Identikit: Chris Smalling, il muro inglese

Alice Dionisi – Gianluca Petrachi mette a segno un altro colpo per la Roma: è Chris Smalling, difensore in arrivo dal Manchester United in prestito per 3 milioni di euro fino a giugno 2020.

Classe 1989, ha trascorso le ultime nove stagioni vestendo la maglia dei Red Devils, collezionando 323 presenze totali. 194 cm per 81 kg, è un centrale difensivo dentro che però all’occasione può essere impiegato anche come terzino sinistro. Dopo le giovanili nel Milwall, nel 2006 inizia la sua carriera professionistica nel Maidstone United, per poi venir acquistato nel 2008 da Fulham, dove esordisce per la prima volta in Premier League nell’ultima gara della stagione, mentre l’anno successivo fa anche la prima apparizione in Europa League. Nel mercato di riparazione a gennaio 2010 viene acquistato dal Manchester United per 8 milioni di euro, ma rimane in prestito al Fulham fino al termine della stagione. Nella stagione successiva i Red Devils si laureano campioni d’Inghilterra e Smalling conquista il primo titolo della sua carriera. Nella stagione 2012-2013 replicheranno, vincendo per la seconda volta il campionato inglese. Nel corso dei suoi 9 anni all’Old Trafford, il difensore vince quattro volte la Community Shield, ma può vantare anche una Coppa d’Inghilterra e una Coppa di Lega Inglese. In ambito internazionale, nella stagione 2016-2017 conquista anche l’Europa League sotto la guida di José Mourinho.

Siamo contenti di aver portato alla Roma un calciatore con l’esperienza internazionale di Smalling”, ha dichiarato infatti il direttore sportivo della Roma Gianluca Petrachi, “Siamo certi che sarà utile alla crescita della squadra e a quella dei ragazzi che si confronteranno con lui”.

Chris Smalling è un convinto sostenitore del veganismo e ritiene che si possa recuperare meglio da un infortunio grazie all’assenza della carne, pesce, uova e latticini. In giallorosso ha scelto di vestire la maglia numero 6, un’eredità pesante in casa Roma. “Sono molto contento di essere qui e lo sono stato non appena ho saputo dell’interesse della Roma e della possibilità di fare un’esperienza con una grande squadra, con grandi ambizioni”, ha dichiarato l’inglese, “era quello di cui avevo bisogno e sono fortunato a essere qui”.

Alice Dionisi

Sorteggi Europa League, Roma contro Erdogan. Lazio girone di ferro

Alice Dionisi – Alle italiane non basta essere testa di serie per evitare squadre insidiose nei sorteggi a Montecarlo per la fase a gironi di Europa League. La Roma finisce nel gruppo J e sarà chiamata ad affrontare Borussia Moenchengladbach, Istanbul Basaksehir e Wolfsberger. “Ci è capitato un girone nel quale dovremo esprimerci al meglio, ma siamo consapevoli della nostra forza e vogliamo passare il turno” ha commentato il tecnico Paulo Fonseca. Girone di ferro per la Lazio, che si giocherà l’accesso alla fase successiva contro Celtic, Rennes e Cluj, definito “Difficile, ma affascinante” dall’allenatore Inzaghi.

La formazione tedesca e i campioni in carica di Scozia erano tra le avversarie più temibili in seconda fascia per i due club capitoli. La Roma cercherà la qualificazione affrontando il Basaksehir, la squadra di Erdogan e degli ex-campioni Robinho, Turan e Inler (osservato speciale Under, che tornerà in Turchia per sfidare i suoi ex compagni) oltre agli “altri lupi”, gli austriaci del Wolfsberger.

Sponda Lazio, attenzione al Rennes, che è attualmente primo in classifica in Ligue 1, a punteggio pieno, reduce dalla vittoria dell’ultima edizione della Coppa di Francia, dove hanno sconfitto il Paris Saint-Germain in finale. L’urna di Montecarlo non sorride ai biancocelesti, ma il ds Tare ha fiducia nei suoi: “Penso che siamo favoriti e questo ruolo ci fa piacere, possiamo vincere il girone”.

Per le altre “big”, girone di velluto per il Siviglia, che pesca Apoel Nicosia, Qarabag e Dudelange nel gruppo A, mentre l’Arsenal se la vedrà con Eintracht Francoforte, Standard Liegi, Vitoria Guimaraes. Bilanciato il sorteggio del gruppo G con Porto, Young Boys, Feyenoord e Rangers Glasgow, sorride anche il Manchester United che capita Astana, Partizan Belgrado e Az Alkmaar.

La Roma non vuole sprecare l’occasione, dopo la splendida cavalcata in Champions League dello scorso anno: “Abbiamo il dovere di affrontare la competizione per arrivare in fondo” ha commentato il vice-presidente Baldissoni, “L’abbiamo fatto anche in Champions e con un po’ di fortuna saremmo arrivati in finale“.

Alice Dionisi

Smalling, un difensore esperto e fisico per Fonseca. Le amnesie difensive però spaventano

Luca Fantoni – Lovren e Rugani, Rugani e Lovren. L’estate romanista è stata caratterizzata da questo ping pong tra Torino e Liverpool senza che nessuna delle due parti riuscisse a vincere la partita. Un giorno l’ago della bilancia pendeva verso uno, il giorno dopo verso l’altro. Ed è in questa oscillazione che a quattro giorni dalla fine del mercato la Roma ha scelto la terza via. Dalla sponda rossa di Manchester è arrivato Chris Smalling, difensore centrale inglese di 192 cm per 90 kg. Chiuso da Maguire, Lindelof e dalla repentina crescita di Tuanzebe, per Smalling era arrivato il momento di cambiare aria. Arriva a Trigoria con la formula del prestito secco, oneroso, per un costo totale di tre milioni di euro.

LE CARATTERISTICHE – Fonseca voleva un difensore veloce ed è stato accontentato. Se dovessimo indicare un punto di forza di Smalling sarebbe sicuramente la forza fisica. Abbastanza rapido nonostante la stazza, il centrale inglese tende ad entrare spesso duro e in scivolata nel tentativo di recuperare il pallone. Sulle palle alte se la cava piuttosto bene soprattutto in fase difensiva ma anche in quella offensiva, avendo segnato 14 gol nel corso dei suoi 9 anni allo United, durante i quali non sempre è stato titolare. Smalling darà il suo apporto anche sotto il profilo dell’esperienza internazionale: sono 65 le presenze totali in carriera tra Champions ed Europa League, e ha giocato da titolare anche la finale con l’Ajax del 2016/17. Nel complesso un buon difensore quindi, anche se ci sono delle pecche da dover sottolineare. Spesso, soprattutto durante i big match, si è lasciato andare ad alcune amnesie difensive che poi sono costate il risultato ai Red Devils. Ad inizio 2018 per esempio, nella partita contro il Tottenham, prima si fa sovrastare da Kane e poi, sull’autogol di Jones, qualora il pallone fosse passato, non sarebbe arrivato in tempo a chiudere sull’attaccante. Proprio la coppia con l’altro centrale inglese è stata spesso criticata dai supporter dallo Unitedma anche dai propri allenatori, soprattutto da Mourinho e Van Gaal che definì l’ex Fulham “non intelligente” dopo un’espulsione rimediata nel derby contro il Manchester City. La sua aggressività in effetti dovrà essere messa sotto controllo, perchè in un campionato fisico come quello inglese si sorvola su molte entrate dure ma in quello italiano no e il rischio del cartellino rosso è dietro l’angolo.

NELLA ROMA DI FONSECA – Dopo un periodo di adattamento, Smalling probabilmente farà il titolare vicino a Mancini. Ha quasi sempre giocato con una difesa a 4 ma gli servirà del tempo per abituarsi al campionato italiano. Tempo che però non c’è dopo quello che si è visto nella prima partita di Serie A. Le prestazioni di giocatori inglesi nei campionati esteri di sicuro non aiutano ad essere ottimisti (l’ultimo passato per la Capitale è stato Ashley Cole) ma con una bella infarinatura tattica da parte di Fonseca e con l’aiuto dei compagni di squadra, Chris Smalling potrà dare una mano alla Roma.

Luca Fantoni

Sorteggi Champions League, i gironi delle italiane

Alice Dionisi – Il Napoli nel girone dei campioni in carica del Liverpool, per l’Inter ci sono Barcellona e Borussia Dortmund. A Montecarlo prendono forma i raggruppamenti per la fase a gironi della Champions League 2019/2020, che vedono Atalanta, Juventus, Napoli e Inter a rappresentare l’Italia. I bergamaschi, allo storico esordio nella massima competizione europea, pescano Manchester City, Shakhtar Donetsk e Dinamo Zagabria nel turno C. La Juventus di Maurizio Sarri, testa di serie nel gruppo D, dovrà invece vedersela con Atletico Madrid, Bayer Leverkusen e Lokomotiv Mosca. Girone di ferro per l’Inter, che affronterà Barcellona, Borussia Dortmund e Slavia Praga. Il Napoli, oltre ai vincitori della scorsa edizione, si giocherà l’accesso agli ottavi contro Salisburgo e Genk.

Gironi complicati per le italiane, ma non impossibili. L’Inter potrà puntare sulla doppia sfida contro lo Slavia Praga, battendosi con i tedeschi del Borussia Dortmund (che nella scorsa edizione della Bundesliga sono arrivati al secondo posto, a soli due punti dal Bayern Monaco) per la qualificazione al turno successivo. L’Atalanta, nonostante partisse dalla quarta fascia, superato l’ostacolo City può giocarsela ad armi pari con Dinamo Zagabria e Shakhtar. Il Napoli ha già affrontato il Salisburgo agli ottavi di finale di Europa League la scorsa stagione, vittoria per 3-0 al San Paolo e sconfitta per 3-1 in trasferta. Genk avversario alla portata dei partenopei. Nonostante fosse testa di serie, la Juventus dovrà mantenere la concentrazione alta: oltre al pericolo Atletico Madrid, dalla terza fascia non bisogna sottovalutare neanche il Bayer Leverkusen.

Premiati anche i miglior calciatori della scorsa stagione a Montecarlo: Virgil Van Dijk è stato eletto giocatore dell’Anno dalla UEFA, vincendo anche nella categoria difensori. Premiato anche il portiere del Liverpool, ex Roma, Alisson, come il migliore tra i pali nella scorsa edizione della Champions League. A centrocampo vince De Jong (ex Ajax, oggi al Barcellona), mentre Messi ottiene il riconoscimento come miglior attaccante, battendo Cristiano Ronaldo e Sadio Manè.

Negli altri gironi, riflettori puntati su PSG-Real Madrid, nel gruppo A insieme a Brugge e Galatasaray. Il Bayern Monaco affronterà il Tottenham, l’Olympiakos e lo Stella Rossa (gruppo B), Zenit con Benfica, Lione e Lipsia (girone G), chiude il Chelsea, contro Ajax, Valencia e Lille.

Alice Dionisi

Roma-Genoa 3-3: luci e ombre nella prima dei giallorossi di Fonseca

(Jacopo Venturi) – Montagne russe all’Olimpico. La Roma di Fonseca fa il suo esordio ufficiale contro il Genoa e non annoia i suoi tifosi, che speravano di uscire però con i tre punti in tasca. Il risultato però è un 3-3 beffardo per una Roma tanto brillante in fase offensiva quanto insicura in quella difensiva, che però dà molti spunti su come potranno evolversi i giallorossi in futuro e soprattutto su che cosa potrà andare a correggere Fonseca. Innanzitutto la formazione non ha tradito le aspettative; dalla cintola in su il portoghese ha schierato Cristante, Pellegrini, Under, Zaniolo, Kluivert e Dzeko. I due mediani hanno caratteristiche da trequartisti e le due ali sono più che pure. Un undici che dunque non poteva deludere dal punto di vista della creazione del gioco. Proprio però una linea di centrocampo così leggera è sembrata essere il punto debole della Roma. La coppia difensiva ha mostrato qualche incertezza di troppo, ma i due mediani non hanno dato una copertura sostanziosa, sbagliando anche nel posizionamento spesso e volentieri. A giustificare Fonseca c’è il fatto che Veretout fosse indisponibile e proprio il francese potrà cambiare molto la squadra in questo aspetto. Altro dato interessante è la propensione ultra offensiva dei terzini. Kolarov e Florenzi hanno giocato in costante spinta ma questo, aggiunto ai discorsi già fatti, ha reso eccessivamente vulnerabile la squadra quando c’era da correre indietro. In questo senso è da capire se Fonseca sia flessibile a cambiare le sue idee e dunque ad abbassare eventualmente i suoi due esterni di difesa oppure se conta fondamentalmente sull’avere nei prossimi mesi una coppia centrale più performante, assumendosi dunque un rischio ma più contenuto. Insomma la prima partita di Serie A della Roma nella stagione 2019/20 ha dato tanto da riflettere. Sarà il resto a svelare realmente che cosa sia questa squadra.

(Jacopo Venturi)

Roma, mezzo passo falso all’esordio: rocambolesco 3-3 con il Genoa (Video & Pagelle)

(K.Karimi – A.Papi) – Mezzo passo falso per la Roma nella prima giornata di campionato 2019-2020. Un’apertura che non soddisfa le aspettative dell’Olimpico, dopo un rocambolesco e pazzo 3-3 contro il Genoa di Aurelio Andreazzoli, abile tra volte a rimontare i giallorossi.

Una gara nata con i migliori auspici, con una Curva Sud vestita a festa e una partenza sprint dei giallorossi, avanti dopo solo 6′ con il sigillo di Under. Ma l’incontro sarà pieno di colpi di scena e cambi di fronte, come dimostra già la prima frazione: pareggia subito il Genoa con la girata di Pinamonti, ma poco dopo Roma ancora avanti con la prodezza del solito Dzeko. Prima della fine del tempo però ancora pareggio: stavolta tocca ad un rigore di Criscito (causato ingenuamente da Juan Jesus) ripristinare gli equilibri.

Nella ripresa la musica non cambia: grande partenza romanista, con la punizione perfetta di Kolarov per il 3-2, e reazione da big del Genoa che trova il definitivo pari con Kouame. Nel finale più caos e nervosismo che altro, con i giallorossi che quando hanno il pallone tra i piedi giocano un bel calcio, profondo e concreto, ma che crollano non appena l’avversario di turno verticalizza e riparte in velocità. Difetti da curare per Paulo Fonseca, col lavoro e con il calciomercato. E pensare che tra 7 giorni c’è il derby

Le pagelle del match:

Pau Lopez 6 – Zero responsabilità sulle tre reti incassate, palesa altresì ottima predisposizione al gioco con i piedi e ad accorciare sempre in avanti sulle verticalizzazioni avversarie. Peccato per il rigore quasi neutralizzato.

Florenzi 6.5 – Galvanizzato dalla fascia di capitano e dall’investitura ufficiale della Sud, il terzino spinge bene e si esibisce pure in qualche recupero salvifico in difesa. Sfiora l’eurogol dalla distanza. (dal 78′ Zappacosta 6 – Promette bene in fase di cross e spinta, svirgola clamorosamente il possibile pallone del 4-3).

Fazio 5 – Lento e compassato, anche sui palloni aerei. Alla fine della gara i duelli vinti con Pinamonti e Kouame sono esigui e questo fa la differenza in negativo. Quest’anno non ha Manolas al fianco che può rimediare alle sue disattenzioni.

Juan Jesus 4.5 – Mezzo disastro. Ha colpe sui primi due gol del Genoa, facendosi anticipare da Romero sul primo e causando con una scivolata esagerata il rigore del secondo. Sempre in apnea nei duelli con Pinamonti. (dal 66′ Mancini 5 – Entra in una fase delicata e si dimentica di Kouame nell’azione del 3-3).

Kolarov 6.5 – Quando recupera palla e spinge sulla sinistra è la solita ira di dio. La punizione del terzo gol romanista è un mezzo capolavoro. Crolla nel finale e pecca di nervosismo con Pellegrini.

Cristante 5.5 – Dignitosa ed ordinata partita fino a metà della ripresa, quando perde lucidità e sbaglia un numero enorme di palloni filtranti. Deve giocare con più concentrazione.

Pellegrini 6 – Da regista si scopre brillante e preciso, ma cala alla distanza come molti suoi compagni. Manca solo di incisività.

Ünder 7 – Si accende a sprazzi ed è un peccato, perché quando prende il largo è inarrestabile. Segna un gran gol, ne fallisce un altro e dialoga bene coi compagni. Arma in più.

Zaniolo 6 – Bravo nello svariare su tutto il fronte offensivo e a portare costantemente il primo pressing sul portatore di palla avversario. Finisce addirittura da esterno sinistro per mancanza di alternative.

Kluivert 5 – Per impegno piuttosto encomiabile, ma resta sempre un talento indecifrabile. Poco concreto in zona offensiva, ancora anarchico tatticamente. Non pervenuto nella ripresa. (dal 74′ Pastore s.v. – Meglio non dare giudizi).

Dzeko 7 – Ad un bomber si chiedono i goal e lui non manca all’appello. Pregevolissima la marcatura del 2-1, da centravanti navigato che nasconde la palla a metà della difesa rossoblu. Nella ripresa spreca un paio di comode occasioni che avrebbero fatto comodo.

All. Fonseca: Premesso che la Roma gioca un bel calcio, propositivo e coraggioso, cosa non scontata visti gli ultimi anni, la fase difensiva lascia ancora troppo a desiderare. Per ottenere il massimo da questo atteggiamento in campo c’è bisogno di difensori di altissimo livello, di cui la Roma è sprovvista, e di almeno un centrocampista di grande gamba. Una pecca: sul 3-2 poteva inserire Diawara per far girare il pallone e tenere il Genoa lontano dalla sua porta. Ha bisogno di tempo (e di due ultimi innesti).

https://www.youtube.com/watch?v=1Xmo6IZTcm4

Roma-Genoa 3-3, le pagelle: Under e Dzeko i migliori, la difesa è da incubo

Luca Fantoni – Pirotecnica la prima giornata della Serie A 2019/20. La Roma non riesce a battere il Genoa pareggiando per 3-3 tra le mura amiche dell’Olimpico. I giallorossi si sono fatti recuperare per ben tre volte dimostrando una fragilità difensiva che dovrà essere al più presto colmata sul mercato. Il primo vantaggio dei capitolini è di Under, poi in sequenza segnano Pinamonti, Dzeko, Criscitoe Kolarov. Il definitivo pareggio lo segna Kouamè che sfrutta l’ennesima disattenzione della retroguardia romanista.

ROMA

PAU LOPEZ: 6 – Sui gol non può fare nulla. Riesce quasi a prendere il rigore calciato da Criscito ma per pochi millimetri non riesce a deviare la palla fuori. È ancora difficile poter dare un giudizio completo sullo spagnolo.

FLORENZI: 6 – Il Capitano della Roma fa tutto benissimo, soprattutto le diagonali difensive, fino al gol di Kouame. Sulla rete genoana è in ritardo in chiusura. Davanti si fa vedere parecchio e si rende pericoloso con un paio di tiri da fuori.

FAZIO: 5.5 – Rispetto al compagno di reparto riesce a riprendersi un minimo nella ripresa ma anche lui nel primo tempo va in forte difficoltà. È molto lento nell’accorciare su Lerager sul primo gol mentre sul secondo si fa sovrastare da Kouamè.

JUAN JESUS: 5 – Sul primo gol lascia saltare Romero con troppa facilità, mentre sul secondo è troppo imprudente nell’intervenire in scivolata in area di rigore. C’è molto da rivedere.

KOLAROV: 6.5 – Su calcio di punizione è un cecchino. Dopo la splendida prodezza nel precampionato, il serbo si ripete contro il Genoa. Non ha particolari colpe sui gol.

CRISTANTE: 6 – Insieme a Fazio è un po’ lento nell’accorciare su Lerager sul primo gol. In fase d’impostazione fa meglio quando deve giocare verticalmente piuttosto che in orizzontale. Da un suo passaggio nasce il gol di Dzeko.

PELLEGRINI: 6.5 – Molte volte è costretto a lunghe corse all’indietro che ne pregiudicano l’apporto offensivo. Quando riesce però a ritagliarsi uno spazio in avanti riesce sempre a trovare i compagni con qualità come con Under nel primo tempo.

UNDER: 7 – Primo tempo da incorniciare per il giovane talento giallorosso. Il turco è imprendibile per i difensori del Genoa, realizzando anche il gol del primo vantaggio. Ottima anche la palla che serve a Dzeko ma il bosniaco si fa anticipare da Radu. Nella ripresa cala fisicamente.

ZANIOLO: 6.5 – Quando ha la palla tra i piedi si ha la sensazione che possa sempre succedere qualcosa. Positiva la sua prova e con un po’ più di fortuna poteva anche trovare il gol. Molto meglio da trequartista piuttosto che da esterno.

KLUIVERT: 6 – Nel tridente dietro Dzeko è quello meno in partita. L’olandese prova ogni tanto qualche giocata senza però riuscire mai a rendersi veramente pericoloso. Ha il merito di far partire l’azione del 1-0 ma sul terzo gol del Genoa poteva coprire meglio sulla destra.

DZEKO: 7 – Come per Cengiz Under, le belle prestazioni del precampionato sono state confermate alla prima con i punti in palio. Nel gestire il pallone è forse l’attaccante più forte della Serie A, aiuta la squadra a salire e a creare occasioni da rete. Il gol è da fenomeno assoluto.

MANCINI (Dal 66′): 6 – Fa il suo esordio in maglia giallorossa senza essere particolarmente impegnato.

PASTORE (Dal 73′): S.V. Nei pochi minuti a disposizione continua sulla falsa riga dello scorso anno. Non dà la scossa.

ZAPPACOSTA (Dal 78′): S.V. Sbaglia un’occasione colossale per il possibile 4-3.

ALL. FONSECA: 6 – Senza il difensore centrale di livello è difficile interpretare al meglio il sistema di gioco del portoghese. Al di là degli uomini in campo, un approccio così offensivo lascia comunque qualche perplessità.

Luca Fantoni

Fernando Torres si ritira dal calcio giocato. Il “Niño” che ha vinto tutto

Alice Dionisi – Il 21 giugno aveva annunciato che la partita contro il Vissel Kobe di Iniesta sarebbe stata l’ultima della sua carriera da calciatore e così è stato. Fernando Torres all’età di 35 anni appende gli scarpini al chiodo, terminando il suo percorso calcistico nel Sagan Tosu, in Giappone. Il Niño è uno dei soli cinque calciatori al Mondo (insieme a Pedro, Juan Mata, Kohler e Moller) ad aver vinto Champions, Europa League, Mondiale ed Europeo. Nato a Fuenlabrada nel 1984, inizia a giocare nei settori giovanili dell’Atletico Madrid a 11 anni. “Quando ero bambino, nella mia classe su 25 bambino, 24 tifavano Real e uno Atletico…”. Il più giovane capitano di sempre con la maglia dei colchoneros (a soli 19 anni), trascorre 12 anni nella sua squadra del cuore, di cui 6 in prima squadra. Poi nel 2007 viene ceduto al Liverpool per la consacrazione a livello internazionale, a fronte di un corrispettivo di circa 27 milioni di sterline.

A 17 anni l’esordio “tra i grandi” dell’Atletico, una settimana dopo il primo gol contro l’Albacete. Torna a Madrid a dicembre del 2014, dopo gli anni al Liverpool, Chelsea e in seguito alla breve esperienza con il Milan in Serie A. Con i colchoneros colleziona 121 reti in 351 presenze totali, prima di chiudere la carriera in Giappone col Sagan Tosu. L’eterna faccia da bambino gli fa ottenere il soprannome Niño, in Inghilterra raggiunge l’apice della sua carriera diventando uno dei migliori centravanti al mondo, ma nell’immaginario collettivo resta sempre un fanciullo.

Nel Liverpool diventa l’unico calciatore, insieme a Roger Hunt, ad andare a segno per otto partite casalinghe consecutive, nella cornice dell’Anfield, dove i tifosi impazziscono per lui. Nella sua prima stagione in Inghilterra batte il record, precedentemente appartenuto a Michael Owen, per il maggior numero di reti stagionali vestendo la maglia del Liverpool, 33. Nella stagione 2007/2008 viene eletto miglior calciatore della Premier League e nello stesso anno si piazza al terzo posto per il Pallone d’Oro.

A gennaio 2011 il trasferimento al Chelsea per 50 milioni di sterline, l’acquisto -al tempo- più costoso nella storia del calcio inglese. Non lascia il segno nel suo triennio a Stamford Bridge, ma nella sua prima stagione con i Blues conquista il titolo nazionale. L’anno successivo conquista la Champions (2012-2013), poi l’Europa League in quello dopo (2013-2014). Ad agosto del 2014 passa in prestito al Milan (una sola rete nella sua parentesi in Serie A), poi a dicembre dello stesso anno fa ritorno nell’Atletico Madrid del Cholo Simeone. Perde ai rigori in finale di Champions nel derby contro il Real Madrid nel 2016, ma due anni dopo vince il suo primo trofeo internazionale con la sua squadra del cuore, conquistando l’Europa League grazie alla vittoria per 3-0 sul Marsiglia. Segna una doppietta nella sua ultima partita con l’Atletico, il 20 maggio 2018, congedandosi con un emozionante messaggio per i tifosi: “Quando ero piccolo, nessuno capiva perché a scuola volessi indossare la maglia dell’Atletico dopo una sconfitta. Sapevo cosa avrei dovuto sopportare, ma non mi importava, mi rendeva più forte. Sapevo che un giorno avremmo avuto una squadra capace di rappresentarci, ci sarebbe voluto molto lavoro ma alla fine ce l’avremmo fatta. Grazie a tutti i miei compagni che hanno combattuto con me in Segunda Division. E grazie per avermi fatto sentire così fortunato, non ho mai avuto bisogno di un titolo per sentirmi il giocatore più amato del mondo. Ho avuto bisogno di una carriera per trovarmi dove desideravo 11 anni fa ma vi assicuro che ne è valsa la pena”.

Alice Dionisi

Roma, si ferma Perotti: un calvario senza fine per ‘el Monito’

(Keivan Karimi) – La nuova stagione inizia come la vecchia per Diego Perotti. L’argentino, promosso subito titolare fisso in attacco dal neo allenatore Paulo Fonseca, si arrende ancora ai suoi soliti guai muscolari. Salterà sicuramente Roma-Genoa ed è probabile un forfait anche per il delicato derby del 1 settembre prossimo.

Accadde lo stesso un anno fa, nell’agosto 2018: dopo una buon precampionato agli ordini di mister Di Francesco, ‘El Monito’ si chiamò fuori alla vigilia della gara di debutto Torino-Roma. Da quel momento la sua stagione fu un vero e proprio calvario: infortunio alla caviglia, poi al bicipite femorale, il breve rientro a novembre per poi rifermarsi per un dolore al polpaccio. Un altro infortunio alla coscia in primavera ed un bottino di sole 15 presenze stagionali per complessivi 811 minuti giocati.

Non si discute la qualità tecnica di Perotti, che da calciatore sano è uno dei fantasisti più forti e determinanti del campionato. Ma i 31 anni ormai compiuti ed i ben 16 infortuni muscolari subiti da quando è alla Roma lo rendono un elemento inaffidabile e incostante. Lo stesso vale per Javier Pastore, anche lui quando è al top considerato uno dei calciatori più tecnici della rosa romanista ma sempre più inserito in un calvario di stop e guai fisici.

Più che la preparazione va dunque preso atto delle scelte tecniche di una Roma che forse non ha fatto molto per sostituire un calciatore come Perotti, non acquistando sul mercato (finora) un esterno d’attacco sano e concreto come lo era Stephan El Shaarawy, abile lo scorso anno a non far rimpiangere le assenze del compagno argentino. Oggi toccherà al baby Justin Kluivert, e ci si deve augurare che il figlio d’arte sia maturo abbastanza per prendere le redini della corsia mancina giallorossa.

 

SERIE A, Roma-Genoa: le probabili formazioni

(Keivan Karimi) – Domenica ore 20:45, scatta la 1ª giornata di campionato con Roma-Genoa allo stadio Olimpico.

Ecco le probabili formazioni delle due sfidanti:

ROMA (4-2-3-1): Pau Lopez; Florenzi, Fazio, Juan Jesus, Kolarov; Cristante, Pellegrini; Ünder, Zaniolo, Kluivert; Dzeko.

Panchina: Mirante, Fuzato, Zappacosta, Mancini, Santon, Diawara, Veretout, Kluivert, Antonucci, Schick.

Allenatore: Paulo Fonseca.

 

GENOA (3-5-2): Radu; Zapata, Romero, Biraschi; Ghiglione, Lerager, Radovanovic, Schöne, Criscito; Kouame, Pinamonti.

Panchina: Marchetti, Jandrei, El Yamiq, Pajac, Barreca, Romulo, Agudelo, Jagiello, Pandev, Sanabria, Favilli.

Allenatore: Aurelio Andreazzoli.