Javier Pastore, il lungo cammino da Cordoba a Roma

Simone Burioni – Con un ritardo di circa venti minuti, alle ore 18.05 di ieri Javier Pastore è atterrato all’aeroporto di Ciampino. Sorridente e con i capelli legati, l’argentino ha posato per le classiche foto di rito con la sciarpa giallorossa e si è concesso per autografi e selfie insieme ai tifosi presenti per accoglierlo. Nei giorni in cui si è concretizzata la dolorosa cessione di Radja Nainggolan all’Inter, El Flaco promette di raccogliere l’impegnativa eredità del belga.

Pastore nasce a Cordoba, Argentina, nel giugno del 1989. Muove i suoi primi passi nel Talleres, squadra locale militante nella Primera Divisiòn argentina, prima di trasferirsi all’Huracàn nel 2008. Il costo dell’operazione fu di 500 mila euro, anche se inizialmente il presidente del club di Buenos Aires non aveva tutto quel denaro: innamoratosi del trequartista, chiese un prestito ad una holding che di fatto rimase in possesso del cartellino di Pastore fino a fine stagione, quando il trequartista si trasferì a Palermo. Da qui parte il lento e inesorabile cammino del Flaco: a forza di passi doppi e giocate di classe Pastore arriva in Europa, facendo sborsare a Zamparini la cifra di 6,5 milioni di euro, rappresentando così uno degli acquisti più esosi nella storia del club rosanero. Quella siciliana, nel 2009, è una realtà giovane, dinamica, piena di talento e di contraddizioni, specchio della gestione Zamparini e della mente vulcanica di Walter Sabatini, deus ex machina dell’operazione Pastore. In coppia con Edinson Cavani prima e con Abel Hernàndez poi, nelle stagioni passate in Italia l’argentino fa spellare le mani ai tifosi di tutti gli stadi che lo vedono protagonista. Il suo talento non sfugge ai direttori sportivi dei top club europei e così, dopo appena due anni, l’argentino prende il volo per Parigi.

43 milioni di euro spesi dal Paris Saint-Germain hanno rappresentato per anni il più grande investimento nella storia della Ligue 1, record naturalmente frantumato dall’acquisto schock di Neymar per la bellezza di 222 milioni. Pastore fa parte della prima era degli investimenti da parte della nuova proprietà del PSG: sotto la Tour Eiffel l’argentino ritroverà i compagni di squadra ai tempi di Palermo Cavani e Sirigu, insieme ai quali farà man bassa di trofei: 5 campionati, 5 Coppe di Lega, 5 Supercoppe di Francia e 4 Coppe di Francia.
Gli anni passati in Francia sono stati in totale sette, ma nell’ultima stagione l’argentino ha trovato via via sempre meno spazio, complici naturalmente gli acquisti di fuoriclasse assoluti come Neymar, Mpabbé, Di Maria e Draxler.
Così El Flaco fa fagotto e riprende il suo cammino: Pastore torna finalmente in Italia, ma stavolta si è fermato a Roma. Per assicurarselo, i capitolini hanno versato 18 milioni nelle tasche del PSG, e firmato un accordo con l’argentino da 3,5 milioni di euro per tre anni.
I tifosi giallorossi sognano le sue giocate, e c’è qualcuno che già vorrebbe dargli la maglia numero 10, ma per questo la camminata è ancora lunga.

Simone Burioni

Calciomercato, il punto sulla Roma: Talisca e Ziyech obiettivi concreti, Under può partire

Gianluca Notari – Sarà un’estate diversa rispetto a quelle scorse, questo è sicuro. Le nuove partnership con gli sponsor e l’exploit in Champions League porteranno entro il 30 giugno più di 100 milioni nelle casse della Roma, che potrà per la prima volta fare mercato scegliendo di vendere – e non essendo obbligata, come nelle scorse sessioni di mercato. Questo, però, non significa che i giallorossi manterranno tutto il parco giocatori: su di loro verranno fatte delle valutazioni e alcuni verranno ceduti ugualmente. Si è però entrati in un circolo virtuoso, con la Roma in crescita sia sul campo – come dimostrato dalla semifinale di Champions raggiunta – che fuori.

ACQUISTI – Rimanendo sul calciomercato, alcuni nomi in orbita giallorossa sono già stati fatti. Il primo di questi è Anderson Talisca, centrocampista brasiliano che con ogni probabilità a fine stagione verrà riscattato dal Besiktas. Su di lui si è parlato negli ultimi giorni di Liverpool, Manchester United ma anche di Roma. Il mistero si è fatto più fitto qualche giorno fa, quando dalla Turchia sono arrivate indiscrezioni contrastanti: al quotidiano Millyet, Talisca ha dichiarato che preferirebbe, per la prossima stagione, trasferirsi in Premier League. Ma proprio in quelle ore, il portale Fanatik riportava una frase attribuita proprio al centrocampista, il quale avrebbe confidato ad alcuni compagni di squadra di aver accettato la corte di Monchi. Insomma, un vero e proprio mistero che non si risolverà prima di qualche giorno, quando la questione contrattuale del brasiliano – su cui, come detto, il Besiktas potrà esercitare un diritto di acquisto – non verrà finalmente definita.

Altri due nomi che sarebbero finiti sulle scrivanie di Trigoria sarebbero quelli Justin Kluivert e Hakim Ziyech: entrambi giocatori dell’Ajax, i due ricoprono rispettivamente i ruoli di esterno offensivo e trequartista, anche se il marocchino si adatta facilmente anche alle posizioni di ala e interno di centrocampo. Profili diversi, ma entrambi molto interessanti. Per parlare con l’Ajax, la Roma ha messo il mandato in mano a Mino Raiola: il club capitolino vorrebbe offrire 40 milioni complessivi, visto anche il contratto in scadenza di Kluivert, ma la sensazione è che ce ne vorranno almeno una decina in più per chiudere in fretta il duplice colpo.

CESSIONI –  Come detto, la relativa stabilità economica raggiunta dalla Roma non esclude colpi in uscita. Tra i nomi più caldi ci sono quelli di Radja Nainggolan, Cengiz Under e Alessandro Florenzi. L’ex Cagliari è da tempo nel mirino di diversi club europei, ma la squadra disposta a spendere di più sembra essere l’Inter. La stagione del Ninja non è stata positiva come quella precedente con Spalletti, e nell’economia della trattativa un peso specifico potrebbe averlo proprio il tecnico toscano, smanioso di poter allenare nuovamente il belga. Sempre sull’asse Roma-Inter, si è fatto il nome di Alessandro Florenzi. Il vice-capitano giallorosso non ha ancora rinnovato il suo contratto e l’ipotesi di un trasferimento a Milano non sembra così impossibile, anche se la volontà principale è certamente quella di rimanere nella Capitale. Infine, c’è il capitolo dedicato a Cengiz Under: negli ultimi mesi il turco ha giustificato l’investimento estivo fatto da Monchi, attirando su di sé le attenzioni di alcuni top club europei come Atletico Madrid, Arsenal e Chelsea. La valutazione, vista la giovane età dell’attaccante, è di almeno 40 milioni: a queste cifre, Monchi e il suo staff potrebbero seriamente prendere in considerazione la possibilità di privarsene.

Gianluca Notari

Champions League, è corsa a tre

Gianluca Notari – Serie A ancora apertissima per quanto riguarda il discorso Europa. Per la qualificazione alla Champions, però, alle spalle di Juventus e Napoli i posti rimasti sono due, con quattro squadre a contenderseli: il calendario e gli impegni europei, queste le due variabili che determineranno la corsa alla prossima Champions League per Roma, Lazio, Inter e Milan. Gare europee che riguarderanno solamente la Roma, unica italiana impegnata sul fronte internazionale, con le gare contro il Liverpool da giocare il 24 aprile ed il 2 maggio. Certamente, oltre che dal punto di vista fisico, queste due partite toglieranno tanto, tantissimo dal punto di vista mentale alla squadra di Eusebio Di Francesco, che dovrà esser brava a non perdere punti nel cammino in campionato.

Già, il campionato. Sarà probabilmente il calendario a fare la differenza nelle ultime 6 partite della Serie A. Il Milan, anche se sulla carta è la squadra con il calendario migliore, è piuttosto attardato rispetto alle altre tre compagini. Appaiate invece Roma e Lazio: i giallorossi hanno davanti a loro un percorso – sempre sulla carta – piuttosto semplice, intervallato dall’unico big match rimasto da giocare, quello dell’Olimpico contro la Juventus, mentre i biancoazzurri dovranno effettuare test certamente più impegnativi. Fiorentina, Sampdoria, Torino, Atalanta, Crotone ed infine, all’ultima giornata di campionato, l’Inter: sarà lì, probabilmente, che le due squadre si giocheranno l’accesso alla prossima Champions League se si dà per scontato, solamente per un attimo, che la Roma sia già dentro e che il Milan sia già fuori. Che poi, di scontato, non c’è davvero nulla: la Roma nelle ultime 3 gare di Serie A ha totalizzato solamente due punti, mentre l’Inter non vince da ormai diverse settimane. Anche la Lazio sta tenendo un cammino piuttosto balbettante, così come quello – manco a dirlo – del Milan di Gattuso, che ormai da inizio campionato procede a corrente alternata.
Insomma, l’impressione che rimane in queste ultime giornate possa succedere davvero di tutto, in campionato così come in Champions.

Gianluca Notari

Bella Napoli, ma è il Torino la prova di maturità

Gianluca Notari – Parliamoci chiaro: alle 20.44 ci saremmo presi anche un pareggio. “Ma magari“, pensavano alcuni. Fortunatamente, tra questi non c’erano De Rossi e compagni, che hanno creduto fin dall’inizio in questa splendida vittoria. Napoli-Roma 2-4, non erano molti quelli pronti a scommetterci. Anzi.
Certo certo, senza il gol di Dybala probabilmente sarebbe stata un’altra partita. Però oh, il calcio è anche questo, prendere o lasciare. E noi, oggi, ce lo prendiamo volentieri.

LETTURA – La cosa che salta all’occhio dell’atteggiamento della Roma di ieri sera è certamente la lettura dei momenti: guidati dall’illuminata serata di mister Di Francesco, i giallorossi hanno saputo alternare fasi di pressing alto a momenti di baricentro basso, pronti ad aspettare il Napoli per poi ripartire. Ed è proprio con le ripartenze che i capitolini hanno colpito e affondato la prima della classe. Prima il rocambolesco gol di Under, viziato da una deviazione decisiva di Mario Rui. Poi la capocciata di Dzeko, con cross al bacio di Florenzi. Di nuovo Dzeko, dribbling secco e sinistro a giro. Infine Perotti, che ringrazia Rui per il goffo tentativo di rinvio del portoghese che spalanca la porta al monito.

TORINO – Proprio Perotti cerca di freddare i facili entusiasmi: «Prima di tutto non dobbiamo rilassarci troppo con questa vittoria, non abbiamo fatto nulla. E’ successo già altre volte che abbiamo fatto un buon risultato e poi perdiamo punti. Dobbiamo essere consapevoli che non abbiamo fatto nulla e finire la stagione al meglio». Eh si, perché tante volte la Roma ci ha dimostrato che la continuità è spesso manchevole, nelle prestazioni prima e nei risultati poi. Venerdì ci sarà il Torino, che dopo un ottimo periodo successivo all’esonero di Mihajlovic e all’ingaggio di Mazzarri sta vivendo un momento di flessione. Una gara ampiamente alla portata dei giallorossi, specialmente di quelli visti ieri sera, nonostante le assenze a cui dovranno far fronte. Due per la precisione: Fazio e Dzeko, entrambi diffidati ed entrambi ammoniti, salteranno il match contro i granata.

SCELTE – Contro il Toro ci si aspetta dunque qualche volto nuovo rispetto a quelli scesi in campo al San Paolo, visto soprattutto l’impegno di Champions League con lo Shakhtar Donetsk della settimana prossima, con la Roma chiamata a ribaltare il 2-1 subito in Ucraina. Spazio a Jesus in coppia con Manolas, e possibile esordio dal primo minuto per Jonathan Silva, tornato ormai da una settimana ad allenarsi con il resto del gruppo, con Kolarov a rifiatare in panchina. Possibile turno di riposo anche per Nainggolan, con Pellegrini al suo posto al fianco di De Rossi. Confermato Strootman, che sta trovando una certa continuità nelle ultime prestazioni, così come Under, punto di riferimento ormai nell’attacco di Di Francesco. I dubbi più grandi sono legati agli altri due ruoli del tridente giallorosso: Perotti, nonostante il gol del momentaneo 4-1, non è sembrato poi così in forma; pronto El Shaarawy al suo posto, che scalpita per un posto da titolare dopo diverse panchine e la tribuna di Kharkiv. A fare le veci di Dzeko, invece, dovrebbe esserci Schick: l’ennesima chance che il ceco dovrà essere bravo a sfruttare. L’ambiente Roma si aspetta moltissimo dall’acquisto più costoso della sua storia, e sarebbe ora che il talentuoso classe ’96 cominci a dare risposte concrete, anche in vista della prossima stagione. Così come la Roma, affinché quella di Napoli non rimanga una vittoria bella ma inutile.

Gianluca Notari

Inter-Roma, intervista a Riccardo Ferri

Gianluca Notari – Riccardo Ferri, ex difensore di Inter e Sampdoria e attuale opinionista di Premium Sport, è stato intervistato dai microfoni della nostra redazione. Naturalmente, argomento principe dell’intervista è stata la gara di San Siro tra Inter e Roma. Le sue parole:

La partita tra Inter e Roma di questa sera è stata dipinta da molti come uno spareggio per la Champions League. Sei d’accordo?
E’ una partita che probabilmente non rappresenta il bivio finale, ma è certo che conti molto, specialmente per queste due squadre che prima della sosta avevamo lasciato l’impressione di aver perso un po’ le proprie caratteristiche, chi per convinzione, per fisicità o per velocità di manovra. E’ chiaro che questa partita può riaccendere un po’ di consapevolezza in entrambe. Detto questo, Inter-Roma è sempre stata una partita molto combattuta, dove le due squadre vorranno imporsi. La Roma è una squadra aggressiva, che ti attacca molto alta e che vuole sempre fare la partita, mentre l’Inter è molto brava a rispondere con delle ripartenze in velocità. Ricordando la partita d’andata, immagino che la Roma vorrà rifarsi, dopo una gara che l’ha vista un po’ delegittimata: colpì tre pali e fu certamente molto più protagonista dell’Inter. C’è curiosità di capire in che modo sarà affrontata la partita, sia dal punto di vista tattico che nell’atteggiamento.

Hai una tua idea riguardo alla flessione che entrambe le squadre hanno avuto?
Credo sia abbastanza fisiologico, anche se in maniera differente. La Roma arrivava da una stagione da protagonista, dove ha chiuso il campionato al secondo posto e, anche se eliminata ai preliminari in Champions League, ha portato al termine una stagione importante nonostante le diverse problematiche: il caso Totti, ad esempio, o altri piccoli problemi che dovevano essere gestiti all’interno dello spogliatoio. Dall’altra parte c’è un Inter neonata, con un progetto nuovo nato quest’estate. E’ cambiato l’allenatore, sono cambiati diversi giocatori, mentre quelli che c’erano lo scorso anno non avevano reso come invece stanno rendendo oggi: questo è senza dubbio merito di Spalletti. Inoltre, la partenza è stata davvero inaspettata da tutti: nessuno pensava che l’Inter potesse avere un tale approccio. Poi c’è stato un calo fisiologico probabilmente dettato dal fatto che la rosa è molto corta. Gli interpreti dall’inizio dell’anno sono quasi sempre gli stessi, specialmente sulle fasce che sono quelle che forniscono i palloni per Icardi, che se non fornito bene rimane isolato.

Credo che non ci siano dubbi sul fatto che il filo conduttore di questa partita è rappresentato da Luciano Spalletti…
Assolutamente. L’impressione che ho avuto su di lui fino ad oggi è estremamente positiva, ma lo era già lo scorso anno quando allenava la Roma. Lì vedevo un allenatore lasciato alla deriva, e che combatteva contro tutto e tutti portando avanti le proprie convinzioni. Partendo dall’inizio, quando Dzeko era spesso individuato come un problema, Spalletti lo ha sempre difeso fino all’ultimo, e Dzeko ha risposto con la cattiveria e la personalità che l’allenatore gli chiedeva. E poi il caso Totti, non facile da gestire. Per questo ho apprezzato molto Spalletti, perché nonostante le difficoltà è riuscito a non perdere di vista l’obiettivo finale che era quello della squadra, e non dei singoli. Non era facile, anche perché ho spesso avuto l’impressione che fosse lasciato solo dalla società che non aveva naturalmente intenzione di schierarsi contro Totti. La piazza per questo lo vedeva spesso come un nemico, ma lui ha portato a casa la stagione centrando l’obiettivo del secondo posto. Quest’anno  arrivato all’Inter, e come ho detto prima è stato determinante nel riportare alcuni giocatori su dei livelli altissimi: Perisic, Candreva, Handanovic, Icardi, Miranda. E poi gli acquisti, scelti in comune accordo con la società: Skriniar, Borja Valero, Vecino, tutti giocatori importanti. Questo mi sembra la dica lunga sulla qualità di questo allenatore.

Corsa scudetto: è ormai una questione tra Juventus e Napoli o pensi che Inter e Roma possano ambire al titolo fino all’ultimo?
Credo che il nostro sia un campionato 11 contro 9: 11 squadre che lottano per il titolo e per i posti per l’Europa e le altre 9 che lottano per non retrocedere. Al di là di questo, penso che fino alla fine Juve, Napoli, Inter, Roma e Lazio lotteranno per i primi 4 posti. Certo, al momento mi viene da pensare che Juventus e Napoli lotteranno per il titolo con le altre tre a scontrarsi per il terzo ed il quarto posto, a meno di clamorose sorprese. Mi auguro che a calare non siano Roma ed Inter: in quel caso la Lazio, vincendo il recupero, potrebbe lottare in maniera importante per un posto Champions.

Classifica finale per le prime quattro posizioni?
Vedo Napoli, Juventus, Inter e Roma. Ma la Lazio mi spaventa molto, specialmente dal punto di vista fisico, quindi vedo una Lazio equivalente a Roma e Inter: saranno queste tre a giocarsi gli ultimi due posti valevoli per la Champions fino a fine campionato. Fondamentali, in questo senso, saranno gli scontri diretti, come sono sempre stati. Già la partita di oggi potrebbe dire tanto: se l’Inter vincesse andrebbe a 45 punti, e toglierebbe inoltre un po’ di convinzione a questa Roma che è squadra davvero molto forte.

Gianluca Notari

Chelsea pigliatutto. Dopo il sondaggio per Emerson, i blues puntano anche Dzeko

Simone Burioni – Doppie sirene inglesi. “Chelsea su Emerson”, “Il Chelsea punta Dzeko”. Sono le due frasi che hanno fatto preoccupare i tifosi della Roma negli ultimi giorni. Il brasiliano era accostato alla Juventus, che già nella scorsa primavera si era avvicinata molto al terzino sinistro, ma improvvisamente è spuntato il Chelsea di Conte a fare la voce grossa. Senza perder tempo i blues si sono affacciati anche sulla possibile trattativa Dzeko.

MONCHI FA MURO – Riguardo al bosniaco, il ds giallorosso Monchi non vuole privare Di Francesco di uno dei suoi trascinatori e sembra non voler intavolare per nessun motivo una trattativa con il club inglese. Possibile pressing forsennato da parte dei blues nelle ultime ore del mercato invernale, ma per portare a Londra il numero 9 della Roma, che lo scorso anno ha chiuso la stagione da capocannoniere con 29 gol, servirà un’offerta irrinunciabile considerando anche che una vera alternativa a Dzeko nella rosa di Difra non esiste, se non Schick. Il ceco però deve ancora sbocciare e al momento non assicura una certezza per il tecnico giallorosso.

TENTAZION-E-MERSON – Altro discorso è quello legato al terzino classe ’94 che potrebbe essere sacrificato. Sulla stessa fascia l’imponente Kolarov ha oscurato il ritorno del brasiliano, infortunatosi nella partita d’addio di Francesco Totti il 28 maggio scorso, e la società di Trigoria potrebbe essere invogliata a lasciarlo partire se il Chelsea metterà sul piatto un’offerta ragionevole, che però non è ancora arrivata. Intanto Monchi sta pensando a dei possibili sostituti come lo svincolato Siqueira, ex Atletico Madrid. Particolare attenzione alle ultime ore del mercato di gennaio, che potrebbero essere infuocate. Il countdown sta per iniziare.

Simone Burioni

Roma, Stadio: altro ritardo? Il progetto definitivo rischia di essere approvato dopo le elezioni

Simone Burioni – Odissea? No, Stadio della Roma. La storia dell’impianto giallorosso, che prima o poi sorgerà a Tor di Valle, sembra essere una disavventura senza fine. Arriva un altro prolungamento imprevisto, questa volta causato dalle imminenti elezioni politiche.

4 MARZO – Il 4 marzo l’Italia sarà chiamata al voto per le elezioni politiche, ma quel giorno per i tifosi romanisti potrebbe diventare una data dalla doppia importanza: la definitiva approvazione del progetto sullo stadio di Tor di Valle potrebbe slittare – come reso noto dal giornalista di Radio Radio Alessio Di Francesco – fino a dopo le elezioni.

ENNESIMO RITARDO – E sì, dopo più di cinque anni si parla ancora di ennesimo ritardo su un progetto che fin dall’inizio sembrava non voler trovare la via della luce (anche le rane si erano messe di mezzo), ma che adesso, con gli ultimi faticosissimi sforzi sembra poter diventare realizzabile, anche se non nell’immediato. Mauro Baldissoni, dg della Roma, disse che “Puntiamo ad iniziare i lavori in primavera” e che “L’obiettivo è iniziarli per fine aprile, inizio maggio 2018”. Al momento queste parole potrebbero diventare inverosimili se l’Assemblea Capitolina deciderà di far slittare l’approvazione del progetto a dopo le elezioni, visto che il verbale della Conferenza dei Servizi sarebbe ancora in fase di revisione e di armonizzazione con le osservazioni arrivate in Regione.

PONTE DI TRAIANO – Si attendono notizie anche per il Ponte di Traiano, nodo fondamentale del progetto. Il governo sembrava essersi impegnato a contribuire con 100 milioni di euro alla realizzazione dell’opera e si attendono ancora conferme. Ma… Ipse dixit.

Simone Burioni

Nainggolan-Cina, la Luxury-Tax blocca tutto. A gennaio Radja non si muove

Simone Burioni – Cinquanta milioni di euro. È questa la cifra che il Guangzhou Evergrande, club cinese, sarebbe pronto a versare nelle casse della Roma per Radja Nainggolan. Il centrocampista ha attirato su di sé anche l’interesse di società extraeuropee e l’ingaggio che il club di Liu Jong Zhuo potrebbe offrirgli si aggirerebbe intorno ai 12 milioni di euro.

IPOTESI GIUGNO – Il Ninja potrebbe veder apparire l’orizzonte cinese già dalla prossima sessione di mercato. Il belga però difficilmente si sposterà da Trigoria durante l’attuale finestra di calciomercato, ma il pressing del Guangzhou Evergrande potrebbe farsi più insistente con l’avvicinarsi dell’estate. Il giallorosso adesso è concentrato sul campionato, ma non si esclude una sua partenza nella prima parte del mercato estivo.

RADJA TAX – La Roma non chiude alla possibile partenza del belga: “Di fronte ad un’offerta significativa – ammettono da Trigoria ai microfoni dell’Ansa – ogni trattativa può essere aperta”. Il più grande ostacolo tra Nainggolan e la Cina è però rappresentato dalla Luxury-Tax, ovvero una tassa esistente nella Repubblica Popolare Cinese che è volta a tutelare i vivai del Paese e che apporterebbe un costo aggiuntivo di 44 milioni, che andrebbero nelle casse della Federcalcio locale, per un costo complessivo di 94 milioni. I tifosi gridano all’unisono: “Non toccate Radja”. Il club giallorosso fa sapere che “Non è assolutamente detto che nelle prossime sessioni di mercato ci debba necessariamente essere una partenza eccellente”. Il bilancio è in rosso, ma c’è ancora un possibile auto-finanziamento: proseguire il cammino in Champions League.

Simone Burioni

Pallotta attacca i media: “Non accetto manipolazione delle mie parole”. Sui tifosi: “Sono unici”

Simone Burioni – Chi sbaglia paga. È questo il concetto espresso da James Pallotta, presidente della Roma, che nei giorni passati aveva scatenato diverse polemiche relative alle sue parole durante il periodo trascorso a Londra. L’imprenditore americano ha voluto mettere fine ad ogni tipo di critica ripercorrendo la propria discussione ed ha accusato i media di aver strumentalizzato le dichiarazioni sostenendo – in un’intervista rilasciata al portale ufficiale della società giallorossa – che “Non accetto alcuna manipolazione da parte dei media”. Due i temi centrali del suo discorso:

SICUREZZA e TECNOLOGIA – Il presidente giallorosso è stato il primo ad effettuare l’applicazione della tecnologia recente sul campo della sicurezza allo stadio Olimpico. Su tutte l’utilizzo di telecamere di ultima generazione in grado di riconoscere i singoli tifosi – che dispongono di biglietto nominativo e di posto ad uso esclusivo – qualora compiano atti illeciti all’interno dell’impianto. Lo statunitense ha ribadito come le barriere divisorie che erano state poste in curva Sud non erano altro che un errore, dando luogo ad una punizione che “Colpiva in modo generalizzato – dice Pallotta – tutta la Curva Sud e non chi, effettivamente, si fosse reso protagonista di atti che violassero la legge”.

PUNIZIONE o PASSIONE? – “Chiunque violi la legge dovrebbe essere punito”. Ma il bivio è alla fonte: è giusto che l’innocua accensione di un fumogeno debba far scattare una sanzione? Pallotta ammette di voler tutelare i tifosi sostenendo che “Mi hanno permesso di innamorarmi di questa squadra grazie alla passione che li rende unici”. La stessa passione sarà possibile manifestarla nel nuovo stadio?

Simone Burioni

Su Alisson PSG e Liverpool, “no” secco di Monchi. Peres pronto a partire, Florenzi: aria di rinnovo

Simone Burioni – “Alisson no, punto e a capo”. È la risposta del ds Monchi alle telefonate di Liverpool e PSG. Il soggetto in questione, Alisson, è uno dei migliori giocatori romanisti della prima parte di stagione ed elemento cardine della squadra di mister Di Francesco.

MENTALITA’ VINCENTE – Monchi è stato chiaro: “Serve una mentalità vincente”. Il ds spagnolo dà l’esempio in primis e respinge con personalità gli interessamenti di Liverpool e PSG per il portiere brasiliano. Una proposta inferiore ai cinquanta milioni verrà difficilmente presa in considerazione e l’ipotesi di veder partire l’estremo difensore giallorosso già da gennaio è pressoché nulla. Altro discorso è quello relativo al mercato estivo, ma il prezzo rimane intrattabile.

BRUNO PERE$ – Profumo di entrate monetarie per la possibile cessione di Bruno Peres. Il brasiliano sembra prossimo alla partenza, il suo procuratore aveva incontrato Monchi prima di Natale per chiedere la cessione, ma la Roma intende cederlo con la formula del prestito con obbligo di riscatto per una cifra compresa tra i nove e i dodici milioni di euro. Senza mezzi termini il ds spagnolo è chiaro: queste le condizioni da rispettare o il calciatore rimarrà a Trigoria. Sull’ex Torino, costato circa 14-15 milioni di euro, in pole ci sarebbero Galatasaray e Benfica, con i turchi che sembrano essere in vantaggio.

RINNOVO FLORENZI – Ramon Monchi dovrà affrontare anche una trattativa riguardo ad un rinnovo contrattuale delicato: quello di Alessandro Florenzi. Il jolly della Roma si trova di fronte ad un bivio: seguire le orme di Totti e De Rossi o allontanarsi dalla Capitale, luogo nel quale è amatissimo. La situazione si sta muovendo proprio in questi giorni e potrebbero esserci novità di un rinnovo contrattuale sulla base di tre milioni, o almeno questo è quello che spera Monchi.

Simone Burioni