i giocatori che hanno giocato più palloni, una scelta dettata dall’impostazione tattica.

Hai già studiato per il Napoli?
Assolutamente sì.

La partita dello scorso anno?
Ricordo quella partita, ai punti il Napoli ha meritato la vittoria ma nel finale la Roma poteva fare 3 gol. Con il Sassuolo pareggiai al San Paolo. Il Napoli costruisce tanto da una parte per andare a finalizzare dall’altra, è una grande qualità. Ci sono tante sfaccettature del basket. Gasperini trasmette molto in questo senso, come i duelli individuali. Io lavoro più su duelli di zona.

Bilancio in perfetta parità contro Sarri per te. Ti piace affrontare le squadre di Sarri?
C’è stata un’evoluzione di Sarri, lavorando 3 anni con una squadra, che ha trasmesso la sua idea di gioco. Quando perse con me giocava con un altro modulo, il 4-3-1-2 dove si cercava più verticalità, ora la forza del suo Napoli è la capacità di lavorare sulle catene esterne. Sentivo un’ottima analisi giorni fa: non fa mai appiattire i suoi giocatori su una linea di passaggio. Io però cerco di lavorare però prima sulla mia squadra, per non far realizzare il suo sistema di gioco.

Uno spareggio per la lotta scudetto?
Magari no, ma è una partita fondamentale. Ogni partita, piccola o grande che sia, la facciamo diventare importante, questa avrà un gusto particolare.

Roma e Napoli sono l’obiettivo da raggiungere per le altre squadre italiane?
La squadra da battere resta la Juventus. Roma e Napoli sono quelle che si sono avvicinate di più, hanno anche la potenzialità giusta. La Roma ha cambiato di più, in primis l’allenatore, ma non vuol dire che siamo meno competitivi, siamo qui per crescere. Ci dispiace non aver giocato a Genova, a livello psicologico un po’ pesa e a lungo andare può pesare, dipenderà molto dal risultato contro il Napoli.

Schick, che personalmente mi piace da impazzire?
Mi farebbe impazzire anche poterlo allenare (ride, ndr). Ma si vede che ha l’istinto del campione. Non sto a dire in che ruolo giocherà, magari cambierò qualcosa a livello tattico ma è un attaccante, non solo una prima punta ma comunque un attaccante centrale. Dipende sempre dal sistema di gioco. Se andate a vedere le cose migliori alla Samp le ha fatte partendo dal centrodestra, caratteristica importante per me il piede invertito.

Giampaolo dice che nelle sue giocate non è mai banale…
Assolutamente, ha delle qualità importanti. Schick è un ragazzo giovane che magari ora manca in continuità. Non diamo però giudizi affrettati. Ho allenato tanti giovani e vi dico che vanno accompagnati e aiutati.

Ore 11:10 – Inizia l’evento al Caffè Paszkowski.

Simone Burioni

Serie A – I risultati della 7^ giornata. Roma corsara con il Milan. Napoli solo in testa

Ecco i risultati della settima giornaata:

  • Udinese-Sampdoria 4-0
  • Genoa-Bologna 0-1
  • Napoli-Cagliari 3-0
  • Lazio-Sassuolo 6-1
  • Chievo-Fiorentina 2-1
  • Torino-Verona 2-2
  • Benevento-Inter 1-2
  • SPAL-Crotone 1-1
  • Milan-Roma 0-2
  • Atalanta-Juventus 2-2

 

La classifica 

  • Napoli 21
  • Juventus e Inter 19
  • Lazio 16
  • Roma 15
  • Milan e Torino 12
  • Sampdoria, Bologna e Chievo 11
  • Atalanta 9
  • Fiorentina 7
  • Cagliari e Udinese 6
  • Spal e Crotone 5
  • Sassuolo 4
  • Verona 3
  • Genoa 2
  • Benevento 0
  • – Roma e Sampdoria una partita in meno.

 

Classifica marcatori:

  • -10 reti: Dybala (1 rigore-Juventus).
  • – 9 reti: Immobile (3-Lazio).
  • – 7 reti: Mertens (3-Napoli); Dzeko (Roma).
  • – 6 reti: Icardi (3-Inter). – 4 reti: Callejon (Napoli); Quagliarella (1-Sampdoria).
  • – 3 reti: Gomez (2-Atalanta); Luis Alberto (Lazio); Perisic (Inter); Higuain (Juventus); Thereau (2-Udinese/Fiorentina); Insigne (Napoli); Belotti e Ljajic (Torino).

Tutti gli impegni dei calciatori giallorossi in Nazionale prima di Roma-Napoli

Simone Burioni – Il campionato si ferma sul più bello per la Roma. I giallorossi torneranno in campo il 14 ottobre contro il Napoli allo stadio Olimpico. Adesso tocca alle Nazionali. Sono dieci i calciatori della Roma convocati nelle rappresentative dei corrispettivi Paesi.

Alisson è stato confermato tra i pali del Brasile che affronterà la Bolivia ed il Cile il 5 e l’11 ottobre. Anche il secondo portiere giallorosso Lukasz Skorupski è stato chiamato dal ct della Polonia  per le gare del 5 e dell’8 ottobre, rispettivamente contro Armenia e Montenegro. Bogdan Lobont, a sorpresa, si riprende la Nazionale rumena all’età di 39 anni per le partite contro Kazakistan e Danimarca (5 ed 8 ottobre).

Manolas tornerà alla guida della retroguardia greca per le sfide contro Cipro (7 ottobre) e Gibilterra (10 ottobre). Federico Fazio è stato inserito nella lista stilata dal ct dell’Argentina Jorge Sampaoli per i match contro Perù (6 ottobre) ed Ecuador (11 ottobre). Il capitano del Messico, Héctor Moreno prenderà in mano le redini della propria Nazione, guidando la squadra nelle partite contro Trinidad ed Honduras del 7 e dell’11 ottobre. Non poteva mancare all’appello Aleksandar Kolarov, l’uomo simbolo della prima parte di stagione giallorossa: la sua Serbia affronterà Austria e Georgia il 6ed il 9 ottobre e potrebbe ipotecare la qualificazione già contro gli austriaci.

Stephan El Shaarawy è l’unico italiano della Roma a rientrare nella lista di Ventura, dopo che Daniele De Rossi e Lorenzo Pellegrini sono stati esclusi causa infortunio. Il Faraone tenterà di tornare al gol contro Macedonia (6 ottobre) e Albania (9 ottobre). Anche il giovane Cengiz Under è stato chiamato dalla propria Nazionale. Il turco ci sarà contro Islanda (6 ottobre) e Finlandia (9 ottobre). Una formalità la convocazione di Edin Dzeko con la sua Bosnia, dopo che il numero 9 della Roma si era caricato la squadra sulle spalle e l’aveva portata alla vittoria contro il Milan a San Siro. Edin sfiderà il Belgiodell’escluso Nainggolan e l’Estonia, rispettivamente il 7 e il 10 ottobre.

LISTA CONVOCATI ROMA:

ALISSON (Brasile) – Bolivia (5/10/17) e Cile (11/10/17)

SKORUPSKI (Polonia) – Armenia (5/10/17) e Montenegro (8/10/17)

LOBONT (Romania) – Kazakistan (5/10/17) e Danimarca (8/10/17)

MANOLAS (Grecia) – Cipro (7/10/17) e Gibilterra (10/10/17)

FAZIO (Argentina) – Perù (6/10/17) e Ecuador (11/10/17)

MORENO (Messico) – Trinidad (7/10/17) e Honduras (11/10/17)

KOLAROV (Serbia) – Austria (6/10/17) e Georgia (9/10/17)

EL SHAARAWY (Italia) – Macedonia (6/10/17) e Albania (9/10/17)

UNDER (Turchia) – Islanda (6/10/17) e Finlandia (9/10/17)

DZEKO (Bosnia) – Belgio (07/10/17) e Estonia (10/10/17)

*Daniele De Rossi e Lorenzo Pellegrini non convocati con l’Italia per infortunio.

Simone Burioni

Champions League, tutti gli incroci di calendario con il campionato romanista. Ritorno con l’Atletico tra Lazio e Genoa

Simone Burioni – Trentadue squadre per una sola coppa. La Champions League è il torneo competitivo per antonomasia ed ogni dettaglio può fare la differenza. Tra questi rientrano la forma fisica di una squadra, la sua determinazione, lo stato d’animo di ogni singolo calciatore. Per questo è importante conoscere tutti gli incroci di calendario che la Roma dovrà affrontare. Prima dell’esordio casalingo in Champions League del 12 settembre contro l’Atletico Madrid di Simeone, la Roma affronterà la Sampdoria fuori casa, mentre pochi giorni dopo la gara con gli spagnoli sarà la volta di Roma-Hellas Verona. Il 27 settembre è prevista la lunga trasferta a Baku per affrontare il Qarabag, ma i giallorossi dovranno sfidare, pochi giorni prima, l’Udinese di Luigi Delneri all’Olimpico. La squadra tornerà in campo il primo ottobre a San Siro contro il MilanRoma-Napoli è il match che precede l’insidiosa trasferta contro il Chelsea di Conte, in programma per il 18 ottobre. I giocatori avranno solo una manciata di giorni per recuperare, prima di dirigersi a Torinoper la sfida contro i granata. Il 31 ottobre sarà ancora la volta dei Blues per la prima giornata di ritorno del girone, partita che si giocherà in casa come quella che precede questo big-match, ovvero Roma-Bologna. Il 5 novembre, salvo cambiamenti, è in programma la trasferta di Firenze, valida per la 12° giornata di Serie A. Ancora più delicato sarà il derby con la Lazio che potrebbe essere determinante per l’umore dei ragazzi di Di Francesco in vista della sfida contro l’Atletico Madrid del 22 novembreal Wanda Metropolitano, alla quale seguirà un difficile Genoa-Roma. Il 5 dicembre andrà in scena l’ultima gara del girone, quella contro il Qarabag all’Olimpico, preceduta da un Roma-Spal che potrebbe permettere alla squadra di rifiatare in vista di un possibile match da “dentro” o “fuori”. I calciatori torneranno poi in campo contro il Chievo dopo 4-5 giorni, in trasferta al Bentegodi di Verona.

 Simone Burioni

Conferenza Defrel: “La Roma può vincere. Di Francesco è stato molto importante per la mia crescita”

Simone Burioni – Gregoire Defrel, attaccante della Roma, ha parlato nella conferenza stampa di presentazione presso il centro sportivo Fulvio Bernardini di Trigoria. Insieme a lui anche il ds Ramon Monchi. Quest le loro parole:

Comincia Monchi: “Buongiorno a tutti. Sono molto contento e soddisfatto di Defrel, per lo sforzo e la volontà che ha dimostrato di venire alla Roma. Si è concentrato per venire alla Roma, gli auguro il meglio perché se lo merita”.

A Defrel: Quanto è stato importante Di Francesco per la tua crescita?
Molto importante, mi ha insegnato tanto e mi ha cambiato ruolo, facendomi diventare punta. Mi ha aiutato sui movimenti dell’attaccante. In questi due anni a Sassuolo ho visto tanti miglioramenti.

A Monchi: Quanto ha influito Di Francesco nella scelta di Defrel?
Il mio modo di lavorare da quando sono Direttore sportivo è lo stesso. Non c’è una richiesta eccessiva o pressante del tecnico, si sceglie un profilo, che si decide insieme, e su quello si lavora. Ci serviva un calciatore sia esterno che punta, c’erano diverse opzioni, ma concordavamo su di lui. Perché complicarsi la vita se si è d’accordo?

A Defrel: Roma ha un ambiente più caldo del Sassuolo. Come immagini il tuo esordio? 
So che sarà diverso, ma a me piace. La Roma ha una tifoseria calda e bellissima, è un’emozione in più per me. Sarà una grande partita dove si scontreranno due top club della Serie A. Io sarò pronto, ma il deciderà il mister. Stiamo lavorando bene.

A Monchi: Cosa si aspetta dalla squadra in queste due partite in Spagna?
Spero di vedere una crescita rispetto alla tournée americana. La squadra dovrà acquisire i concetti del mister, sarei soddisfatto. Nelle amichevoli serve più una crescita rispetto al risultato. Mi auguro questo, se arriva una vittoria meglio ancora.

A Defrel: La Roma ha il dovere di puntare allo scudetto?
La Roma è una grande squadra. Lo abbiamo visto anche nei campionati precedenti, la squadra può vincerlo. Per me, anche se arrivano altri giocatori, sarà un gruppo anche nei campionati precedenti, la squadra può vincerlo. Per me, anche se arrivano altri giocatori, sarà un gruppo ancora molto importante.

A Monchi: Si è ottimisti su Mahrez? Cuadrado è un’alternativa?
Sono ottimista di natura, affronto così la vita. E’ vero che la Roma sta facendo il possibile per prendere il giocatore. Se la memoria non mi inganna, credo che l’ultima offerta, che è pubblica, era la più importante nella storia della Roma. Noi stiamo cercando di fare il possibile. Al giorno d’oggi però non ci sono stati riscontri positivi come speravamo, siamo in attesa. Però contemporaneamente stiamo lavorando su altro, lo sforzo della società è vicino al limite, crediamo che sia un’offerta importante. Stiamo cercando alternative e quando incontreremo l’accordo con il Leicester o con un’altra squadra in ogni caso non potremmo rimproverarci nulla perché abbiamo fatto il possibile per prendere il calciatore.

A Defrel: A gennaio potevi venire alla Roma?
Sì, il mio procuratore mi ha detto che c’era l’interesse della Roma. Mi sarebbe piaciuto già a gennaio venire qui. Ho deciso con il Sassuolo di rimanere lì, ma ero contento. Speravo che ci sarebbe stata la possibilità il mercato dopo. Nel mio cuore e nella mia testa c’era solo la Roma, c’erano altre offerte, ed ho detto subito di sì.

A Monchi: Cosa può dare De Sanctis? Come commenta le scritte? 
Sulla seconda cosa non voglio dire nulla. Tengo più al lato di Morgan professionale. E’ un ottimo acquisto, pure non trattandosi di un calciatore. E’ una persona intelligente e sono molto contento perché credo che vada a rappresentare l’idea di squadra che tengo nella mia testa.

A Defrel: Ti senti pronto a giocare tutt’e due i ruoli?
Da due anni faccio quasi sempre la punta, ma a Cesena ho giocato anche a destra. So giocare in questo ruolo, da quando sono qui l’ho fatto. Nelle amichevoli mi mancavano un po’ le gambe, ma mi son trovato bene. I miei compagni mi hanno aiutato. Nella mia testa sono pronto a tutto.

A Monchi: E’ possibile alzare ulteriormente l’offerta per Mahrez alla luce delle cessioni di Sadiq e Iturbe? Confidate nella volontà del giocatore? 
L’offerta della Roma è stata fatta senza ragionare in termini di uscite. Chi è in uscita seguirà quel percorso. Mi sento soddisfatto per lo sforzo che la società sta facendo per prenderlo. Voi siete qui da più tempo e non credo che si ricordino offerte superiori ai 30 milioni di euro. E’ un’offerta molto importante. La volontà del giocatore è pubblica, ma lui rispetta la sua società e credo che debba rispettarla. Non ho altre opzioni che rispettare il desiderio del Leicester.

A Defrel: Come festeggerai i tuoi gol? Quanti pensi di farne? 
Sì, spero di farne tanti. Voglio migliorare, è questo il mio desiderio. L’esultanza è una cosa tra me ed i miei amici a Parigi, non la faccio in tutti i gol. La polemica era per il gesto, che era un periodo brutto a Parigi. Tanti bambini guardano le partite, non è stato bellissimo, ma l’ho capito. Ogni tanto se faccio un gol importante le farò.

A Monchi: Vorrebbe prendere l’esterno entro il 20 agosto o si andrà più avanti?
Sarebbe meglio chiudere il discorso oggi rispetto a domani, ma la squadra ha membri sufficienti per affrontare l’inizio del campionato. La volontà però è quella di chiudere il prima possibile.

A Defrel: Quali caratteristiche puoi apprendere da un giocatore così forte come Dzeko? 
Tanto. E’ un grande attaccante, ha fatto tanti gol. In allenamento lo guardo sempre e davanti alla porta non sbaglia quasi mai. E’ più fisico, più alto di me, io ho altre caratteristiche. Mi piace molto e lo seguo molto sui movimenti e quando è davanti alla porta.

A Monchi: Ci può confermare che la clausola di Strootman non è valida? Se arriva un’offerta? 
Non c’è stato nessun contatto, nessun riscontro delle notizie uscite. Siamo concentrati solamente nel completare la squadra con l’arrivo di un esterno d’attacco e non c’è altro da dire.

A Defrel: Ti senti pronto per la Champions League?
In Europa League ho fatto gare buone e meno buone. Sono carico per la Champions League, sono carico perché è la competizione più bella che c’è per un calciatore.

A Monchi: Oggi ha avuto accanto Totti nell’allenamento. Le ha detto qualcosa? 
E’ un po’ strano non vederlo vestito da calciatore, ma è bello. Perché c’è la consapevolezza di poter lavorare al suo fianco, presto sarà con noi definitivamente. Voleva sapere come stesse la squadra e gli allenamenti, l’ho visto calato nella nuova situazione. E’ una sensazione magnifica.

Simone Burioni

Mahrez, un mese dopo

Simone Burioni – Sembra ormai passata un’eternità da quando è spuntato fuori il nome di Riyad Mahrez per la fascia destra della Roma. Un obiettivo irraggiungibile, si diceva, vista la concorrenza dell’Arsenal (smentita pochi giorni fa da Wenger, ndr) e di numerosi club europei. Un mese esatto, per la precisione. 31 giorni di offerte, rifiutate, e di rilanci. Classe, velocità e dribbling, l’algerino sembra la fotocopia a colori di Mohamed Salah. E’, anzi, sarebbe, il giocatore ideale per riaccendere il cuore dei tifosi giallorossi. La trattativa però è bloccata: Shakespeare, l’allenatore delle Foxes, fa muro e difende il suo giocatore con le unghie e con i denti. La speranza del club inglese è che si scateni un’asta e che il prezzo lieviti. Con il tempo la Roma ha cambiato diverse strategie: all’inizio hanno lavorato sotto traccia (“Mahrez? Chi sarebbe?” del Presidente Pallotta) e dopo qualche settimana sono usciti allo scoperto, dichiarando interessamenti e persino cifre in conferenza stampa.

“La Roma ha offerto 30 milioni fissi più bonus. Non ci saranno altre proposte”, ha ribadito qualche giorno fa in conferenza stampa il ds Monchi. L’accordo con il giocatore c’è, ma non si può remare controcorrente. Se non bastano 35 milioni di euro, l’accordo e la volontà del giocatore, allora forse è meglio lasciar perdere e virare verso altri lidi. E’ un po’ la storia della Volpe e dell’Uva di Esopo riadattata ai tempi moderni. L’uva, Mahrez, vuole andare via, ma la Volpe, invece di dire che è acerba, perché non ci arriva, fa di tutto per tenerla solo per sé. Schierarlo contro l’Arsenal è una semplice e pura provocazione di una società che “non ha bisogno di vendere“. Sarà difficile per il Leicester trattenere un giocatore scontento e la cessione sembra inevitabile, ma, si sa, nel calcio può succedere di tutto. Nel frattempo, però, la Roma ha lanciato l’ultimatum: entro Ferragosto deve arrivare l’ultima, definitiva, risposta all’offerta giallorossa di 35 milioni di euro. Monchi si guarda attorno e valuta le possibili alternative. In pole ci sono Promes dello Spartak Mosca e Cuadrado della Juventus, anche se Di Francesco non molla l’opzione Berardi.

Simone Burioni

Pellegrini: “A Sassuolo è stato un percorso di crescita. Ho avuto offerte, ma non ho avuto dubbi. Volevo tornare alla Roma”

Simone Burioni – Il centrocampista della Roma, Lorenzo Pellegrini, è intervenuto nella conferenza stampa di presentazione a Trigoria accompagnato dal direttore sportivo Monchi. Queste le sue parole:

Monchi: “Uno dei miei obiettivi quando sono arrivato a Roma era che Lorenzo tornasse a casa sua, Roma. Sono felice perché abbiamo preso un giocatore che è un potenziale campione per il futuro”.

A Pellegrini: l’amore per la Roma ha fatto la differenza per la tua scelta?
Era il mio obiettivo tornare a casa e proseguire il mio discorso. E’ stata importante la scelta di andare via due anni per poi tornare. Ho trovato una società come il Sassuolo che mi ha aiutato al 150% e mi ha dato la possibilità di esprimermi, oltre che per come calciatore, anche come uomo. Un ringraziamento al Sassuolo ed al Presidente che mi ha aiutato. Ora sono qui e penso solo a questo.

A Monchi: cosa può dare Lorenzo a questa squadra?
Può dare molto. Credo che sia un calciatore maturo, che già aveva una maturità calcistica, ma che è aumentata al Sassuolo. Lui ci può dare molta sostanza, visto che spicca in tutti i sensi e sotto ogni punto di vista. E’ un ottimo acquisto per la squadra.

A Pellegrini: in cosa ti senti cresciuto dopo gli anni a Sassuolo? 
In tutto credo. Sia a livello calcistico, perché se sono andato via è perché ancora avevo da crescere e da maturare. Se oggi sono qui è perché ho fatto un percorso che mi ha portato ad essere pronto. Anche come uomo, mi hanno fatto capire com’è il calcio vero e la vita vera. Molte persone mi hanno aiutato emotivamente, non è facile andare via a 18 anni dopo aver varcato per 10 anni la stessa porta. Ringrazio tutto il Sassuolo, i tifosi ed il Presidente che mi ha aiutato tanto.

A Monchi: Negli Stati Uniti la Roma ha avuto tre impegni importanti. Che sensazioni ha avuto?
Buone. Siamo sul cammino giusto per raggiungere quello che chiede il mister. Qualcosa va migliorato, ovviamente. Abbiamo affrontato grandi squadra come Tottenham, PSG, senza Neymar, e Juventus, e loro hanno tenuto sostanzialmente la stessa struttura, stesso allenatore e così via, noi abbiamo cambiato. Tuttavia abbiamo giocato alla pari e per me è un motivo di soddisfazione, malgrado mi renda conto che possiamo ancora migliorare.

A Pellegrini: il Mondiale in Russia è un obiettivo per te?
Sicuramente è un obiettivo, ognuno deve porsi degli obiettivi e cercare di fare il massimo. So che c’è il Mondiale e vedremo. Bisogna vedere come andrà, abbiamo un centrocampo forte. Bisogna vedere quanto giocherò perché abbiamo un centrocampo forte, ma non mi preoccupa tanto perché posso imparare dagli altri ragazzi. Devo rubare dai grandi. Io spero di fare bene e di giocarmi bene le mie possibilità.

A Monchi: possiamo fare il punto sull’attaccante esterno? A che punto è la trattativa per Mahrez? Emre Mor è un obiettivo?
La situazione per Mahrez non è cambiata per niente rispetto alla conferenza di Moreno negli Stati Uniti. Mi piacerebbe fare due riflessioni: per prima cosa, una squadra come la Roma, che ha giocatori come Pellegrini, Strootman, Nainggolan, Dzeko, Fazio, Kolarov e così via, non può pensare che il proprio rendimento dipenda dall’arrivo di uno o di un altro esterno destro. La garanzia del rendimento è la squadra intera. Per secondo, non so se sarà Mahrez o un altro giocatore, quello che arriverà sarà importante, che porterà qualità e che collaborerà con una squadra già magnifica.

A Pellegrini: cosa ti ha chiesto Di Francesco dal punto di vista tattico?
Lavoriamo molto sui movimenti negli allenamenti. Lui cerca di darci molte linee di passaggio, muovendoci tutti nella maniera in cui chiede lui. Nel campo è il giocatore che decide qual è la soluzione migliore, ma lui cerca sempre di darci la sua impronta così andando in campo sappiamo noi cosa potremmo e sappiamo fare. Alle mezzali chiede molti inserimenti, come bisogna correre in avanti, bisogna farlo anche indietro. Ci ho lavorato tanto io, non ero molto abituato. E’ una cosa su cui preme molto. Per il resto non è semplice da spiegare, sicuramente ci vorrà un po’ di tempo prima che tutti riescano ad interpretare bene le sue richieste. C’è grande disponibilità, riusciremo in breve tempo a fare bene quello che ci chiede il mister.

A Monchi: a che punto siamo col rinnovo di Manolas?
Ho parlato con lui e gli ho trasmesso la nostra idea, che non è quella che ho detto pubblicamente. I tempi li detterà il club, lui ha fiducia nella società ed il club ha dimostrato di meritarla questa fiducia già con De Rossi, con Strootman e con Nainggolan. Si parte da una fiducia reciproca.

A Pellegrini: ti piacerebbe diventare una bandiera della Roma?
Come già detto era il mio obiettivo tornare. Qui ci sono cresciuto, per me questa è casa. Ben vengano questo tipo di domande. Da parte mia c’è tutta la disponibilità, sono contentissimo di essere tornato in questa società così importante. Il resto vedremo, sia da parte mia che da parte di tutti c’è la disponibilità di continuare insieme.

A Monchi: ti piace Emre Mor? A che punto siamo con gli esuberi?
Oggi è Emre Mor, ieri era Rodrigo Caio. Non mi piace parlare dei nomi. Sono tutti interessanti e possibili obiettivi della Roma. E’ importante la discrezione per non creare confusione. In quanto alle partenze, stiamo lavorando per trovare il meglio per loro, parlo di Gyomber, Vainqueur, Castan e Iturbe. In alcuni casi siamo vicini ad una soluzione, in altri più lontani. Resta ancora un mese, sono ottimista, loro sono persone oltre che giocatori, non manderemo nessuno in una destinazione non gradita.

A Pellegrini: la differenza tra Di Francesco a Roma ed a Sassuolo?
Sinceramente nulla, il mister come il suo staff sono sempre gli stessi, lo dico davvero. Hanno sempre lo stesso modo di pensare, molti degli allenamenti si sviluppano come facevamo a Sassuolo, non è cambiato molto. Sono molto contento di questo, si dice sempre che non è facile gestire e vedere tante situazioni, quando alle volte basta essere sé stessi.

A Monchi: state cercando un esterno destro che sia per forza mancino o può anche essere destro?
Più che il piede, che preferiremmo fosse mancino, ci interessa il profilo. Serve un esterno che non giochi solo sulla linea laterale, ma che si accentri. Serve un mancino perché viene più naturale ai mancini accentrarsi, ma potrebbe essere anche un esterno che sia destro ma che abbia questa tendenza.

A Pellegrini: le offerte di Milan e Juventus ti hanno mai messo il dubbio di poter tornare alla Roma?
A gennaio non avevo il dubbio di andare via dal Sassuolo. Non era un buon momento, stavamo passando guai sia di classifica che di infortuni. Confrontandomi con i direttori abbiamo preso atto che c’erano state queste offerte, anche della Roma, ma abbiamo deciso insieme di rimanere lì fino a fine anno. Non era giusto lasciare il Sassuolo in un momento in cui non se lo meritava. Mi hanno dato tanto, mi sembrava normale dare qualcosa in cambio a loro che mi hanno cresciuto. So bene che ci sono state squadre interessate, ma a me premeva sapere se tra questi club c’era la Roma. Il Direttore (Monchi, ndr) mi ha aiutato molto, ci siamo sentiti molto durante l’anno. Non ho avuto dubbi, la mia strada era quella e basta.

A Monchi: oltre un esterno manca anche un difensore centrale alla Roma?
Io parlo tutto il giorno con Di Francesco. Tutti i passi che compio li faccio col mister. La nostra priorità è l’attaccante esterno, questo non vuol dire che non prenderemo un difensore, ma oggi la priorità è l’attaccante esterno. Avremo due amichevoli contro Siviglia e Celta Vigo, poi vedremo se e dove migliorare questa rosa. Partendo sempre dal presupposto che le scelte sono di comune accordo col mister.

A Pellegrini: da romano e romanista, che sensazioni ti dà non giocare con Totti?
Un pochino dispiace, potevamo farlo giocare un altro anno (ride, ndr). Sono contentissimo, stare qui per me è un onore. So e spero che Francesco continui ad essere qui, lo vedrà lui se vorrà. Già essere in questo spogliatoio, con Daniele e Alessandro, per me è essere a casa, come lo è per loro e come lo è stato per Francesco. Noi siamo nati e cresciuti qui, ci sentiamo in dovere di fare sempre qualcosina in più, spero che riusciremo a farlo.

A Monchi: può spiegare la clausola di Pellegrini?
No, è una clausola privata. Si può dire che è una clausola che cambia in base al suo rendimento, però sono convinto che Lorenzo resterà qui per altri anni.

Simone Burioni

Serie A, ecco il calendario della stagione 2017/2018

Calcio d’inizio il 19 agosto alle ore 18, il campionato di A torna ad occupare i fine settimana degli appassionati di calcio.

A Milano, pochi istanti fa, è stato stilato il calendario dell’intera stagione calcistica 2017/2018 della Serie A Tim. Inizio con il botto per l’Inter che pesca Fiorentina e Roma. Ecco di seguito le prime due giornate complete, gare che si giocheranno rispettivamente nel fine settimana 19-20 e 26-27 agosto.

1ª GIORNATA

Atalanta-Roma

Bologna-Torino

Crotone-Milan

Hellas Verona-Napoli

Inter-Fiorentina

Juventus-Cagliari

Lazio-Spal

Sampdoria-Benevento

Sassuolo-Genoa

Udinese-Chievo

2ª GIORNATA

Benevento-Bologna

Chievo-Lazio

Crotone-Hellas Verona

Fiorentina-Sampdoria

Genoa-Juventus

Milan-Cagliari

Napoli-Atalanta

Roma-Inter

Spal-Udinese

Torino-Sassuolo

Karsdorp a Villa Stuart per l’operazione al menisco. L’olandese domani uscirà dalla clinica

Simone Burioni – E’ il giorno dell’operazione al menisco per Rick Karsdorp, terzino destro della Roma. L’intervento verrà eseguito dal professor Mariani nella clinica romana di Villa Stuart. E’ previsto uno stop di 2-3 settimane ma il giocatore seguirà la squadra nel ritiro di Pinzolo dove svolgerà la riabilitazione per recuperare il più in fretta possibile. L’olandese, che uscirà domani dalla clinica, è stato accompagnato dal medico sociale della Roma Del Vescovo.

Il terzino sinistro ha postato una sua foto dal lettino di Villa Stuart. Queste le sue parole: “A presto“.

Di seguito il bollettino medico diramato dal sito ufficiale della Roma:

“Nella giornata odierna, Rick Karsdorp è stato sottoposto ad intervento di chirurgia artroscopica che ha messo in evidenza una modesta lesione del corno posteriore del menisco esterno del ginocchio destro. L’intervento chirurgico è tecnicamente riuscito. L’atleta, ufficialmente giallorosso dal 28 giugno, comincerà da subito il percorso riabilitativo stabilito con prognosi stimabile ad oggi in 4 settimane circa”.

Simone Burioni

Visite mediche a Villa Stuart per Gonalons. Ora la firma sul contratto

Simone Burioni – Maxime Gonalons, dopo essere arrivato nella serata di ieri a Roma, svolge le visite mediche di rito presso Villa Stuart. Il centrocampista francese arriva da Lione per 5 milioni euro mentre percepirà oltre 2 milioni di euro dalla società giallorossa.

LIVE

Ore 10.55– Terminate le visite mediche di Gonalons. Prima di andare via si concede qualche foto coi tifosi. Il giocatore ora andrà in albergo e poi si recherà a Trigoria per firmare il contratto che lo legherà alla Roma.

Ore 9.50 – Nel frattempo a Villa Stuart è arrivato anche Ounas che svolgerà le visite mediche per il Napoli.

Ore 8.00 – Gonalons è arrivato alla clinica romana di Villa Stuart per effettuare le visite mediche di rito. Successivamente si recherà a Trigoria.

 Simone Burioni