Impresa Champions, ora lo Shakhtar

Lavinia Colasanto – Impresa. E’ questa la parola adatta per descrivere il girone di Champions League che la Roma ha vinto contro Chelsea, campione d’Inghilterra, Atletico Madrid, due volte finalista negli ultimi 4 anni, e Qarabag, alla prima esperienza nella competizione europea.

Il sorteggio di Nyon non era stato benevolo con i giallorossi che, grazie alle estrazioni di Totti e Shevchenko, erano capitati nel gruppo più difficile della Champions. Inoltre, la batosta subìta contro il Porto nel preliminare di un anno fa, e un nuovo tecnico, peraltro all’esordio in un ambito così prestigioso, facevano pensare ad una facile disfatta.

Così non è stato perché la Roma, con tenacia e classe, è riuscita a gettare il cuore oltre l’ostacolo e a compiere l’impensabile, qualificarsi agli ottavi di finale dopo aver vinto il girone. Solida e a tratti spettacolare, 9 gol fatti, di cui 6 al Chelsea, e 6 subiti, tutti in trasferta e zero in casa. Nessuna squadra in Champions League ci è riuscita.

L’attacco si è dimostrato all’altezza della competizione soffrendo soltanto la difesa rocciosa dell’Atletico Madrid, marchio di fabbrica della squadra di Simeone, avendo sfortuna contro il Qarabag, grandi parate del portiere azero, e disintegrando il reparto del Chelsea. Magari non sarà ai livelli di quello del Paris Saint Germain, 25 gol fatti, o come quello del Liverpool, 23 reti segnate, ma Dzeko e compagni hanno saputo pungere nel momento del bisogno raccogliendo poi i frutti. Spettacolari le partite del bosniaco e di El Shaarawy contro la squadra di Conte.

La difesa, supportata anche dal centrocampo, ha saputo resistere all’urto dei colchoneros all’Olimpico, merito delle parate di Alisson, e agli attacchi ripetuti del Chelsea allo Stamford Bridge. Di Francesco ha costruito un reparto unito e che nessuno si poteva aspettare viste le goleade subìte negli anni precedenti. Infatti la Roma è risultata una delle migliori difese della fase a gironi, all’altezza di giganti come le due di Manchester o il PSG.

I giallorossi hanno dimostrato di potersela giocare con tutte ma ora arriva lo Shakhtar Donetsk, squadra ostica che ha tenuto testa al Manchester City di Guardiola e che ha sbattuto fuori dalla Champions il Napoli. I ricordi per i giallorossi non sono dei migliori ma questa è un’opportunità troppo ghiotta per passare il turno e per entrare ancor di più nell’elite del calcio europeo.

Lavinia Colasanto

Presentazione del libro “Dimmi cos’è”. Presenti Aldair, Nela e Baldissoni

Simone Burioni – Un libro molto importante che racconta la grande storia della AS Roma. E’ andata in scena la presentazione di “Dimmi cos’è” a cura di Tonino Cagnucci e Luca Pelosi. All’Ex Dogana, luogo dell’evento, erano presenti anche le leggende giallorosse Sebino Nela, attuale SLO della Roma, e Pluto Aldair. Ha presenziato anche il direttore generale Mauro Baldissoni.

LIVE

Ore 19.21 – Sebino Nela è stato intercettato a margine dell’evento. Queste le sue parole ai cronisti presenti:

Ti sarebbe piaciuto chiudere la carriera alla Roma?
Mi sarebbe piaciuto rimanere. Avevo 30 anni e sono andato a Napoli. Si era creata una situazione per cui non potevo più restare. A volte nel calcio capita.

Ore 19.10 – Foto di rito con tutti i protagonisti della serata.

Ore 19.03 – Mauro Baldissoni: “La storia non si riscrive, si racconta. Noi dobbiamo raccontarla con orgoglio, anche le parti che non ci piacciono, fanno parte di noi anche quelle. Come diceva Nela sono quelle che ci formano e contraddistinguono“.

Ore 18.50 – Pluto Aldair: “Sono contento che Strootman abbia preso la maglia numero 6, qui alla Roma sono passati tanti campioni, ne abbiamo la prova qui in questo libro, da Conti a Nela, ci sono stati tanti campioni. Di Francesco sì mi ha sorpreso come allenatore, sta facendo bene, sono anche andato a trovarlo a Trigoria. Sono felice di aver avuto la possibilità di giocare in questa squadra“.

Ore 18.46 – Sebino Nela: “Senza presunzione, sono orgoglioso della mia storia. Orgoglioso perché ho fatto parte della Roma quando ha cominciato a essere rispettata in Italia e in Europa. Forse abbiamo vinto poco, si poteva fare di più. Siamo tra i pochi ad aver perso due finali internazionali all’Olimpico. Ricordo che le giornate più belle sono state quelle delle sconfitte. Credo che nessuno di noi possa conoscere meglio cos’è il popolo di questa squadra quando perde. Sono state giornate belle, eravamo arrabbiati per i risultati, a vincere sono buoni tutti in tutte le parti del mondo. Ho giocato anche in nazionale, ho affrontato squadre blasonate, c’era un po’ questa invidia dei nostri colori. Perché erano estasiati dall’Olimpico, dal clima, dall’ambiente. Io un Dimmi cos’è ce l’avrei. Nella vita tutti siamo stati innamorati. Quando indossi questa maglia hai i brividi, come quando sei innamorato, che possessivo e geloso, forse è paragonabile a questo. Devo ringraziare Baldissoni e questa società. Dopo tanti anni, noi ex, abbiamo riscoperto questo senso di appartenenza. Questa società si è impegnata molto, attraverso grandi iniziative. Io, Sebino Nela, dico grazie alla Roma. Tutti quelli che sono andati via e non hanno potuto chiudere la carriera qui, incluso io, sono rimasti dispiaciuti ma il calcio è anche questo. Forse qualcuno più di altri avrebbe meritato di chiudere la carriera a Roma. Agostino è stato quello che ci ha aiutato di più appena arrivati, era una persona difficile da prendere, molto chiusa, ma lui per noi era la Roma. Tutti i giorni. È stato il primo a trasmettere questo senso di appartenenza a tutti noi. Ci dava sempre dei consigli. Anche Conti e Pruzzo avevano sviluppato questo senso di appartenenza. Cosa mi disse Ancelotti il giorno del mio infortunio? Non ricordo le parole ma mi disse che sapeva cosa si provava. La squadra di calcio è un gruppo, una famiglia, 11 compagni di squadra sbattono qualsiasi muro e questo è utile per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo. Un solo anno con Aldair? Non era un granché (ride, ndr). Credo sia stato uno dei migliori“.

Ore 18.38 – Marisa Di Bartolomei: “Complimenti alla Roma. A proposito della Coppa dei Campioni, c’è quella pagina in cui Agostino dice che qui comincia tutto. È una cosa fondamentale, tutte le cose sono destinate a finire, ma allo stesso tempo ricominciano“.

Ore 18.30 – Luca Pelosi: “Ci si può identificare un bambino e un adulto. Ha delle immagini meravigliose, che tutti noi abbiamo visto, ma che si possono vedere da un’altra prospettiva, anche immagini che pensavi di avere in testa. È un libro sulla storia della Roma ma non è un libro storico. Inizia spiegando che la Roma non è nata, c’è sempre stata. La Roma è ogni volta che il cuore batte per la tua città, può avere una data di nascita? No. Può avere una data di fine? No. È una storia infinita. E come la storia infinita, nel momento clou il protagonista capisce che quello che sta leggendo in realtà lo sta anche scrivendo, lui stesso è protagonista di quello che sta accadendo. Sta cercando un nome, si sta chiedendo che nome ha la cosa che vive. Spero tanto che qualcuno, leggendolo, possa provare una sensazione molto simile. La storia della Roma non la fanno solo quelli che la stanno facendo, ma l’abbiamo fatta, la scriveremo sempre tutti“.

Ore 18.20 – Mauro Baldissoni: “La storia della Roma viene fatta tutti i giorni. Questo per noi è un momento particolare perche abbiamo aggiornato una parte di storia. Da quando è arrivata la nuova proprietà stiamo lavorando ad un archivio storico. Da qualche anno stiamo lavorando per raccontare la storia della Roma. Siamo estremamente orgogliosi che ora questo archivio storico sia stato messo su carta. La Roma è una fede, una parte di tutti noi. È una sorta di famiglia e lo sarà per sempre“.

Ore 18.15 – Inizia la presentazione.

Ore 18.13 – Aldair è stato intercettato dai cronisti presenti. Queste le sue parole:

Che cos’è per te la Roma?
Amore, passione. Chi non la ama la odia, la Roma è la Roma.

Come sta giocando Jesus?
Lo sto seguendo da parecchi anni, dal Brasile e anche da quando è in Italia. Sta facendo molto bene a Roma con Di Francesco.

La Roma in Champions contro lo Shakhtar, ce la farà a passare?
Voglio vedere, manca così tanto, ci sono tante partite da giocare e bisogna cercare di arrivare il più in forma possibile. Mancano veramente tante partite. La Roma adesso deve pensare al campionato, Coppa Italia. Il sorteggio è andato abbastanza bene.

Come vedi Totti da dirigente?
Sempre bene. Penso che non si può giocare tutta la vita. Lui ha scelto di fare il dirigente e sono contento. E’ chiaro che adesso servirà un po’ di esperienza, è il primo anno, è un altro mondo anche se è sempre calcio.

Impressioni su Di Francesco?
Mi piaceva già dal Sassuolo, non è una sorpresa quello che sta facendo adesso, niente da dire. Vedevo come giocava l’anno scorso quindi è tutto normale. Penso che la squadra non è arrivata al punto che vuole lui, serve un altro po’ di lavoro perché non è facile in sei mesi. Ha iniziato molto bene.

E’ pronto per un grande palcoscenico come la Champions?
La Roma deve vedere il campionato, manca ancora tanto. Bisogna arrivare in forma in quel periodo. Adesso abbiamo campionato e Coppa Italia, dobbiamo pensare a questi.

La Roma ritirò la tua maglia. Ritireresti la 10 o qualcuno merita di indossarla?
Non so chi la può mettere la maglia di Francesco. Sarà un peso ma prima o poi qualcuno la deve mettere, deve decidere la società.

Simone Burioni

Aldair: “La Roma è amore e passione. Di Francesco? Serve un altro po’ di lavoro perché non è facile in sei mesi”

Luca Fantoni – Aldair, bandiera della Roma, è stato intervistato dai cronisti presenti in occasione della presentazione del libro “Dimmi cos’è“. Queste le sue parole:

Che cos’è per te la Roma?
Amore, passione. Chi non la ama la odia, la Roma è la Roma.

Come sta giocando Jesus?
Lo sto seguendo da parecchi anni, dal Brasile e anche da quando è in Italia. Sta facendo molto bene a Roma con Di Francesco.

 La Roma in Champions contro lo Shakhtar, ce la farà a passare?
Voglio vedere, manca così tanto, ci sono tante partite da giocare e bisogna cercare di arrivare il più in forma possibile. Mancano veramente tante partite. La Roma adesso deve pensare al campionato, Coppa Italia. Il sorteggio è andato abbastanza bene.

Come vedi Totti da dirigente?
Sempre bene. Penso che non si può giocare tutta la vita. Lui ha scelto di fare il dirigente e sono contento. E’ chiaro che adesso servirà un po’ di esperienza, è il primo anno, è un altro mondo anche se è sempre calcio.

Impressioni su Di Francesco?
Mi piaceva già dal Sassuolo, non è una sorpresa quello che sta facendo adesso, niente da dire. Vedevo come giocava l’anno scorso quindi è tutto normale. Penso che la squadra non è arrivata al punto che vuole lui, serve un altro po’ di lavoro perché non è facile in sei mesi. Ha iniziato molto bene.

E’ pronto per un grande palcoscenico come la Champions?
La Roma deve vedere il campionato, manca ancora tanto. Bisogna arrivare in forma in quel periodo. Adesso abbiamo campionato e Coppa Italia, dobbiamo pensare a questi.

La Roma ritirò la tua maglia. Ritireresti la 10 o qualcuno merita di indossarla?
Non so chi la può mettere la maglia di Francesco. Sarà un peso ma prima o poi qualcuno la deve mettere, deve decidere la società.

Luca Fantoni

Champions League, dopo 7 anni sarà ancora Roma contro Shakhtar

Gianluca Notari – Sono andati in scena a Nyon i sorteggi per gli ottavi di Champions League. Fortunate, ma non fortunatissime, le italiane: la Juventus, prima estratta dall’urna, ha pescato il Tottenham, mentre la Roma, dopo 7 anni, ritrova lo Shakhtar Donetsk. Non la peggiore combinazione possibile, per carità, ma l’attenzione verso un avversario abituato a solcare i campi europei dovrà essere massima.

IL PRECEDENTE – Per i giallorossi, l’ultimo ricordo legato agli ucraini non è dei migliori. In occasione degli ottavi di Champions della stagione 2010-2011, la squadra allenata da Ranieri perse per 3-2 il match di andata all’Olimpico, perdendo anche la seguente gara di ritorno con un secco 3 a 0, quando in panchina sedeva però Vincenzo Montella. Rispetto a quel doppio confronto, però, è cambiato tutto: quanto per lo Shakhtar che per i capitolini.

SHAKHTAR – Gli ucraini hanno dato continuità al loro progetto di ibridazione della squadra, proseguendo ad importare talenti dal Brasile, la cui colonia in maglia neroarancio è ormai da anni una costante. Furono proprio i brasiliani, nel 2011, a dare il colpo di grazia alla Roma: dei 6 gol complessivi segnati dai minatori, ben 5 portavano firma verdeoro. Willian, Jadson, Douglas Costa, Eduardo e Luiz Adriano segnarono una rete ciascuno tra il match di andata e quello di ritorno, oltre al gol del difensore ceco Hubschmann. Oggi, nonostante alcuni di quei giocatori lì abbiano preso strade dorate verso i grandi club europei, lo Shakhtar Donetsk continua a ballare samba e a bere mate. Oggi, infatti, la squadra continua ad avere un alta concentrazione di brasiliani in squadra: 8, per la precisione.
Quello che tra di loro si è messo più in mostra è senza dubbio Fred, il metronomo di centrocampo scuola Internacional di Porto Alegre che tanto piace a Guardiola. Quest’ultimo, secondo i rumors, avrebbe già pronta per lui un’offerta monstre di 70 milioni di euro. Non male. Ma non è l’unico degno di nota.

La forza della squadra di Fonseca è senza dubbio nel reparto offensivo, e anche qui, guarda un po’, si parla portoghese. Specialmente sugli esterni: Marlos e Bernard sono infatti i titolari che giocano, rispettivamente, alla destra e alla sinistra del puntero Ferreyra. No, lui è argentino.
Per il primo dei due i riflettori del grande calcio si sono accesi tardi. Nonostante sia un classe ’88, fino al 2012 Marlos giocava in Brasile, con la maglia del Coritiba prima e del San Paolo poi. Dopodiché la chiamata dall’Ucraina, precisamente dal Metalist. In maglia gialloblù due anni e tante buone prestazioni, che gli valgono il passaggio allo Shakhtar per 8 milioni di euro, nell’estate del 2014.
Diverso invece il discorso per Bernard. Una carriera vissuta da predestinato, quella del classe ’92, quando con la maglia dell’Atletico Mineiro attirava su di sé gli sguardi di tutti i maggiori club europei. Eppure, nonostante l’enorme attenzione attorno al suo nome, nel 2013 lo Shakhtar Donetsk lo strappa alla concorrenza con un’offerta da 25 milioni di euro. E’ insieme a Fred la punta di diamante di questa squadra: destro di piede, è solito giocare partendo dalla sinistra per poi rientrare e tentare il dribbling e il tiro in porta. Alto un metro e 64 appena, fa della sua leggiadrìa fisica la sua arma migliore: funambolico e rapido, con la palla al piede è difficile da stoppare, visto l’enorme tasso tecnico di cui è dotato.

IL CONFRONTO – Senza dubbio, quelli che si giocheranno il 21 febbraio ed il 13 marzo saranno due incontri equilibrati, tra due squadre con tanti difetti quante virtù. La Roma di Di Francesco, se forse difetta rispetto agli avversari nel tasso qualitativo della fase d’attacco, può vantare una solidità nel reparto difensivo garantita dalle prodezze di Alisson oltre che alla provata affidabilità della coppia di centrali. Cosa che invece manca agli uomini di Fonseca: Pyatov, storico portiere dello Shakhtar, è sempre stato individuato come il punto debole della squadra, confermando spesso le diffidenze nei suoi confronti con prestazioni tutt’altro che memorabili. Un’altra pecca della difesa degli ucraini è probabilmente la velocità: se questa è in un certo qual modo garantita dagli esterni bassi Butko (o Dodò) ed Ismaily, lo stesso non si può dire di Ordets e Rakitsky. Quest’ultimo, però, vanta una notevole qualità tecnica in fase d’impostazione, che gli permette di essere il vero regista basso della squadra, vista la propensione del compagno di squadra Fred a muoversi liberamente in tutto il campo, dicordando un po’ il lavoro che svolge Gundogan nel City di Guardiola (coincidenze?).

PROSPETTIVE – Lo Shakhtar Doentsk non è certamente cliente migliore da poter incontrare. In questa edizione di Champions League ha vinto in casa 3 partite su 3 (Feyenoord, Napoli e City – anche se quest’ultimo era già qualificato), concedendo però ben 9 gol: una media di 1,5 a partita, un dato decisamente positivo per una squadra in grado di sapersi difendere bene come la Roma. In conclusione, la sensazione che rimane è quella di una qualificazione alla portata dei giallorossi: un punteggio non troppo negativo al Metalist Stadium di Charkiv sarebbe un’ottima notizia, avendo la consapevolezza poi di potersi giocare il tutto per tutto in casa, in uno Stadio Olimpico che sogna di tornare a vivere importanti notti d’Europa.

Gianluca Notari

Chievo-Roma 0-0: le pagelle. I capitolini sbattono su Sorrentino e sulle proprie imprecisioni

Simone Indovino – Dopo lo stop di Genova arriva un altro pareggio fuori casa per la Roma che impatta 0-0 sul campo del Chievo. Uomini di Di Francesco non precisi in diversi aspetti, sopratutto nell’ultimo passaggio. Tuttavia i giallorossi sono riusciti a concludere più volte verso la porta, scontrandosi con una partita semplicemente aliena del portiere Sorrentino. Non si riesce così a sfruttare il piacevole pareggio andato in atto ieri tra Juventus e Inter. Prestazione poco ordinata anche da parte dell’arbitro, che ha spesso penalizzato gli ospiti con alcune scelte discutibili.

ROMA

Alisson 6.5 – Soliti piedi da regista d’esperienza e sempre pronto nelle poche occasioni in cui i padroni di casa mirano la porta difesa dal brasiliano.

Bruno Peres 6 – Partenza in sordina come spesso ci ha abituato, successivamente il brasiliano cresce col passare dei minuti fino a garantire un apporto non indifferente sulla fascia destra. Precisi anche i cross che riesce a mettere in area di rigore senza tuttavia trovare il guizzo vincente di qualche compagno.

Fazio 6.5 – Inglese prova a metterlo in difficoltà sull’uno contro uno, ma il gigante argentino lo argina con precisione con la sua solita qualità nei posizionamenti. Peccato per il gioco con i piedi messo in atto quest’oggi.

Juan Jesus 6 – Sufficienza strappata grazie al salvataggio clamoroso sullo scadere che evita alla Roma di uscire dal Bentegodi con zero punti. Sono troppe le imprecisioni messe in gara dal brasiliano.

Kolarov 6.5 – Nei primi 60 minuti circa è decisamente l’uomo in più della Roma. Specialmente nella prima frazione di gioco è lui il calciatore più pericoloso, grazie alle sue conclusioni e alle sua palle tagliate messe in mezzo. Forse complice un po’ di comprensibile stanchezza, cala la sua intensità nella restante mezz’ora.

Gonalons 5.5 – 90 minuti non positivi del francese, che si batte spesso in maniera fisica vincendo diversi duelli ma gestisce la manovra troppo lentamente. Butta anche qualche pallone di troppo a causa di alcune disattenzioni favorendo le ripartenze degli uomini di Maran.

Strootman 6.5 – Ottimo l’apporto che l’olandese conferisce alla propria squadra nella posizione in cui sembra aver trovato la giusta quadratura. Scambia bene con Kolarov e si propone costantemente nella metà campo del Chievo.

Nainggolan 5.5 – Sfoggia orgoglioso la fascia di capitano al braccio. Perde qualche contrasto di troppo, fattore non da lui. Prova ad inquadrare la porta da fuori area ma si scontra con i salvataggi a corpo morto degli avversari.

Gerson 6 – Ha subito la possibilità di mettere la sua firma nel match ma il suo tiro viene respinto da un miracolo di Sorrentino. Per i restanti minuti in cui rimane in campo ara con ordine la fascia destra seppur non puntando mai con troppa convinzione il terzino avversario.

El Shaarawy 5.5 – Non riesce ad incidere dal punto di vista offensivo a causa di alcuni errori individuali. Il Faraone ha avuto qualche buona possibilità di concludere a rete e puntare gli avversari ma non è riuscito mai a controllare in maniera ottimale la sfera favorendo i contrasti dei difensori veronesi.

Schick 6 – Primo tempo da centravanti, in cui il ceco compie dei buoni movimenti ma non tira verso la porta. Spostandosi sulla fascia nella ripresa ha più spazio per agire e il un tiro (leggermente deviato) è contrato da un autentico miracolo di Sorrentino.

Dzeko 5.5 – Di Francesco lo butta nella mischia per agguantare i tre punti, ma il bosniaco non entra in campo con la cattiveria corretta. Su alcune palle avrebbe dovuto crederci decisamente di più.

Perotti 6 – La sua freschezza mette in difficoltà i difensori clivensi; purtroppo l’argentino non ha mai la possibilità di concludere verso la porta.

Under s.v. – Qualche buona accelerazione ma poco tempo per incidere.

Di Francesco 5.5 – Un leggero calo di intensità poteva essere comprensibile da parte dei suoi dopo le fatiche di coppa, tuttavia ci si aspettava di più dalla sua Roma. Schiera un tridente inedito che lo ripaga solo parzialmente, sprecando così la possibilità di accorciare su Juventus e Inter.

2010, Chievo-Roma 0-2. Campioni d’Italia per 18 minuti ma se quel cross di Rosi fosse entrato…

Luca Fantoni – Cosa sono 18 minuti in confronto a 38 partite? Niente, eppure quel 16 maggio furono tra i più lunghi di tutta la storia della Roma. Con Ranieri in panchina i giallorossi avevano portato a termine una rimonta leggendariache era culminata con il sorpasso all’Inter alla 33° giornata. La sconfitta con la Sampdoria due partite più tardi fu decisiva per lo scudetto ma i capitolini ci provarono fino all’ultimo, anche nell’ultimo incontro a Verona contro il Chievo dove, però, le loro speranze furono distrutte dalla contemporanea vittoria dell’Inter a Siena. Per l’occasione il tecnico testaccino aveva scelto tutti i titolari. Julio Sergio in porta, Motta e Cassetti sulle fasce, con Burdisso e Juan che giocavano al centro. De Rossi e Pizarro erano i due mediani mentre Taddei, Perrotta ed un Vucinic leggermente più avanzato supportavano Totti in avanti. Il Chievo di Di Carlo, già salvo e senza più obiettivi, si presentava con Squizzi tra i pali. In difesa a destra giocava Sardo, a sinistra Jokic e come centrali Yepes e Scardina. Il centrocampo a 4 era formato da Luciano, Iori, Bentivoglio e Ariatti mentre le uniche due punte erano Pellissier e Granoche.

LA PARTITA – L’atmosfera allo stadio Marcantonio Bentegodi è fantastica. I tifosi romanisti presenti sono quasi 20 mila, tutti con la radiolina connessa sulla partita dell’Inter, a cantare a squarciagola per tutti i 90 minuti. L’ennesima dimostrazione d’amore per questi colori. Il copione del match è chiaro fin da subito, con la Roma che fa gioco e il Chievo che cerca di difendersi. Il più ispirato è sicuramente Totti che prima prende un palo di destro e poi viene fermato un paio di volte da un ottimo Squizzi. Il vantaggio però è nell’aria e al 39° arriva. Vucinic viene pescato in profondità, controlla di petto e al volo batte il portiere sul primo palo. Come al solito i gol difficili erano la sua specialità. Sul finire del primo tempo ci pensa De Rossi a raddoppiare con un tiro da fuori, di esterno, che finisce sotto l’incrocio dei pali. Si va al riposo così, con la Roma momentaneamente campione d’Italia perché l’Inter, a Siena, attacca ma non segna. La ripresa è piuttosto soporifera con i giallorossi che pensano sopratutto alla partita che si sta giocando in Toscana. Le notizie che arrivano non sono buone, con i nerazzurri che sono passati in vantaggio con il solito Milito. Nel finale un tiro-cross finito fuori dell’ex Rosi, l’ultimo a mollare, spegne le poche, residue, speranze dei tifosi romanisti. L’Inter vince lo scudetto.

Archiviata la qualificazione agli ottavi di Champions League, la Roma di Di Francescotorna a concentrarsi sul campionato. La capolista è la stessa di 7 anni fa. L’Inter di Spalletti sta stupendo tutti sopratutto per la continuità di risultati. La Roma andrà a Verona mentre i nerazzurri saranno impegnati, proprio come nel 2010, contro una squadra bianconera ma stavolta sarà la Juventus. Se i capitolini riuscissero ad espugnare il Bentegodi potrebbero recuperare punti a tutte e due le concorrenti per lo scudetto. I giallorossi devono rimanere concentrati e non farsi trascinare dal troppo entusiasmo, per non cadere nei soliti, fatali, errori.

Luca Fantoni

Primavera, Napoli-Roma 2-2. Corlu porta in vantaggio i giallorossi, ribaltati da Gaetano. Sdaigui regala il pareggio in extremis

Simone Burioni – La Roma Primavera pareggia con il Napoli fuori casa al termine di una partita ricca di colpi di scena. Gli uomini di Alberto De Rossi si portano in vantaggio con Corlu, recuperato nei primi dieci minuti del secondo tempo dalla doppietta di Gaetano. Roma che non si arrende trovando il pareggio in extremis con Sdaigui che regala un punto ai giallorossi.

IL TABELLINO

Marcatori: 13′ Corlu (Roma), 48′ e 56′ Gaetano (Napoli), 94′ Sdaigui (Roma).
Note: 1′ di recupero nel primo tempo e 4′ nel secondo tempo.

NAPOLI (4-2-3-1): Schaeper; Schiavi, Esposito, Marie-Sainte, Scarf; Otranto, Basit; Mezzoni, Gaetano, Zerbin; Russo.
A disposizione: D’Andrea, Maisto, Bartiromo, Pizza, Micillo, Energe, Coglitore, Sgarbi, D’Alessandro, Palmieri.
Allenatore: Lorentino Beoni

AS ROMA (4-3-3): Romagnoli; Bouah, Ciavattini (C), Cargnelutti, Valeau; Sdaigui, Marcucci, Riccardi; Corlu, Antonucci, Besuijen.
A disposizione: Greco, Zamarion, Diallo, Kastati, Semeraro, Meadows, Cappa, D’Orazio, Pezzella, Petrungaro, Trucescu, Petruccelli.
Allenatore: Alberto De Rossi

Arbitro: Vincenzo Fiorini di Frosinone
Assistenti: Domenico Palermo di Bari e Michele Falco di Bari

LIVE

SECONDO TEMPO

95′ – FINISCE QUI. La Roma pareggia in extremis al termine di una partita ricca di occasioni.

94′ – GOOOOOOOOOOOOOOOOOL!!! Pareggio all’ultima occasione con Sdaigui che insacca su corner dopo una ribattuta. Pareggio della Roma!

90′ – Antonucci sfonda sulla destra e mette in mezzo, ma non c’è nessuno a raccogliere il passaggio.
I minuti di recupero saranno quattro.

87′ – Riccardi conclude dal limite dell’area di rigore, ma il portiere blocca a terra. Sul ribaltamento di fronte Napoli pericoloso con un tiro ravvicinato.

84′ – Cargnelutti colpisce bene di testa su un bel cross, senza però trovare lo specchio della porta. Roma vicina al gol.

76′ – Corlu! Conclusione potentissima dalla destra, grande risposta di Schaeper.

72′ – Cambio per mister Beoni, esce Zerbin ed entra Palmieri.

70′ – Roma che chiude il Napoli nella propria metà campo e conquista un calcio d’angolo.

69′ – Antonucci calcia dalla sinistra, ma il tiro è debole e non impensierisce Schaeper.

67′ – A calciare va Corlu, ma la palla finisce sulla barriera.

66′ – Riccardi scatenato. Conquista un ottimo calcio di punizione da posizione centrale.

64′ – Buona azione dei giallorossi sulla destra, Riccardi arriva al tiro da ottima posizione, ma c’è una deviazione e la palla termina sul fondo. Sarà calcio d’angolo.

62′ – Doppia chance per Cargnelutti, prima viene anticipato dalla difesa del Napoli, poi ci riprova di testa sugli sviluppi di un corner, ma la conclusione è centrale e il portiere blocca.

61′ – La Roma torna in attacco e lo fa conquistando una punizione sulla destra.

58′ – Roma pericolosa con Marcucci che va direttamente in porta su punizione, buon intervento di Schaeper che respinge.

57′ – Ammonito Esposito per un fallo sulla sinistra.

56′ – Raddoppio del Napoli! Ancora Gaetano che raccoglie un cross basso dalla destra e insacca da pochi passi. Roma recuperata e superata.

54′ – Buona azione della Roma che non riesce a sfondare in area.

48′ – Goal del Napoli! Gaetano batte Romagnoli con un bel diagonale, ma la Romaprotesta per un presunto fallo dei partenopei in avvio di azione.

45′ – Inizia il secondo tempo con il Napoli in battuta. Nessun cambio per Alberto De Rossi.

PRIMO TEMPO

45′ + 1 – Cambio per il Napoli: Marie-Sainte non ce la fa, dentro Bartiromo.

45′ – Un minuto di recupero.

43′ – Roma che prova a chiudere il primo tempo in attacco, ma senza impensierire il Napoli.

38′ – Fantastica azione di Russo che supera tre uomini in area, ma nessuno riesce a raccogliere il suo cross.

35′ – Partita a ritmi altissimi con continui ribaltamenti di fronte. Roma ancora avanti nel risultato, ma il Napoli è vivo.

34′ – Russo riesce a concludere da posizione defilata, Romagnoli è attento e blocca.

29′ – Giallorossi pericolosi in due occasioni. Prima Sdaigui conquista un corner dopo un tiro al volo, poi Roma che sfiora il raddoppio su un colpo di testa terminato qualche centimetro sopra la traversa.

25′ – Napoli che sfiora il pareggio con un tiro al volo di Zerbin, ma il gioco viene fermato per posizione di offside.

22′ – Ancora Corlu ci prova dopo una buona azione in solitaria, ma la sua conclusione termina a lato lontana dallo specchio.

18′ – Partenopei pericolosi con un colpo di testa di Esposito che termina sul fondo.

15′ – Roma vicina al raddoppio con Antonucci che non spara alto da buona posizione.

13′ – GOAL DELLA ROMA!!! Corlu raccoglie un passaggio orizzontale e insacca con un bel sinistro a giro, nulla da fare per Schaeper.

9′- Grande parata di Romagnoli sugli sviluppo del corner. Napoli che continua a pressare e va vicino al gol con un tiro in diagonale.

8′ – Zerbin fa una bella discesa sulla fascia e conquista un calcio d’angolo.

2′ – Roma in avanti, costringe il Napoli al doppio corner.

0′ – Inizia la partita, batte la Roma.

Simone Burioni

La qualificazione in pugno!

Margherita Bellecca – Archiviata la Champions League, con la qualificazione agli ottavi di finale, la Roma deve mantenere alta la concentrazione visto che domenica, alle 12.30, farà visita al Chievo Verona al Bentegodi, uno dei campi più insidiosi della Serie A. La squadra di Maran viaggia tranquilla a metà classifica, a quota 20 punti, mentre i giallorossi sono in piena corsa per lo Scudetto.

Di Francesco, che dovrà rinunciare ancora a De Rossi per squalifica, affiderà le chiavi della Roma a Gonalons che sarà supportato da Nainggolan ed uno tra Strootman e Pellegrini, col romano in vantaggio per le fatiche di coppa dell’olandese, in netta crescita rispetto all’ultimo periodo. Nessuna novità in difesa con Alisson in porta, Florenzi, ancora favorito su Peres, a destra, Manolas e Fazio al centro e Kolarov a sinistra. Emerson, invece, con ogni probabilità dovrà aspettare la Coppa Italia per esordire dal primo minuto. Dove ci saranno sorprese è in attacco perché Perotti, fresco di rinnovo fino al 2021, non vedrà il suo partner Dzeko che avrà un meritato turno di riposo dopo aver giocato tutte le partite. A fare da punto di riferimento probabilmente sarà Patrik Schick, all’esordio da titolare. Col ceco e l’argentino occhio a Gerson anche se El Shaarawy mantiene qualche punto di vantaggio. Più defilato Under.

Maran, che ha conquistato 11 punti in casa sui 20 fatti dal Chievo, dovrà fare a meno di Castro, mentre sono in dubbio Hetemaj e Pucciarelli. I gialloblù saranno guidati dalla sapiente mente di Birsa che si appoggerà ad Inglese. L’attaccante ha già segnato alla Roma e quest’anno è a quota 6 gol, che gli sono valsi il trasferimento anticipato al Napoli a gennaio. Da decidere il partner d’attacco con Meggiorni che si gioca una maglia da titolare con Pellissier. A centrocampo, con Birsa, ci saranno Cacciatore, Radovanovic, Bastien e Depaoli mentre la difesa a tre sarà composta da Gamberini, Tomovic, e Gobbi.

Roma e Chievo si sono affrontate 32 volte col bilancio nettamente a favore dei giallorossi, 17 vittorie a 3. L’ultimo successo dei clivensi è datato 7 maggio 2013 quando all’Olimpico decise Thereau allo scadere. Capitolini padroni anche al Bentegodi essendo in vantaggio negli scontri diretti per 6 a 1. Più equilibrata la sfida tra Di Francesco e Maran che si sono incontrati 11 volte, con 3 successi a testa e 5 pareggi.

Per la Roma è una partita da non sbagliare perché la giornata di Serie A propone anche Juventus-Inter, sabato alle 20.45, e Napoli-Fiorentina, domenica alle 15. Il girone d’andata volge al termine e la lotta al vertice è sempre più intensa ed ogni minimo dettaglio può fare la differenza tra il sogno e l’incubo.

Pallotta’s revenge

Simone Indovino – Chissà come sono state queste ultime mattine in casa Pallotta. Lì, dall’altro lato del pianeta, non abbiamo dubbi che abbia iniziato le giornate con un sorrisone dei suoi stampato in faccia. Il motivo è semplice e deducibile: la sua Roma si è finalmente presa le luci della ribalta. Una giornata impossibile da dimenticare per il Presidente questo recentissimo 5 dicembre. Non è in discussione che siano state le 24 ore più eccitanti da quando ricopre la carica massima nell’organigramma societario, da quel 27 agosto 2012 che appare davvero lontanissimo. Più delusioni (maturate soprattutto a causa della mancata vittoria di qualche trofeo) che gioie e tante, spesso ingiuriose, critiche. Il popolo capitolino ha talvolta rimproverato al tycoon di aver acquisito la Roma per interessi personali. A dire la verità, considerando come James Pallotta si stia battendo per rendere grande questa società, non è una constatazione troppo veritiera.

STADIO – Procedendo in ordine cronologico, il primo ghigno del Presidente è certamente dovuto al definitivo “Sì” arrivato dalla Conferenza dei Servizi. Un sì sudato, voluto, ricercato, contro tutto e tutti. I diversi temi affrontati nella seduta erano in sospeso da troppo tempo, e a causa del prolungamento di questi tempi Pallotta stava iniziando a perdere la pazienza. Problemi per fortuna mai emersi e rientrati una volta per tutte, grazie al parere positivo di tutti gli enti (Stato, Regione, Città Metropolitana e Roma Capitale). L’esborso economico che l’americano dovrà mettere in atto non è indifferente, ma si tratterà di un investimento programmato per dare una vera casa ai propri caldi sostenitori che la bramano da ormai troppi anni.

OTTAVI&PRIMATO – Poche ore dopo e la tensione non accenna a diminuire, perché è in programma l’ultima gara del girone di Champions LeaguePallotta è un ottimista per natura, abbiamo imparato a conoscerlo, ma è probabile che lui stesso avesse dei dubbi sul passaggio del turno dopo il sorteggio estivo nonostante la fiducia che ripone nella Roma. E invece il signore di nome Diego Perotti ha regalato qualificazione agli ottavi, primato nel girone e un gruzzoletto economico che al Presidente non può certo dispiacere. Soddisfazioni non indifferenti per Pallotta che non ha mai smesso di credere nella crescita generale del proprio club. La crescita prettamente sportiva porta in gran parte la firma di Eusebio Di Francesco, tecnico su cui l’imprenditore, in coabitazione col neo d.s. Monchi, ha deciso di puntare con quella punta di coraggio che non basta mai.

PROGETTI FUTURI – L’obiettivo di far diventare ancora più grande la Roma non può di certo fermarsi qua. L’intesa con Monchi e Di Francesco (facendo tutti gli scongiuri del caso) sembra davvero serrata, e questo non può che far bene a tutto l’ambiente giallorosso. Prossima fermata, o come preferirebbe dire Pallotta “next stop”, il Chievo Verona. Non vincere vorrebbe dire ridimensionare quanto di buono fatto ultimamente e questo andrebbe contro tendenza rispetto al ruolino di marcia portato avanti dall’allenatore. Per adesso il Presidente ha ancora qualche giorno per continuare a godersi questo 5 dicembre “unforgettable”. E, in attesa del via per i lavori riguardo lo Stadio, non può che ricordarlo sempre con enorme piacere e soddisfazione. Magari, all’interno di casa Pallotta, lì dall’altro lato del pianeta, è presente un bel calendario in cui questa data è stata cerchiata di rosso. Anzi, di giallorosso.

Simone Indovino

Importante non festeggiare troppo

Lavinia Colasanto – Archiviata la Champions League, con la qualificazione agli ottavi di finale, la Roma deve mantenere alta la concentrazione visto che domenica, alle 12.30, farà visita al Chievo Verona al Bentegodi, uno dei campi più insidiosi della Serie A. La squadra di Maran viaggia tranquilla a metà classifica, a quota 20 punti, mentre i giallorossi sono in piena corsa per lo Scudetto.

Di Francesco, che dovrà rinunciare ancora a De Rossi per squalifica, affiderà le chiavi della Roma a Gonalons che sarà supportato da Nainggolan ed uno tra Strootman e Pellegrini, col romano in vantaggio per le fatiche di coppa dell’olandese, in netta crescita rispetto all’ultimo periodo. Nessuna novità in difesa con Alisson in porta, Florenzi, ancora favorito su Peres, a destra, Manolas e Fazio al centro e Kolarov a sinistra. Emerson, invece, con ogni probabilità dovrà aspettare la Coppa Italia per esordire dal primo minuto. Dove ci saranno sorprese è in attacco perché Perotti, fresco di rinnovo fino al 2021, non vedrà il suo partner Dzeko che avrà un meritato turno di riposo dopo aver giocato tutte le partite. A fare da punto di riferimento probabilmente sarà Patrik Schick, all’esordio da titolare. Col ceco e l’argentino occhio a Gerson anche se El Shaarawy mantiene qualche punto di vantaggio. Più defilato Under.

Maran, che ha conquistato 11 punti in casa sui 20 fatti dal Chievo, dovrà fare a meno di Castro, mentre sono in dubbio Hetemaj e Pucciarelli. I gialloblù saranno guidati dalla sapiente mente di Birsa che si appoggerà ad Inglese. L’attaccante ha già segnato alla Roma e quest’anno è a quota 6 gol, che gli sono valsi il trasferimento anticipato al Napoli a gennaio. Da decidere il partner d’attacco con Meggiorni che si gioca una maglia da titolare con Pellissier. A centrocampo, con Birsa, ci saranno Cacciatore, Radovanovic, Bastien e Depaoli mentre la difesa a tre sarà composta da Gamberini, Tomovic, e Gobbi.

Roma e Chievo si sono affrontate 32 volte col bilancio nettamente a favore dei giallorossi, 17 vittorie a 3. L’ultimo successo dei clivensi è datato 7 maggio 2013 quando all’Olimpico decise Thereau allo scadere. Capitolini padroni anche al Bentegodi essendo in vantaggio negli scontri diretti per 6 a 1. Più equilibrata la sfida tra Di Francesco e Maran che si sono incontrati 11 volte, con 3 successi a testa e 5 pareggi.

Per la Roma è una partita da non sbagliare perché la giornata di Serie A propone anche Juventus-Inter, sabato alle 20.45, e Napoli-Fiorentina, domenica alle 15.

Il girone d’andata volge al termine e la lotta al vertice è sempre più intensa ed ogni minimo dettaglio può fare la differenza tra il sogno e l’incubo.

Lavinia Colasanto