Identikit, Henrikh Mkhitaryan: chi è l’armeno scelto da Petrachi per rinforzare la Roma

Alice Dionisi – È Henrikh Mkhitaryan l’uomo scelto da Petrachi per rinforzare il reparto offensivo della Roma. Capitano della nazionale armena, di cui è anche il miglior marcatore di tutti i tempi, il trequartista (i cui interessi vengono curati da Mino Raiola) è arrivato questa mattina nella Capitale per le visite mediche a Villa Stuart prima di firmare il contratto con la Roma. L’armeno arriva in prestito dall’Arsenal per 3 milioni di euro più un bonus di 0.1 milioni legato al raggiungimento di determinati obiettivi sportivi.

Inizia la carriera da calciatore nelle giovanili del P’yownik, dove esordisce in prima squadra nel 2006. Con il club armeno vince quattro campionati, una coppa nazionale e due Supercoppe. Nel 2009 si trasferisce al Metalurh Donetsk, per poi essere ceduto ad agosto 2010 allo Shakhtar Donetsk per 7.5 milioni, dove conquista campionato, Coppa e Supercoppa d’Ucraina ed esordisce per la prima volta in Champions League. Nel 2013 viene acquistato dal Borussia Dortmund, con cui vince due supercoppe tedesche in tre stagioni. Nel 2016 viene acquistato dal Manchester United di José Mourinho, con il quale conquista l’Europa League, la Football League Cup e la Community Shield. A gennaio 2018 viene ceduto all’Arsenal in uno scambio che porta Alexis Sanchez ai Red Devils, dove però non riesce a trovare il giusto spazio anche a causa dei rapporti tesi con il tecnico Emery. Lo scorso 29 maggio è stato costretto a saltare la finale di Europa League che si disputava a Baku, vinta poi dal Chelsea, a causa delle tensioni internazionali tra Armenia e Arzebaigian.

La sua esperienza e il suo palmares hanno convinto Petrachi ad ingaggiarlo per contribuire all’obiettivo Champions League: “Mkhitaryan risponde alla nostra volontà di inserire in rosa calciatori che possano rappresentare un punto di riferimento per i più giovani e che abbiano un bagaglio tecnico tale da imporsi rapidamente nel nostro campionato”. 

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Identikit: Chris Smalling, il muro inglese

Alice Dionisi – Gianluca Petrachi mette a segno un altro colpo per la Roma: è Chris Smalling, difensore in arrivo dal Manchester United in prestito per 3 milioni di euro fino a giugno 2020.

Classe 1989, ha trascorso le ultime nove stagioni vestendo la maglia dei Red Devils, collezionando 323 presenze totali. 194 cm per 81 kg, è un centrale difensivo dentro che però all’occasione può essere impiegato anche come terzino sinistro. Dopo le giovanili nel Milwall, nel 2006 inizia la sua carriera professionistica nel Maidstone United, per poi venir acquistato nel 2008 da Fulham, dove esordisce per la prima volta in Premier League nell’ultima gara della stagione, mentre l’anno successivo fa anche la prima apparizione in Europa League. Nel mercato di riparazione a gennaio 2010 viene acquistato dal Manchester United per 8 milioni di euro, ma rimane in prestito al Fulham fino al termine della stagione. Nella stagione successiva i Red Devils si laureano campioni d’Inghilterra e Smalling conquista il primo titolo della sua carriera. Nella stagione 2012-2013 replicheranno, vincendo per la seconda volta il campionato inglese. Nel corso dei suoi 9 anni all’Old Trafford, il difensore vince quattro volte la Community Shield, ma può vantare anche una Coppa d’Inghilterra e una Coppa di Lega Inglese. In ambito internazionale, nella stagione 2016-2017 conquista anche l’Europa League sotto la guida di José Mourinho.

Siamo contenti di aver portato alla Roma un calciatore con l’esperienza internazionale di Smalling”, ha dichiarato infatti il direttore sportivo della Roma Gianluca Petrachi, “Siamo certi che sarà utile alla crescita della squadra e a quella dei ragazzi che si confronteranno con lui”.

Chris Smalling è un convinto sostenitore del veganismo e ritiene che si possa recuperare meglio da un infortunio grazie all’assenza della carne, pesce, uova e latticini. In giallorosso ha scelto di vestire la maglia numero 6, un’eredità pesante in casa Roma. “Sono molto contento di essere qui e lo sono stato non appena ho saputo dell’interesse della Roma e della possibilità di fare un’esperienza con una grande squadra, con grandi ambizioni”, ha dichiarato l’inglese, “era quello di cui avevo bisogno e sono fortunato a essere qui”.

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Sorteggi Europa League, Roma contro Erdogan. Lazio girone di ferro

Alice Dionisi – Alle italiane non basta essere testa di serie per evitare squadre insidiose nei sorteggi a Montecarlo per la fase a gironi di Europa League. La Roma finisce nel gruppo J e sarà chiamata ad affrontare Borussia Moenchengladbach, Istanbul Basaksehir e Wolfsberger. “Ci è capitato un girone nel quale dovremo esprimerci al meglio, ma siamo consapevoli della nostra forza e vogliamo passare il turno” ha commentato il tecnico Paulo Fonseca. Girone di ferro per la Lazio, che si giocherà l’accesso alla fase successiva contro Celtic, Rennes e Cluj, definito “Difficile, ma affascinante” dall’allenatore Inzaghi.

La formazione tedesca e i campioni in carica di Scozia erano tra le avversarie più temibili in seconda fascia per i due club capitoli. La Roma cercherà la qualificazione affrontando il Basaksehir, la squadra di Erdogan e degli ex-campioni Robinho, Turan e Inler (osservato speciale Under, che tornerà in Turchia per sfidare i suoi ex compagni) oltre agli “altri lupi”, gli austriaci del Wolfsberger.

Sponda Lazio, attenzione al Rennes, che è attualmente primo in classifica in Ligue 1, a punteggio pieno, reduce dalla vittoria dell’ultima edizione della Coppa di Francia, dove hanno sconfitto il Paris Saint-Germain in finale. L’urna di Montecarlo non sorride ai biancocelesti, ma il ds Tare ha fiducia nei suoi: “Penso che siamo favoriti e questo ruolo ci fa piacere, possiamo vincere il girone”.

Per le altre “big”, girone di velluto per il Siviglia, che pesca Apoel Nicosia, Qarabag e Dudelange nel gruppo A, mentre l’Arsenal se la vedrà con Eintracht Francoforte, Standard Liegi, Vitoria Guimaraes. Bilanciato il sorteggio del gruppo G con Porto, Young Boys, Feyenoord e Rangers Glasgow, sorride anche il Manchester United che capita Astana, Partizan Belgrado e Az Alkmaar.

La Roma non vuole sprecare l’occasione, dopo la splendida cavalcata in Champions League dello scorso anno: “Abbiamo il dovere di affrontare la competizione per arrivare in fondo” ha commentato il vice-presidente Baldissoni, “L’abbiamo fatto anche in Champions e con un po’ di fortuna saremmo arrivati in finale“.

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Mancini e Veretout, chi sono i due nuovi acquisti della Roma

Alice Dionisi – Nell’arco di un paio di giorni la Roma ha ufficializzato due nuovi giocatori. Gianluca Mancini arriva in prestito dall’Atalanta per 2 milioni di euro, con diritto di riscatto fissato a 13 milioni (più un bonus di 8). Jordan Veretout arriva invece in prestito dalla Fiorentina (1 milione) più obbligo di riscatto (16 milioni) e bonus (fino ad un massimo di 2 milioni).

MANCINI

Gianluca Mancini, classe 1996, nasce a Pontedera e cresce nel settore giovanile della Fiorentina, dove si fa notare anche dal tecnico Montella, che lo schiera titolare per alcune amichevoli, senza però mai utilizzarlo in partite ufficiali. A luglio del 2015 viene ceduto in prestito in Serie B al Perugia, che lo riscatta al termine della stagione. A gennaio del 2017 il difensore viene acquistato dall’Atalanta, che però lo lascia in prestito al Perugia fino al termine della competizione. Nel corso delle due stagioni a Bergamo colleziona 48 presenze e 7 reti, partecipando nella storica qualificazione alla Champions League dei nerazzurri. “Essere un giocatore di un club prestigioso come la Roma è un motivo d’orgoglio e ripaga dei tanti sacrifici fatti da quando ho iniziato a giocare a calcio” ha dichiarato il difensore ai canali ufficiali della Roma, in occasione del suo annuncio, “non vedo l’ora di iniziare questa nuova avventura”.

VERETOUT

Jordan Veretout inizia la sua carriera da calciatore nelle giovanili del Nantes, dove scala posizioni fino al suo esordio con la prima squadra nel 2011. Rimane nel club francese fino al 2015, prima di essere ceduto in Premier League all’Aston Villa. Nella stagione successiva fa il ritorno in Ligue 1, passando in prestito al Saint-Etienne. Nell’estate del 2017 la Fiorentina lo acquista in prestito con obbligo di riscatto a 17 milioni (un milione in meno di quanto lo ha pagato la Roma), dove colleziona 15 reti e 4 assist in 75 presenze. “Sono molto felice di giocare in questo grande Club, con grandi giocatori” ha dichiarato Veretout nel giorno del suo annuncio alla Roma. “Avrò l’occasione e la fortuna di condividere questa esperienza con grandi compagni di squadra”.

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Ceduto El Shaarawy in Cina per 16 milioni di euro, il percorso del Faraone nella Capitale

Alice Dionisi – Adesso è ufficiale: la Roma ha raggiunto un accordo con lo Shanghai Greenland Shenhua FC per la cessione, a titolo definitivo, di Stephan El Shaarawy. Ai giallorossi 16 milioni per il trasferimento del Faraone, arrivato in prestito nella Capitale a gennaio del 2016 dal Milan.
139 presenze in carriera con la Roma, 40 gol in maglia giallorossa: due in Champions League (doppietta nel 3-0 al Chelsea), 2 in Europa League, 2 in Coppa Italia e 34 in campionato. Il calciatore classe 1992 si era presentato nella Capitale nella finestra di mercato invernale nel 2016. Il Milan lo aveva mandato in prestito al Monaco, il quale però aveva deciso di rispedirlo al mittente dopo 24 presenze in squadra (alla 25 sarebbe scattato l’obbligo di riscatto), così si intromette la Roma, che lo prende in prestito per 1.4 milioni di euro. Il Faraone si presenta con un gol al suo esordio in giallorosso, il 30 gennaio nella sfida contro il Frosinone sigla il secondo dei tre gol dei capitolini con un colpo di tacco al volo. Un mese dopo, nella trasferta in casa dell’Empoli, mette a segno la sua prima doppietta con la maglia della Roma. Nel maggio dello stesso anno viene riscattato per 13 milioni di euro, firmando un contratto con il club fino al 2020. “Oggi è un giorno davvero importante per me perché sono diventato a tutti gli effetti un giocatore della Roma. Vorrei ringraziare il presidente Pallotta, il direttore sportivo Sabatini, il mister Spalletti, i miei compagni e tutta l’AS Roma per la fiducia che mi hanno dimostrato fin dal primo giorno e soprattutto i tifosi giallorossi che mi hanno accolto con calore ed affetto. Ci toglieremo grandi soddisfazioni insieme” aveva dichiarato il classe 1992 al momento della firma. Nella stagione successiva realizza 12 gol in 44 presenze e nel 2017-2018 prende parte alla cavalcata in Champions League, entrando nel secondo tempo nella storica rimonta contro il Barcellona nei quarti di finale. Prima di trasferirsi in Cina ringrazia i tifosi romanisti: “Resteranno sempre nel mio cuore, come le persone con cui ho lavorato”.

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La Roma saluta Manolas, protagonista della rimonta contro il Barcellona

Alice Dionisi – La Roma ufficializza, tramite un comunicato stampa, la cessione di Kostas Manolas al Napoli. Il calciatore greco porterà nelle casse del club 36 milioni, il prezzo della sua clausola rescissoria. Dopo cinque anni nella Capitale, il difensore saluta il club giallorosso, nel quale sarà sempre ricordato per il gol del 3-0 nella rimonta casalinga al Barcellona in Champions League.

Manolas è arrivato alla Roma ad agosto del 2014, acquistato dall’Olympiakos per sostituire Benatia, a fronte di un corrispettivo di 13 milioni di euro e firmando con il club un contratto quinquennale. Fa il suo esordio in giallorosso 4 giorni dopo il suo acquisto, nella vittoria per 2-0 ai danni della Fiorentina. Guidato dal tecnico Rudi Garcia, diventa titolare inamovibile della difesa della Roma. Nella stagione successiva segna la sua prima rete per il club (di otto totali) contro il Carpi. Nel 2017/2018 trova il primo gol in Champions League, nella trasferta vinta a Baku contro il Qarabag. I giallorossi si qualificano primi nella fase a gironi, davanti a Chelsea e Atletico Madrid e ottengono il passaggio ai quarti battendo lo Shakhtar Donetsk negli ottavi di finale. Ai quarti la Roma pesca il Barcellona, ma dopo un’immeritata sconfitta per 4-1 in Spagna (complice anche un’autorete del difensore greco), Manolas firma il terzo gol decisivo nella rimonta allo Stadio Olimpico, che permette la storica qualificazione in semifinale. “Quando è stato segnato il secondo gol, io e Fazio eravamo al centro del campo intorno e intorno al 79esimo gli ho detto ‘Segno io o tu e passiamo’. Alla fine l’ho fatto. In quel momento non potevo pensare che non sarebbe successo. E quando Under è andato a battere l’angolo, ho ricordato che la volta prima l’aveva battuto sul primo palo e colpita la palla sapevo che sarebbe entrata. Ed è per questo che mi sono inserito così. Sapevo che sarebbe stato corto sul primo palo. Di solito non vado sul primo palo. Ho seguito la testa ed è entrata”.

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La Roma sceglie il nuovo ds, sarà Petrachi a raccogliere l’eredità di Monchi

Alice Dionisi – Sarà Gianluca Petrachi il nuovo direttore sportivo della Roma. Il club ha scelto di puntare sull’ex del Torino dopo il disastroso operato di Monchi nella Capitale, conclusosi con la rescissione contrattuale dopo l’esonero del tecnico Di Francesco, pupillo dello spagnolo, e l’eliminazione dalla Champions League per mano del Porto. “La Roma rappresenta per me un’avventura ambiziosa e incredibilmente stimolante”, ha dichiarato Petrachi, “conosco bene le aspettative di un Club e di una piazza così importanti, proprio per questo ho accettato immediatamente questa sfida”.

Il salentino inizia la sua carriera da dirigente come team manager dell’Ancona nel 2003 (dopo essersi ritirato dal calcio giocato, vestendo la maglia del Taranto in C1), ma assume il ruolo di dirigente sportivo quando passa al Pisa nella stagione 2006/2007. Nel corso della sua gestione il club toscano riesce a passare dalla Serie C1 alla B, qualificandosi anche per i play-off di Serie A. A settembre del 2008 termina la sua avventura con il Pisa e passa un altro anno prima di vederlo di nuovo all’opera, ma questa volta su un palcoscenico più grande. A dicembre del 2009 viene ingaggiato per affiancare il ds uscente del Torino, Rino Foschi, che si dimetterà una settimana dopo, lasciando il timone a Petrachi. La sua avventura nei granata dura quasi 9 anni, fino a quando non arriva la chiamata della Roma. Sotto la sua supervisione il club di Urbano Cairo è passato dalla Serie B agli ottavi di Europa League, ma soprattutto gli ha fatto conquistare la fama di mago delle plusvalenze.

Tra i principali nomi dei calciatori acquistati e poi rivenduti ad un prezzo maggiore, spicca in primis quello di Ciro Immobile, ceduto al Borussia Dortmund per 18.5 milioni di euro. Seguono Darmian (acquistato a 2 milioni dal Palermo, rivenduto al Manchester United a 18), Maksimovic (arrivato dalla Stessa Rossa per 3 milioni, venduto al Napoli per 25), Zappacosta (al Chelsea per 25 milioni), Cerci (15 milioni, Atletico Madrid) e Glik (al Monaco per 11 milioni), incluso anche il giallorosso Bruno Peres, acquistato dal San Paolo per 2 milioni e rivenduto alla Roma per 12.5. Il profilo del ds salentino non è caratterizzato solo dalle cessioni, ma anche dagli acquisti che, nel corso degli anni, sono andati a formare la spina dorsale del Torino: a partire da Sirigu, preso a parametro zero dal PSG, passando per Belotti e l’ex Roma Iago Falque.

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Totti saluta la Roma: “Io troppo ingombrante”

Alice Dionisi – Dalla Sala d’Onore del Coni al Foro Italico, Francesco Totti saluta la Roma per la seconda volta. Due anni dopo l’addio al calcio giocato, l’ex capitano si congeda anche dalla società, presentando le sue dimissioni dal ruolo di dirigente, a pochi passi dallo stadio che per anni è stata la sua casa, che lo ha visto crescere e vincere. Una decisione sofferta, ma necessaria. Non è un addio il suo, ma un arrivederci, perché non esclude che un giorno, con una proprietà diversa, possa tornare a rappresentare la squadra che ha sempre tifato, fin da bambino. Il rapporto con il presidente James Pallotta e con il suo consigliere Franco Baldini era incrinato da tempo ed è stata una delle principali cause della sua uscita di scena. L’ex numero 10 della Roma vuota il sacco e non si nasconde, ma fa nomi e cognomi. Uno dei capitoli della sua biografia “Un Capitano”, scritta con l’aiuto di Paolo Condò, è intitolato “La rivelazione dell’assassino”, in cui narra come sia stato proprio Baldini a confessare di aver voluto il suo ritiro. Un rapporto già compromesso, che è andato solo peggiorando durante la sua esperienza da dirigente, “Totti deve liberarsi dalla sua pigrizia”, “Scelsi Spalletti perché fu l’unico a non chiedermi garanzie sulla presenza di Totti in squadra”, “Il suo ufficio a Trigoria? Raul non ne ha uno al Real”. le frecciatine più memorabili da parte del consigliere di Pallotta. Dal complesso del Coni, Francesco racconta la sua versione della storia: “Uno dei due doveva uscire, quindi mi sono fatto da parte io. L’ultima parola spettava sempre a Londra, era inutile dire quello che pensavi, era tempo perso”. Non solo il rapporto personale, ma l’ex capitano lamenta anche lo scarso coinvolgimento lavorativo -essendosi sentito marginale nella scelta del tecnico e del direttore sportivo-, accusando la società di non aver mantenuto le promesse fatte in precedenza: “Non ho mai avuto la possibilità di esprimermi, non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico, mi tenevano fuori da tutto. In due anni avrò fatto dieci riunioni, mi chiamavano sempre all’ultimo, come se volessero accantonarmi. Io ho cercato di mettermi a disposizione e di cercare di portare qualcosa in più alla società, ma dall’altra parte vedevo che c’era un pensiero diverso. Ho chiesto di decidere, come decidono tutti gli altri, di dare un contributo e metterci la faccia”. Francesco Totti si toglie tanti sassolini dalle scarpe, accusando il club di quella “deromanizzazione” che i tifosi lamentavano già da tempo: “Da quando sono entrati gli americani, hanno cercato in tutti modi di mettere da parte i romani. Lo hanno voluto e ci sono riusciti. È facile prendere in giro le persone, ma io sono abituato a dire la verità, non posso stare qua dentro”. Piovono le critiche a Pallotta da parte dei tifosi, per i quali Francesco Totti sarà sempre una bandiera, dentro o fuori la società.

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Chi è Paulo Fonseca, il nuovo allenatore della Roma

Alice Dionisi La Roma annuncia il nuovo tecnico, il terzo nel 2019. Dopo l’esonero di Eusebio Di Francesco e l’ingaggio di Claudio Ranieri, chiamato a traghettare la squadra fino al termine della stagione, il club ha scelto: sarà Paulo Fonseca a guidare il gruppo nella nuova stagione. Nonostante l’arrivo del direttore sportivo Petrachi e le chiamate di Francesco Totti, Antonio Conte ha scelto l’Inter e i giallorossi, dopo aver incassato i “no” di Gasperini, Giampaolo e Mihajlovic, hanno virato sul tecnico ex Shakthar Donetsk. Ricordato per essersi presentato vestito da Zorro in conferenza stampa dopo la vittoria in Champions League contro il Manchester City che gli ha permesso il passaggio agli ottavi di finale (dove poi è stato eliminato proprio dalla Roma di Eusebio Di Francesco), l’allenatore dovrà fare i conti con una società che si sta riorganizzando, dopo gli addii di Totti e De Rossi. “Paulo è un allenatore giovane e ambizioso -ha dichiarato il presidente Pallottacon esperienza internazionale, mentalità vincente ed è conosciuto per la sua idea di calcio coraggiosa e offensiva che potrà entusiasmare i nostri tifosi”. Fonseca ha firmato con i giallorossi un contratto biennale, con opzione di rinnovo per il terzo. Nato in Mozambico nel 1973, oltre alla guida tecnica dello Shakhtar (con cui ha vinto 3 campionati, 3 coppe d’Ucraina e una Supercoppa) in carriera ha allenato anche Pacos Ferreira, Braga e Porto, vincendo una Supercoppa portoghese con il Porto nel 2013 e una Coppa del Portogallo con il Braga nel 2016. “Sono entusiasta e motivato dalla sfida che ci aspetta e non vedo l’ora di incontrare i nostri tifosi e di cominciare a lavorare. Credo che insieme potremo creare qualcosa di speciale” sono le parole del tecnico, chiamato a riportare la Roma in Champions League dopo il fallimento della scorsa stagione. Gioco offensivo basato sul possesso palla e sul ruolo fondamentale dei terzini, schierati in un rigoroso 4-2-3-1, per adattarsi al calcio italiano forse Fonseca dovrà rivedere qualcosa in fase difensiva.

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Pallotta, lettera ai tifosi: “Nessuno è più deluso e arrabbiato di me”

Alice Dionisi – James Pallotta si mette a nudo con i tifosi della Roma. Una lunga lettera pubblicata sul sito del club, rivolta ai tifosi “Ovunque essi siano”, in cui il presidente del club giallorosso esce alla scoperta e affronta diverse tematiche, dall’addio di Daniele De Rossi al contestato operato del direttore sportivo Monchi, passando per l’argomento stadio. Il numero uno della Roma è costretto a fare i conti con le decisioni prese finora. Le sue sono parole amareggiate, fa un bilancio della stagione trascorsa (la mancata qualificazione in Champions League, l’eliminazione agli ottavi contro il Porto, la sconfitta sonore in Coppa Italia contro la Fiorentina, l’esonero di Eusebio Di Francesco) ed è duro nei confronti dell’ex ds: “Mi dispiace per gli errori che abbiamo commesso, uno di questi si è rivelato molto grave a livello sportivo. È stato probabilmente uno dei più grandi errori che abbia mai commesso nella mia intera carriera e alla fine sono io che me ne devo assumere la responsabilità. L’ultima stagione secondo me è stata un completo disastro”. Il numero uno del club giallorosso affronta anche la questione stadio, un gioco al rimbalzo mediatico che però non ha ancora trovato sviluppi concreti: “L’ho già detto un milione di volte: se vogliamo competere con i maggiori club europei, abbiamo bisogno dello stadio. Non sono felice a causa dei risultati sportivi e non sono felice perché non abbiamo ancora uno stadio nonostante l’impianto e le sue infrastrutture saranno finanziati con fondi privati”. Daniele De Rossi? Anche qui Pallotta punta il dito contro Monchi, indicandolo come colpevole nella faccenda: “Era turbato per il fatto che qualcuno fosse stato acquistato per giocare nella sua posizione come riferito dall’articolo? Sì, lo era, ma ciò è dipeso dal fatto che il giorno precedente gli era stato detto da Monchi che non avremmo preso nessuno che potenzialmente avrebbe giocato davanti a lui nello stesso ruolo”. Il mea culpa del presidente però non ha sapore d’addio, perché sottolinea che il club non è in vendita. Adesso si prepara la rivoluzione: in arrivo Petrachi dal Torino per prendere le redini della direzione sportiva, da valutare invece il profilo di Mauro Baldissoni, il cui contratto è in scadenza il prossimo anno.

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